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Tutti i film di Quentin Tarantino

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In attesa di vedere anche nelle sale italiane l’attesissimo C’era una volta a…Hollywood, la cui distribuzione nel Belpaese è prevista per il 19 settembre, riscopriamo insieme la filmografia di uno dei registi più amati dal grande pubblico, ossia Quentin Tarantino. Un autore originale e capace di spiazzare fin dal suo esordio con Le iene e di segnare una tappa importante del cinema moderno con Pulp Fiction, firmando poi altri cult visti e rivisti da milioni di fan. Andiamo così a vedere quanto fatto dal nostro dagli inizi della sua carriera fino ai tempi più recenti, consigliandovi di recuperare alcune lacune qualora ve ne fossero e diventare completisti dell’istrionico cineasta.

I film di Quentin Tarantino

Le iene (1992)

A Los Angeles un gruppo di criminali organizza una rapina a un importatore di diamanti: il colpo però non va a buon fine e ha luogo una sparatoria che obbliga i malviventi a una fuga improvvisata. Questi devono ritrovarsi in un posto prestabilito da Joe, il loro leader, ossia un deposito abbandonato. I primi a raggiungerlo sono Mr. White e Mr. Orange, quest’ultimo gravemente ferito. Ogni componente dalla band conosce gli altri solo con il nome di un colore identificativo per paura di possibili tradimenti. Ma ben presto i vari membri temono che un infiltrato della polizia si nasconda tra di loro.

Il film culto che ha lanciato la carriera di Quentin Tarantino, un’opera pulp e violenta che è servita a consolidare il suo stile ed è entrata nel comune immaginario, cinefilo ma non solo. Tra scene cult (quella dell’orecchio su tutte) e dialoghi secchi e brutali, i cento minuti di visioni regalano emozioni forti in serie grazie anche al magnifico ed eterogeneo cast.

Pulp Fiction (1994)

Quattro storie di violenza s’incrociano in una narrazione atipica che si ricollega tra diversi sbalzi temporali. In quella iniziale due balordi sono prossimi a rapinare una tavola calda; nella seconda una coppia di assassini su commissione entra in possesso di una preziosa valigetta preziosa e ottiene l’aiuto di Mr. Wolf, specializzato nel risolve problemi, e vanno a mangiare proprio nella tavola calda precedentemente citata; nella terza uno dei due sicari ha il compito di scortare e accompagnare a ballare la bella e sensuale Mia, la moglie del capo che, per un tragico scambio tra eroina e cocaina, finisce per andare in overdose; nel tassello conclusivo il pugile Butch vince un incontro truccato dal quale doveva uscire sconfitto e si complica la vita.

Tra i capolavori del cinema moderno, un’opera entrata nel mito per la sua capacità di offrire uno stile unico e originale capace di rinvigorire le classiche regole filmiche. Ma Pulp Fiction è soprattutto un’opera di volti e scene madri, con un cast delle grandissime occasioni dove spiccano un rinvigorito John Travolta (la cui carriera è tornata a volare dopo questa straordinaria performance) e Uma Thurman, al centro di una delle sequenze di ballo più iconiche e citate della Settima Arte.

Jackie Brown (1997)

Jackie Brown non è soddisfatta del suo striminzito stipendio da hostess e contrabbanda denaro sporco per Ordell Robbie, un mercante d’armi tanto dal carattere stravagante. Ad aiutarla vi sono la bionda Melanie e l’imbranato Louis Gara. Un giorno Ordell riceve una telefonata dal carcere nel quale è rinchiuso uno dei suoi uomini, Beaumont, che gli chiede di farlo uscire. Ordell ingaggia Max Cherry, un garante di cauzioni, per far uscire il prigioniero: il suo obiettivo è quello di eliminarlo per timore che quest’ultimo spifferi segreti scottanti.

Tra i film diretti da Quentin Tarantino il meno conosciuto dal grande pubblico è sicuramente questo titolo del 1997, adattamento del romanzo Punch al rum di Elmore Leonard. Ed è un’opera da riscoprire non solo per i suoi raffinati omaggi al cinema blaxploitation (corrente di produzioni a basso costo degli anni ’70 avente come pubblico di riferimento gli afroamericani) e la presenza della star di suddetto filone Pam Grier, ma anche per la gestione dell’intreccio e un’impronta registica sempre attenta e precisa. Cast ancora una volta di lusso, con la partecipazione di Robert De Niro, Samuel L. Jackson, Michael Keaton e Bridget Fonda.

Kill Bill: Volume 1 (2003)

La Sposa un tempo apparteneva al team di assassini conosciuto come ‘Deadly Viper Assassination Squad’. Aggredita e lasciata in fin di vita il giorno delle proprie nozze, durante il quale invece lo sposo e altri invitati sono stati uccisi brutalmente per ordine del suo padrino Bill, la Sposa finisce in coma. Dopo cinque anni la donna si risveglia e sotto un ferreo addestramento da parte dei monaci shaolin allo Zen e alle arti marziali, si sente pronta per completare la sua implacabile vendetta e uccidere Bill.

Prende a pieni mani dal cinema di kung-fu questo primo capitolo del dittico dedicato al personaggio della Sposa, magnificamente interpretata da Uma Thurman indossante un’iconica tutina gialla ispirata alla figura di Bruce Lee. Azione e violenza pulp in un film spietato e divertente che vanta partecipazioni eccellenti di un cast orientale, con la splendida Lucy Liu, Sonny Chiba e l’icona Gordon Liu.

Kill Bill: Volume 2 (2004)

Dopo aver completato parte della sua missione, avendo eliminato due degli individui con i quali aveva un conto in sospeso, ossia O-Ren Ishii e Vernita Green, la Sposa continua la propria missione di vendetta, nella quale ha intenzione di eliminare i suoi prossimi obiettivi: Budd, che si è ritirato dal mestiere e vive nel Texas, Elle, e ovviamente la sua storica nemesi Bill. Ma il percorso si complica quando la protagonista viene a conoscenza del fatto che la figlia, ritenuta morta, sarebbe in realtà viva e vegeta.

Tutti i nodi vengono al pettine in questo secondo capitolo che mantiene le coordinate dell’originale e che vede finalmente lo scontro tra la caparbia protagonista e la sua odiata nemesi. Rispetto al predecessore qui le citazioni sono più tendenti all’universo degli spaghetti western (con Ennio Morricone in colonna sonora) ma lo stile pulp rimane una piacevole costante fino alla definitiva resa dei conti.

Grindhouse – A prova di morte (2007)

Jungle Julia, Shanna e Arlene sono tre sexy e scatenate amiche che si trascorrono le loro serate tra due locali di Austin, in Texas, nei quali finiscono per affascinare i clienti di sesso maschile. Tra i molti camionisti e motociclisti che frequentano i pub vi è il rude Stuntman Mike, un killer misogino che si diverte a uccidere le ragazze a bordo della sua truccatissima vettura. Una sera, Mike prende di mira le tre protagonista, ignaro di cosa andrà incontro…scoprendo ben presto che le presunte prede diventeranno vendicative predatrici.

Facente parte in origine del progetto Grindhouse insieme a Planet Terror (2007) del collega e amco Robert Rodriguez, che si proponeva come omaggio al cinema dei “doppi spettacoli” e delle pellicole a basso costo che avevano caratterizzato gli USA degli anni settanta, A prova di morte è diventato poi un film unico. Tra citazioni ai road movie e all’exploitation, le più evidenti ad un cult come Faster, Pussycat! Kill! Kill! (1965), l’operazione avvince e diverte nel suo macabro umorismo e nella sua esibita violenza, con un cast guidato dal carisma di Kurt Russell e dalla bellezza delle tre giovani protagoniste.

Bastardi senza gloria (2009)

Nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, con la Francia sotto l’occupazione dell’esercito del Fuhrer, Shosanna Dreyfus è testimone della brutale uccisione dei suoi familiari per ordine del crudele colonnello nazista Hans Landa. La giovane riesce a mettersi in salvo e scappa a Parigi dove ottiene una nuova identità e un nuovo lavoro come operatrice e proprietaria di un cinematografo. Nel frattempo il tenente Aldo Raine mette in piedi una squadra di soldati, soprannominati come Bastardi, e con la collaborazione dell’attrice tedesca Bridget Von Hammersmark, ha intenzione di mettere il bastone nelle ruote all’esercito tedesco. La loro strada si incrocerà con quella della Dreyfus, alla ricerca di vendetta per quanto subito dai propri cari.

Quentin Tarantino rilegge la seconda guerra mondiale in questo film che prende sviluppi fantastorici all’insegna dell’ironia e della violenza, perfettamente contestualizzati in un impianto da cinema bellico più classico. Grandi scene madri, un cast delle grandissime occasioni (Brad Pitt, Christoph Waltz, Mélanie Laurent, Diane Kruger e Michael Fassbender tra i tanti) e un’ottima caratterizzazione dei personaggi garantiscono emozioni e intrattenimento per tutte le due ore e mezza di visione.

Django Unchained (2012)

Stati Uniti, 1859. Lo schiavo afroamericano Django ha ottenuto la libertà grazie a King Schultz, un ex dentista originario della Germania ora bounty hunter, che spera di essere condotto dal protagonista sulle tracce dei crudeli fratelli Brittle, con i quali ha un conto da saldare. Dopo qualche tempo lo stesso Django diventa un esperto del “mestiere”, ma la sua ossessione è quella di ritrovare l’amata moglie e liberarla dallo stato di schiavitù impostole da Calvin Candie, uno spietato proprietario terriero nelle cui proprietà le persone di colore vengono addestrate per combattere tra di loro per il puro e sadico piacere del loro padrone.

Tarantino, da grande conoscitore di cinema, riporta alla gloria sul grande schermo il personaggio di Django, interpretato per la prima volta da Franco Nero nel cult western del 1966. Qui il protagonista cambia colore della pelle nelle sembianze di Jaime Foxx, permettendo al film di inserire la tematica della schiavitù quale preponderante spinta narrativa degli eventi, destinati ad un finale sanguinoso e ricco di citazioni. Christoph Waltz e Leonardo DiCaprio spiccano per bravura in un cast da incorniciare.

The Hateful Eight (2015)

Qualche tempo dopo la fine della guerra civile, John Ruth, cacciatore di taglie conosciuto come Il boia, scorta la latitante Daisy Domergue. Durante il loro viaggio la strana coppia si imbatte nel Maggiore Marquis Warren, un ex soldato afroamericano dell’Unione diventato bounty hunter, e Chris Mannix, un rinnegato che sostiene di essere il nuovo sceriffo locale. Per via di una devastante tormenta di neve i vari personaggi sono obbligati a trovare rifugio nell’emporio di Minnie, dove finiscono al centro di una partita molto pericolosa.

Il regista assolda qui un cast di fedelissimi (Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Tim Roth) e prestigiose new entry per dar vita ad una parabola western “da camera” ricca di fascino e personalità. Diviso come altri film precedenti in capitoli, sei in questo caso, The Hateful Eight cita qua e là grandi classici di genere, non solo del cinema di frontiera, nonché influenze dalle opere di Agatha Christie rivisitate con uno stile folle e geniale.

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