Woman of the Hour, la recensione (senza spoiler) del nuovo film Netflix

woman of the hour

Woman of the Hour, uscito di recente su Netflix, è attualmente in cima alla classifica dei film più visti della piattaforma. Diretto da Anna Kendrick, al suo debutto alla regia, il film si basa sulla sconvolgente storia vera di Rodney Alcala, uno spietato serial killer. Ambientato in America alla fine degli anni ’70, Woman of the Hour racconta, attraverso alcuni episodi, gli incontri di Alcala con diverse donne. Tra queste, Cheryl Bradshaw, interpretata dalla stessa Kendrick, un’attrice che partecipa al celebre programma televisivo di appuntamenti al buio The Dating Game. La donna, si trova infatti inconsapevolmente a interagire in diretta nazionale con il killer.

Woman of the hour – la recensione del film di Anna Kendrick

Anna Kendrick fa un debutto alla regia davvero notevole, dirigendo un thriller drammatico ispirato a una storia vera inquietante.

Rodney Alcala è stato un serial killer responsabile di una lunga scia di violenza durata circa dieci anni. Interpretato da Daniel Zovatto, l’attore offre una performance di grande impatto, trasmettendo un profondo senso di inquietudine.

La narrazione, strutturata in modo episodico, alterna passato e presente, mostrando alcuni degli incontri tra Rodney Alcala e le sue vittime, spesso avvicinate con la scusa di scattare delle fotografie.

Alcala si presenta infatti come un uomo sicuro di sé, capace di adescare donne e ragazze sole. Facendole sentire ascoltate e viste, otteneva la loro fiducia, per poi rivelare la sua natura brutale, abusandole e uccidendole.

Inoltre la regia di Kendrick, che preferisce suggerire piuttosto che mostrare esplicitamente le tragedie, si rivela un colpo nello stomaco, amplificando il senso di angoscia e tensione.

La prospettiva di Anna Kendrick

Anna Kendrick racconta gli incontri con il serial killer da una prospettiva esterna, mettendo in risalto le vittime inconsapevoli della ferocia di Alcala. Il film, però, non si limita a narrare i crimini del killer. Kendrick mostra anche situazioni tristemente comuni in cui una donna può trovarsi quando si imbatte nell’uomo sbagliato.

In particolare attraverso il personaggio di Cheryl, la regista mette in evidenza dinamiche patriarcali e disfunzionali nelle relazioni tra uomini e donne.

In vari episodi della sua vita e durante la sua partecipazione al programma The Dating Game, Cheryl affronta la difficoltà di farsi ascoltare e la paura di sembrare scortese con una risposta diretta. Inoltre, prima del gioco, le viene consigliato di non apparire troppo intelligente di fronte ai suoi pretendenti, che si aspettano invece che lei sia solo sorridente e divertita dallo show.

Ma anche Laura, una donna che riconosce Alcala, subisce un trattamento ingiusto e scorretto da parte degli uomini quando tenta di denunciare il killer. Con questa prospettiva, Kendrick riesce a dare voce alle donne che si trovano in circostanze angoscianti e degradanti, utilizzando sapientemente inquadrature e giochi di luce per trasmettere il senso di disagio e paura che si vivono in queste situazioni.

Tra le scene più memorabili spicca un piano sequenza in cui Cheryl cammina da sola al buio, consapevole di essere seguita, generando una tensione palpabile che coinvolge profondamente lo spettatore. Ma anche la parte finale tra Amy e Alcala è davvero da brividi.

Conclusioni

In conclusione, Woman of the Hour è un thriller teso e ricco di suspense, capace di raccontare una storia vera dando rilievo alla prospettiva delle donne.

Il film esplora molteplici aspetti legati agli omicidi di Alcala, un serial killer lasciato in libertà per troppo tempo. Kendrick non solo svela il suo modus operandi, ma evidenzia anche come l’uomo abbia beneficiato del suo status quo di uomo bianco con lavoro rispettabile. 

Il sistema giudiziario, infatti, ha ignorato per anni la voce di chi lo ha accusato, le prove e gli indizi che lo collegavano ai delitti.

La pellicola si presenta quindi anche come una forte denuncia sociale contro la misoginia dell’epoca negli Stati Uniti e le drammatiche conseguenze derivate dal lasciare a piede libero Rodney Alcala.

Nonostante qualche carenza nella caratterizzazione dei personaggi, il film riesce a mettere in luce problematiche ancora attuali e portare avanti l’intento di affrontare questa storia da una prospettiva focalizzata sulle vittime piuttosto che sull’oppressore.

Consigliato a coloro che desiderano saperne di più su questa vicenda e comprendere anche il contesto sociale in cui si è sviluppata.

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