Tutti tranne te, la recensione (no spoiler) della commedia romantica

Tutti tranne te

Ben interviene in provvidenziale soccorso di Bea, una studentessa di legge, da una scomoda situazione nel bagno di un caffè. Tra i due scatta la scintilla, ma per una serie di incomprensioni dopo la notte trascorsa assieme le loro strade si separano.
Ma siccome il destino ha un piano preciso in mente per loro, i due si ritrovano sei mesi più tardi quando scoprono di avere amicizie e familiari in comune: la sorella di Bea e la sorella del migliore amico di Ben infatti sono prossime a sposarsi a Sydney e loro naturalmente figurano tra gli invitati. Inizialmente scelgono di ignorarsi, ma con il passare dei giorni per una serie di situazioni contingenti – la presenza dell’ex di lui e l’arrivo dello storico fidanzato di lei con cui ha rotto da nemmeno un anno – decideranno di flirtare per ingannare tutti quanti, salvo scoprire che il colpo di fulmine di qualche tempo prima potrebbe non essere del tutto svanito…

Tutti tranne te: un amore sui generis – la recensione del film commedia

Galeotta fu la pipì ed è proprio per un’estemporanea incontinenza che i protagonisti si incontrano per la prima volta, dando inizio a quella ronde di gioie e dolori che caratterizzerà la love-story a venire. Grande successo di pubblico che ha caratterizzato la scorsa stagione cinematografica, con oltre duecento milioni di incassi worldwide, Tutti tranne te è una frizzante rom-com che punta tutte le proprie carte sulla straripante alchimia tra Glen Powell e Sydney Sweeney: belli, magnetici e simpatici, con i loro scambi di battute e la sintonia evidente, sono l’elemento più convincente dei cento minuti di visione.

Visione che si propone come una sorta di assai libero aggiornamento di un classico shakespeariano come Molto rumore per nulla, adattato ai tempi moderni anche nella scelta di rendere centrale ai fini narrativi il matrimonio tra due donne, elemento scatenante del secondo incontro tra i due (in)consapevoli innamorati.

Insieme contro tutti

Ben presto Ben e Bea finiscono per essere sia schiavi che artefici della loro situazione, prima burattini e poi manipolatori a loro volta, in un gioco delle parti potenzialmente interessante. Peccato che la sceneggiatura scada a tratti in soluzioni banali e prevedibili, tanto che la storia sembra risolversi in un incessante susseguirsi di gag, alcune riuscite – su tutte l’improbabile citazione a Titanic – altre meno e fin troppo sessualizzate, finendo per scadere a tratti in una certa ripetitività.

Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, Tutti tranne te può contare su valori produttivi di alto livello e un cast all’altezza anche negli eterogenei ruoli secondari e allo stesso tempo la regia di Will Gluck – che ne veniva dagli spassosi film di Peter Rabbit – ha polso e ritmo. Fattori che garantiscono un certo divertimento e nascondono almeno in parte le pur evidenti falle di una narrazione che non offre effettive sorprese di sorta.

Conclusioni finali

Spesso sono gli opposti che si attraggono, ma i protagonisti di Tutti tranne te sembrano smentire la regola: biondi, dal fisico scolpito, carismatici e problematici. Glen Powell e Sydney Sweeney sono gli interpreti ideali che ogni regista di rom-com vorrebbe avere a disposizione, belli e bravi nonché legati da un’alchimia irresistibile, che catalizza l’attenzione del pubblico, mettendo in secondo piano una storia fin troppo scontata e anonima nelle sue dinamiche chiave.
Romanticismo e un divertimento facile-facile, con gag e battute che vanno a segno a corrente alternata, con la vacanza da sogno dei protagonisti e un matrimonio che si ha da fare, caratterizzano cento minuti di visione all’insegna di un gradevole intrattenimento senza troppe pretese.

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