Nella serie di Raiuno Vivere non è un gioco da ragazzi interpretano due ragazzi legati da una profonda amicizia. L’errore di uno avrà però delle conseguenze terribili sulla vita dell’altro. Riccardo De Rinaldis e Tommaso Donadoni vestono i panni rispettivamente di Lele e Mirco. Lele è un ragazzo di umili origini, studioso, sportivo, un po’ sgangherato dall’adolescenza. Ama l’irraggiungibile Serena e, come spesso accade alla sua età, si butta nelle cose senza pensare troppo alle conseguenze. Mirco invece cerca di sfuggire con la trasgressione a delle fragilità che non riesce ad affrontare e che lo fanno precipitare nel tunnel della droga.
Vivere non è un gioco da ragazzi, intervista a Riccardo De Rinaldis e Tommaso Donadoni
Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Riccardo e Tommaso che ci hanno raccontato qualcosa in più sui loro personaggi: “E’ stata una bella montagna russa. Si tratta di una serie ricca di colpi di scena. Sono stato fortunato perché ho trovato compagni di avventura eccezionali con cui mi sono tanto divertito”, ha raccontato Riccardo.
Tommaso si è convinto a prendere al parte al progetto appena ha letto il copione: “E’ la mia prima esperienza come attore. Questa serie mi ha insegnato tanto a livello personale e spero possa essere di monito anche per i ragazzi che la seguiranno”.
Al centro della serie il rapporto dei giovani con la droga. Abbiamo chiesto a Riccardo se abbia conosciuto persone che si siano trovate invischiate in questa problematica: “Ho avuto degli amici che hanno affrontato questo problema e hanno chiesto aiuto trovando supporto poi in alcuni centri specializzati”.
I giovani di oggi hanno difficoltà a relazionarsi con i genitori. Il mondo dei giovani e quello degli adulti sembrano essere distanti: “Sono molto legato alla mia famiglia. Non penso di essere stato un adolescente ribelle bensì frenetico, impaziente e difficile da controllare”, ha ammesso Tommaso.
Riccardo è dell’idea che invece i due mondi possano dialogare: “Ho un rapporto molto stretto con i miei genitori. Ad oggi penso che ci siano meno muri e più ponti tra genitori e figli”.
Intervista a Tommaso