Valentina è una giovane pianista prossima a partecipare a un’importante audizione, che potrebbe decidere per sempre la sua futura carriera. La ragazza è reduce dalla recente rottura con un direttore d’orchestra, che le ha fatto da pigmalione negli anni passati e che ancora stravede per lei, sperando in un suo repentino cambio di idea e in un potenziale ritorno di fiamma.
Valentina si è quindi trasferita da sola in un nuovo appartamento, ignara che questo abbia una parete sottilissima che permette di sentire qualsiasi cosa avvenga nella casa a fianco, ivi direttamente collegata. Ha così modo di conoscere la voce del suo vicino, David, un programmatore che da tre anni vive recluso lavorando al suo nuovo progetto. Inizialmente i reciproci rumori creano una situazione tesa tra i due, con qualsiasi suono che arriva amplificato nella dimora adiacente, ma con il passare dei giorni si sviluppa tra loro un legame sempre più profondo, un’atipica relazione platonica destinata nelle intenzioni a rimanere in quell’atipico status quo, senza un incontro rivelatore che li metta finalmente faccia a faccia…almeno per il momento.
Vicini davvero: senti chi parla, la recensione del film (senza spoiler)
Alla base vi è la commedia francese Un po’, tanto, ciecamente (2015), rifatta quasi pedissequamente – seguendo le logiche delle visualizzazioni, che spesso generosamente premiano copie poco originali – in terra spagnola. Vicini davvero, nuova produzione del catalogo Netflix già prima in classifica nella categoria dei film più visti sulla piattaforma di streaming, è un classico film superfluo, incapace di aggiungere qualcosa di nuovo ad un film che possedeva maggior personalità anche a livello di messa in scena.
Qui invece nel corso dell’ora e mezzo di visione si assiste a un racconto scontato e prevedibile, per giunta nemmeno potente contare sull’alchimia tra i due protagonisti: pur con l’handicap di essere separati da un muro sottilissimo, il feeling che si instaura tra David e Valentina è ai minimi storici, complice anche la scarsa empatia nei confronti dei rispettivi personaggi da parte di Fernando Guallar e Aitana Ocaña, cantautrice al suo debutto assoluto davanti alla macchina da presa. Non è un caso che uno degli elementi più riusciti dell’operazione sia proprio la canzone da lei e scritta e interpretata proprio per il film, al centro della scena chiave che precede il più scontato dei lieto fini.
Insieme ma separati
Manca la suspense, tutto è telefonato e non vi è mai il minino dubbio che le cose possano andare storte ed evolversi diversamente da quel finale già scritto. A regnare è una noia paradossalmente assordante, fatta di inverosimiglianze assortite nella gestione stessa del contesto, resa in maniera ben più organica e armoniosa nel prototipo transalpino. Qua invece ripicche, battibecchi e gelosie sembrano figli di evidenti forzature in fase di sceneggiatura, tagliati con l’accetta, e l’implausibilità dei dialoghi non fa che completare ulteriormente questa sensazione di irrealtà. L’elemento tragico che caratterizza il passato di lui e le figure secondarie, come l’amico nerd e la cugina mangiauomini, risultano appena abbozzate, semplici pedine in quell’inerme gioco narrativo destinato verso il solo epilogo possibile.
Le emozioni latitano e il divertimento pure, in un aggiornamento non richiesto, che si fa eccessiva forza sulla premessa di partenza, potenzialmente ricca di spunti sull’incomunicabilità nell’era moderna ma vittima dei propri cliché, incapace di rivoluzionare con ragion di causa una base già spremuta a sufficienza.
Conclusioni finali
Lui, lei e…il muro! La parete che separa i due protagonisti, talmente sottile che tutto si sente da un appartamento all’altro, è il terzo incomodo di una commedia romantica priva di guizzi, stanco rifacimento spagnolo di una pellicola francese di qualche anno fa. Un film che non convince né dal lato emozionale – vuoi per la scarsa alchimia tra i protagonisti, vuoi per una narrazione telefonata – né dal versante del puro intrattenimento a tema, con gag e battute ai minimi storici. Vicini davvero è un film davvero lontano dall’eccellenza.