Le dichiarazioni recentemente rilasciate da Giuliano Amato hanno riacceso i riflettori, in verità mai spenti, sulla strage di Ustica, una delle pagine più oscure e drammatiche della storia italiana recente. Il fatto, dolorosissimo, è noto. Il 27 Giugno del 1980 un aereo partito da Bologna e diretto a Palermo precipitò nel Tirreno e purtroppo nessuno dei passeggeri si salvò.
Le cause della tragedia non sono mai state accertate. Ciò costituisce, ancora oggi a distanza di oltre 40 anni dall’accaduto, una grave mancanza da parte delle istituzioni. Nel corso di questi tre decenni sono state avanzate varie ipotesi su quanto potrebbe essere davvero successo ed anche il cinema ha fatto la sua parte.
Film su Ustica da vedere
Vi segnaliamo tre film su Ustica che tentano, ciascuno in maniera diversa dall’altro, di dare una risposta ad un interrogativo che ci opprime ormai da tanto, troppo tempo.
Il muro di gomma
Il muro di gomma, diretto da Marco Risi nel 1991, è il primo e forse anche il più popolare film su Ustica. Apprezzato dal pubblico e dalla critica, è coraggioso e puntiglioso nella ricostruzione dei fatti. Racconta la storia di un giornalista de Il Corriere della Sera che per dieci anni indagò alla ricerca della verità.
Ustica-Una spina nel cuore
Ustica-Una spina nel cuore, di Romano Scavolini, risale al 2001. Su tratta di una sorta di thriller che prende l’avvio dal rinvenimento della scatola nera di un aereo statunitense precipitato a Gaeta in circostanze simili a quelle di Ustica. Il protagonista del film indaga per scoprire cosa sia realmente successo.
Ustica
Ustica è la pellicola più recente sull’argomento. Il film, diretto da Renzo Martinelli, è uscito nel 2016. Il regista e gli sceneggiatori seguono la stessa metodologia utilizzata per altri lavori simili, a cominciare da Vajont-La diga del disonore. Prima di cominciare le riprese, c’è stato bisogno di una accurata ricerca per giungere alla conoscenza di dati scientifici certi in grado di suffragare la tesi portata avanti nel film stesso. Anche per via dei 36 anni intercorsi fra l’evento e l’opera inoltre, è evidente che si è potuto lavorare su un numero di informazioni maggiore rispetto a quello di cui si era in possesso in precedenza.