ADV

Valerio Lundini, finalmente una svolta per la tv italiana

ADV

Come ve lo spieghiamo che cos’è Valerio Lundini? Esatto, non “chi è” ma “che cos’è”, perché Lundini più che una persona rappresenta un vero e proprio punto di svolta della tv italiana. Giudizio avventato? Forse, ma nelle prossime righe proveremo a convincervi del contrario. Alcuni di voi, negli ultimi mesi, avranno sentito parlare di un nuovo programma su Rai 2 dal titolo “Una pezza di Lundini” o magari si saranno imbattuti sul web in certi contenuti tratti da questa trasmissione. Esempio banale: questo video qui in basso vi dice niente?

//www.instagram.com/embed.js

Ecco, l’attrice Emanuela Fanelli in uno dei tanti sketch di “Una pezza di Lundini”. Avrete visto tante volte sul web alcuni frame estrapolati da qui, magari usati nei vari meme che circolano sui social ma – probabilmente – se non conoscete il programma non vi sarete posti neanche la domanda sulla provenienza. Fa nulla, avrete tempo per recuperare.

Valerio Lundini e la sua “Una Pezza di Lundini”

Sì ok, ma dopo tutto questo preambolo, che roba è questa benedetta pezza di Lundini? Partiamo dal concept del programma: che cos’è una pezza? Una pezza è una toppa, e una toppa serve notoriamente per tappare un buco. Ed è qui che nasce tutto: su Rai 2, all’ultimo momento, salta la trasmissione di un programma e, in sostituzione, arriva Lundini che – quasi colto alla sprovvista (nella prima puntata si vede lui che entra di corsa in studio mentre si sta ancora vestendo) – ci mette una pezza ed evita alla Rai un buco di mezz’ora. Ovviamente fa tutto parte del gioco e non c’è nessun buco, ma questo senso del raffazzonare pervade l’intero corso del programma. Come avviene un po’ nella tv italiana, ma stavolta volutamente.

Ammissione di colpa: all’inizio di quest’articolo vi avevamo detto che vi avremmo spiegato che cos’è Valerio Lundini ma non chi è Valerio Lundini. Spoiler: abbiamo mentito. Valerio Lundini è – nell’ordine – un laureato in lettere, un diplomato alla Scuola Romana dei Fumetti, un musicista, un autore televisivo, un comico, un presentatore ma – soprattutto – un genio romano di 35 anni.

La sua comicità è figlia degli influssi notevoli di Nino Frassica, di Lillo e Greg e di altri importanti nomi, ma al tempo stesso ne è anche un po’ madre. Sì, perché Valerio è autore di programmi radiofonici come “Il Programmone” e “610”, rispettivamente condotti appunto da Frassica e dal duo formato da Pasquale Petrolo (Lillo) e Claudio Gregori (Greg). Mica male.

Il genio dadaista di Valerio Lundini

Chiariamo un altro punto: la sua comicità o la si ama o non la si comprende, non ci sono vie di mezzo. Lundini è un surrealista, anzi forse un dadaista. Sì, Lundini è il Marcel Duchamp della comicità italiana e la sua “Fountain” è proprio “Una pezza di Lundini”. A oggi, l’espressione più totale del suo genio. Proprio come Duchamp che si mostra sotto falso nome e capovolge un orinatoio nel 1917, Lundini si presenta al pubblico di ‘Mamma Rai’ con l’aspetto serioso del classico giornalista conduttore di talkshow politici e poi, all’improvviso, provoca, parodizza, capovolge la tv stessa e lo fa nella terza serata di un canale della tv pubblica italiana. Wow.

Se non avete mai visto una puntata del suo show e vi capiterà il martedì sera, dopo le 23:45, di ritrovarvi per caso su Rai 2, probabilmente penserete di assistere all’ennesimo programma fatto male, condotto da un giovanotto insicuro e impreparato. La sua è infatti una tv fatta di impacci e di inciampi, di cadute e di silenzi, di risate e di imbarazzi. E tutto questo segue un meraviglioso copione che è quello del surreale e del nonsense, tutto apparentemente casuale eppure perfettamente studiato.

Nell’era televisiva in cui ognuno si improvvisa presentatore di talkshow e porta avanti improbabili interviste fingendo di conoscere bene gli argomenti di cui si sta parlando, Valerio Lundini estremizza questo filone. Lo evidenzia, si arrampica sugli specchi, salta di palo in frasca, fa domande fuori luogo e fuori tema, dimostra totale ignoranza della storia dell’ospite che ha di fronte. E lo fa con una maestria unica perché fa parte tutto del suo disegno. Quanto più l’imbarazzo dell’ospite è tangibile, tanto più è riuscita la missione del conduttore.

Perché Valerio Lundini rappresenta la svolta nella tv italiana

“Una pezza di Lundini” è un dissacrante spaccato della strada imboccata da buona parte della tv in Italia, una vignetta parodistica di un quadro ipocrita che si presenta bene ma che parla male. Un quadro in cui la bravura e gli sforzi per raggiungerla cedono il passo all’incompetenza, in cui la qualità artistica viene sottomessa dagli schiamazzi da salotto. E queste due facce della medaglia vengono mirabilmente proposte nella “Pezza” con Valerio Lundini (protagonista e deus ex machina del programma) che con apparente ignoranza bullizza continuamente la già citata Emanuela Fanelli, i cui tentativi di mostrare doti artistiche vengono puntualmente stroncati in modo brutale (e ovviamente comico, la Fanelli è solo la figurante della vittima). E tutto ciò fa ridere. E anche tanto.

Fa ridere soprattutto i giovani, che la tv la guardano poco. Anzi, per nulla. Quale ragazzo, prima dell’avvento di Lundini, si sarebbe mai sognato di accendere la tv alle 23:45 per sintonizzarla su Rai 2? Nessuno, forse. A quell’ora se non si dorme si guarda qualcosa su Netflix. O, al limite, si sta col cellulare in mano a girovagare su Instagram o TikTok. Insomma, ai ragazzi della tv interessa poco. Troppo distante da loro, troppo vecchia, troppo uguale.

E invece Lundini riporta i giovani e i giovanissimi in tv e addirittura sulla Rai, che ha notoriamente un pubblico di riferimento più avanti con l’età. Lo fa col suo linguaggio, un linguaggio che funziona perché è nuovo, è dinamico, è intelligente, è tutto ciò che alla tv mancava. E la cosa che fa riflettere di più è che è bastato togliere il velo dell’ipocrisia dalla tv che esisteva già. Perché essere incompetenti è cosa da molti, ma fare gli incompetenti è arte di pochi.

Chapeau.

ADV
Articoli correlati