Virginio alla conquista dell’America Latina con “Amarene”: “Amici è casa, mi ha cambiato la vita. Con Maria De Filippi mi confido”- Intervista

Virginio
Foto di Marco Melfi

Il 27 settembre è uscito il nuovo singolo “Amarene”, in cui Virginio racconta un amore che dovrebbe essere tenuto nascosto perché non convenzionale. Questo brano, anche grazie al supporto del videoclip, affronta la tematica dell’inclusione ritraendo persone comuni che celebrano la propria diversità. Il 18 ottobre uscirà la versione spagnola del singolo, “Amarenas”, che presenterà con un release party a Miami durante il Latin Billboard Awards, con una promozione internazionale. Questo potrebbe essere lo spunto per l’intervista, ma c’è molto altro da raccontare. Nel 2023, Virginio ha brillato tra le stelle della musica latina, portando l’italianità ai Latin Grammy 2023, come accadrà tra pochi giorni. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato il cantante.

Virginio: intervista al cantautore italiano

Il nuovo singolo “Amarene” tratta il tema dell’amore non convenzionale. Cosa ti ha ispirato a raccontare questa storia e come hai scelto di collegarla al tema dell’inclusione nel videoclip?

“Racconta un periodo in cui anche io mi sentivo giudicato e ci davo peso. Ovviamente è autobiografica. Si scrive una canzone partendo da esperienze personali, ma spesso la sensazione accomuna molte persone. La tematica dell’inclusione mi sta molto a cuore. Amo la musica pop perché è inclusiva. Questa canzone racconta un mio spaccato personale, ma con il video abbiamo voluto ampliare lo sguardo. La sensazione è la stessa per molti: quella di vivere qualcosa per cui vieni giudicato, o peggio, di autocensurarsi. Questo è capitato anche a me. Nel video abbiamo tre ritratti di coppie, una delle quali LGBTQIA+, nello specifico due donne. La comunità LGBTQIA+ ha dovuto spesso vivere la propria vita in clandestinità, e solo negli ultimi anni la situazione è migliorata, anche se non ovunque: nelle grandi città è più facile, ma altrove è ancora difficile”.

“Poi ci sono altri tabù, come le relazioni in cui la donna è più grande dell’uomo, o le coppie interetniche, che spesso affrontano diversità culturali, specialmente quando ci sono estremismi religiosi. Sono realtà che si vivono nel nostro Paese, mentre negli Stati Uniti è diverso. Ho voluto racchiudere questi concetti in una canzone che, al primo impatto, sembra leggera, ma poi, sotto la superficie, rivela altro. Puoi ballare ‘Amarene’, ma esplorando il significato scopri qualcosa di più profondo. Ho imparato questo approccio ascoltando musica italiana con mio padre, ed è qualcosa che fa parte di me, soprattutto nella sua componente melodrammatica”.

La versione spagnola del brano, “Amarenas”, uscirà a breve e sarà presentata con un release party a Miami durante il Latin Billboard Awards. Come vivi questo passaggio verso un pubblico internazionale, e soprattutto nella musica latina?

“Era scritto nel mio destino. Fin dal mio primo Sanremo, ricordo che molti fan dal mondo latino mi scrivevano chiedendomi perché non cantassi in spagnolo. Con il tempo le cose si sono incastrate, anche grazie a Laura Pausini, che mi ha aperto gli occhi su questo mondo meraviglioso che è la musica latina. Quando nel 2018 abbiamo vinto il Latin Grammy grazie al suo album, ho capito che era il momento di imparare lo spagnolo e immergermi nella cultura latina”.

Nel 2023 hai portato l’italianità ai Latin Grammy e sei stato celebrato per i dieci anni di collaborazione con Laura Pausini. Cosa rappresentano per te questi traguardi?

“È stato un incrocio fortunato. Ho iniziato un percorso in America che si è intrecciato con bellissime coincidenze, e poi ho scoperto che ci sarebbe stata anche Laura Pausini con il suo album. Le nostre strade si incrociano spesso, e questo mi piace molto. Laura mi ha invitato a cantare ai suoi concerti. Il nostro legame si è evoluto nel tempo, in modi sempre nuovi e belli”.

“Vale la pena”, la tua canzone per Laura Pausini, è stata nominata ai Grammy. Come ti senti solo questo importante riconoscimento?

“Beh, è bello perché dietro un album c’è tanto lavoro, non è solo la canzone. C’è stata la produzione di Julio Reyes Copello, che anche quest’anno è stato nominato produttore dell’anno. Tante cose hanno contribuito al successo di questo album, e anche a questa nuova nomination. Sono molto orgoglioso e felice dell’amicizia che mi lega a Laura. Io mi confronto molto con lei”.

Come nasce la collaborazione con Laura Pausini e come si è evoluta nel corso degli anni?

“Io avevo scritto questa canzone che si chiama Limpido, e grazie ad amici in comune il brano è arrivato a lei, che io ancora non conoscevo personalmente. Ci siamo successivamente incontrati, ed è come un abito che va cucito sull’artista che lo interpreta. Poi è nato il duetto con Kylie Minogue, che è stato davvero molto bello”.

Il tuo percorso è stato caratterizzato da una forte attenzione all’inclusività e alla diversità. Quanto è importante per te veicolare questi valori, sia nella musica che nella vita?

“È fondamentale, perché come io mi sono sentito compreso attraverso le canzoni, così voglio che le persone si sentano quando ascoltano le mie. Questo è il concetto da cui parto, ovviamente sempre in modo diverso. Mi piace cambiare, non mi piace ripetermi. Mi piace cambiare restando sempre me stesso, ed è questo il lavoro che faccio quando scrivo: essere riconoscibile. Anche quando scrivo per altri, come ho fatto con Fiorella Mannoia per il brano Disobbedire. Scrivere per altri artisti mi permette di esplorare altri lati di me stesso, della mia musica e delle mie canzoni”.

Cosa pensi distingua la tua musica sulla scena internazionale e cosa attira il pubblico latino in particolare?

“Sono sempre rimasto fedele a me stesso. Quello che canto è quello che sono, con le dovute evoluzioni. Credo sia anche una questione di verità. Mi piace che la mia musica sia elegante, con un tocco di poesia e, soprattutto, di sincerità. Quando sono salito sul palco della piazza più grande di Città del Messico, davanti a 150.000 persone, ho raccontato la mia verità, senza pormi limiti su ciò che cantavo e raccontavo”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi musicali e personali? Hai debuttato nel 2006 al Festival di Sanremo nella categoria Giovani: ti piacerebbe calcare nuovamente quel palco?

“Sicuramente voglio portare sia Amarene che Amarenas in Italia e nel mondo latino. Parteciperò a molti programmi tv, come ho fatto recentemente ad Amici. È stato un bel ritorno a casa, molto emozionante l’abbraccio del pubblico. Sanremo? Beh, sono legato a doppio filo con quel festival. Ho iniziato da Sanremo, e come ogni artista, mi piacerebbe tornarci con le giuste circostanze”.

Nel 2011 hai vinto la decima edizione di Amici di Maria De Filippi, mentre nel 2020 hai partecipato a Tale e quale show. Che rapporto hai con Maria?

“Indubbiamente ci sentiamo, ci scambiamo consigli, e mi confido con lei. È un legame che abbiamo mantenuto, come dimostra il mio recente ritorno ad Amici. Maria ha sempre creduto in me, e Amici mi ha cambiato la vita. È un’esperienza che ti permette di vedere questo mestiere da tante prospettive diverse. Io sono stato il primo cantautore a vincere un talent show in Italia e anche il primo a partecipare prima a Sanremo e poi a un talent. Amici è stato molto importante per me, perché stavo facendo qualcosa di nuovo. È stato coraggioso da parte di Maria De Filippi portare il cantautorato pop nelle case degli italiani. La televisione ha sempre scandito il mio percorso, sempre in contesti dove la musica era protagonista. Non mi dispiacerebbe fare anche altre esperienze in tv”.

Ti vedresti come giudice ad Amici o X Factor, ad esempio?

“Sicuramente ho maturato un’esperienza che mi permette di confrontarmi con altre realtà e dare consigli. Quando ero ad Amici, Maria mi chiamava il ‘consigliere’, cosa che non ho mai raccontato a nessuno, perché aiutavo molto i miei compagni. Questa è una cosa che faccio anche con la Nazionale Cantanti. Mi piace fare squadra. Ritornando al nostro discorso, esplorare altri ambiti in tv non mi dispiacerebbe”.

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