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True Blood, recensione (no spoiler) della serie HBO sui vampiri

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Il 2008 è stato un anno fondamentale per la rappresentazione della figura del vampiro al cinema e nella serialità televisiva. Al cinema usciva con enorme successo di pubblico teen Twilight di Catherine Hardwicke e con Kristen Stewart e Robert Pattinson, mentre HBO proponeva sul piccolo schermo la serie True Blood.

Ispirato al ciclo di romanzi di Sookie Stackhouse pubblicato dalla scrittrice Charlaine Harris, questo show televisivo firmato HBO è costituito da ben sette stagioni ed ha avuto vita dal 2008 fino al 2014 (anno di debutto della stagione finale). Una serie che ha capovolto la figura del vampiro sul piccolo schermo e che potete recuperare nella sua interezza, se ancora non l’avete fatto, nel catalogo on demand di Sky e su NOW TV.

La trama di True Blood

A Bon Temps, una piccola e tranquilla cittadina della Louisiana vive Sookie Stackhouse (Anna Paquin), una cameriera che ha il dono di leggere i pensieri della gente. Una notte Sookie incontra Bill Compton (Stephen Moyer), un vampiro di 173 anni originario di Bon Temps, tornato in città dopo parecchi anni. Tra i due nasce un legame amoroso che li porta a dover lottare contro i pregiudizi degli amici e dei cittadini di Bon Temps. Nel frattempo una serie di omicidi di donne scuote la tranquillità della cittadina. Uno dei primi sospettati di questi omicidi è Jason Stackhouse (Ryan Kwanten), fratello di Sookie, che era amante di alcune delle vittime del serial killer.

Per scagionare il fratello, Sookie inizia ad indagare negli ambienti dei vampiri, indagini che la portano al Fangtasia, un locale gestito dal potente e affascinante vampiro Eric Northman (Alexander Skarsgard) e dalla sua progenie, la vampira Pam (Kristin Bauer Van Straten). Ciò porta Sookie ad entrare sempre più in contatto con il pericoloso mondo dei vampiri, ma la ragazza può contare sulla protezione di Bill che per salvarla dai pericoli arriva ad uccidere un suo simile e per questo viene punito ed obbligato a vampirizzare l’innocente diciassettenne Jessica Hamby (Deborah Ann Woll), della quale poi diventa mentore e guida.

Perché vedere True Blood?

Perchè assieme al fenomeno Twilight, True Blood ha cambiato una volta per tutte la concezione della figura immaginaria e quasi mitologica del vampiro, declinandola a personaggio affascinante (nel corpo e nella mente) molto più vicino alla sensibilità del pubblico adolescente e giovanile dei primi anni ‘2000 che non appartenente alla polverosa descrizione che ne faceva Bram Stoker nel suo Dracula.

Ideata da Alan Ball (Oscar per la sceneggiatura di American Beauty e creatore anche di Six Feet Under), questa serie televisiva in sette lunghe stagioni è un mix letteralmente letale di altissima carica sessuale tra i suoi giovani protagonisti (su tutti, la new entry Alexander Skarsgard, che con il ruolo del bellissimo Eric Northman si è visto progressivamente aprire le porte di Hollywood) e intrattenimento accessibile ad un pubblico generalista.

True Blood, perché non vederla

In Italia la fortuna di True Blood è stata altalentante, così come negli Stati Uniti. Se le prime tre stagioni (molto più aderenti alle pagine pubblicate da Charlaine Harris) hanno soddisfatto critica e aficionados di età variabile, le successive non hanno però mantenuto le promesse e la qualità. Colpa di un progressivo allontanarsi di Alan Ball dalle redini del suo show, lasciando spazio a trame sentimentali “degne” dei peggiori episodi di Beautiful e di un romanticismo spicciolo che mette da parte gli elementi più horror e truculenti per fare spazio ai problemi di cuore dei suoi protagonisti.

In fin dei conti, un vero peccato per il destino finale di questa serie televisiva che, nel lontano 2008, aveva veramente portato una boccata d’aria fresca nel panorama horror e vampiresco del tempo, forse rivaleggiato soltanto dalle avventure di Buffy l’Ammazzavampiri create da Joss Whedon e che a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi Duemila aveva spadroneggiato nei televisori degli adolescenti di tutto il mondo. Di certo, la fortissima carica erotica di True Blood ha progressivamente allontanato il pubblico più smaliziato, che forse si aspettava di rivivere la casta storia d’amore tra Bella ed Edward di Twilight in formato tv. Non è andata così.

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