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Tropea, da X Factor al disco ‘Serole’: “Sanremo? Magari quando ci sarà la canzone giusta. Da febbraio saremo in tour” – Intervista Video

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In vista dell’uscita del loro primo album (gennaio 2024), noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato i Tropea, band uscita dal talent X Factor nel 2022, formata da Pietro Lupo Selvini (voce), Lorenzo Pisoni (basso), Domenico Finizio (chitarra) e Claudio Damiano (batteria). Intervistarli è stato come andare al parco dei divertimenti, una chiacchierata semiseria, che la dice tutta su quanto la band sia originale nelle scelte musicali tanto come in quelle dei titoli dei brani, come appunto i due singoli Gallipoli e Discoteca che anticipano il disco che si intitolerà Serole. Con i Tropea abbiamo parlato della loro carriera, dell’esperienza a X Factor, ma anche di Sanremo, del disco in uscita e di molto altro ancora.

Tropea, intervista alla band uscita da X Factor

In vista del vostro primo album sono usciti due singoli: “Gallipoli” e “Discoteca”. A cosa vi siete ispirati, perché questi due titoli?

Domenico: “Anche se sono due luoghi, in realtà non hanno un grosso legame con l’ispirazione. Sono due canzoni che ho scritto in due momenti della mia vita. Entrambe fanno parte del disco che si chiamerà Serole che esce a gennaio. Serole è il luogo dove si trova la casa di Pietro, dove ogni tanto ci riuniamo e facciamo musica”. 

Come nasce il nome Tropea?

Pietro: “Anche in questo caso non c’è un legame con il luogo, ci piaceva il suono della parola Tropea e ha messo tutti d’accordo. Sono posti dove non siamo mai stati, invece per il primo disco abbiamo scelto Serole, ed è il primo luogo che ha effettivamente un senso geograficamente per noi”

Quando lavorate a un disco o a una canzone: a cosa pensate? A chi ascolta, a quello che volete raccontare o vi fate condizionare dal fatto che deve fare numeri?

Domenico: “Dai titoli direi che pensiamo a Google Maps principalmente. A parte gli scherzi, ci sono almeno tre possibili risposte, perché io scrivo canzoni, Pietro scrive canzoni, Lorenzo anche e Claudio suona e dà consigli preziosi in fase di arrangiamento. In realtà non è tanto il pensiero quanto le emozioni che si vivono quando si scrivono canzoni. Anche quando le arrangiamo cerchiamo di essere il più possibile fedeli a quello che vuole trasmettere non solo a livello testuale ma anche a livello di comunicazione”. 

Quali artisti vi hanno formato, cosa ascoltavate o ascoltate?

Pietro: “Veniamo tutti dal mondo della musica rock, quella dei papà del rock, quindi dalla musica anni ’60, ’70. Io personalmente già snobbavo un po’ quella degli anni ’80. Poi ci siamo resi conto che vengono fatte delle belle cose anche oggi. Ed è su questa consapevolezza che è nata la volontà di fondare i Tropea”.

Domenico: “A maggio del 2019 ascoltavamo una cosa, il mese dopo un’altra, poi è capitato che Claudio ha smesso di ascoltare musica: da quando ha smesso?”

Claudio: “Da quando ho iniziato ad ascoltare i podcast che non si chiamavano neanche podcast. Adesso ho smesso di ascoltare anche quelli”. 

Che rapporto avete con i social, con gli haters?

Domenico: “Siamo dei memers incalliti della prima ora. Io ero presente su Reddit durante la seconda guerra dei meme che si tenne nel 2016 tra Donald Trump e la CNN, siamo abbastanza veterani. Io la ricordo bene. In realtà quando siamo partiti con Instagram la nostra pagina era un luogo libero e creativo, postavamo anche singolarmente. Oggi i Tropea fanno cose su Instagram quando sono insieme. Quando non vedete delle cose non vi preoccupate è perchè non siamo insieme. Preferiamo quello, piuttosto che avere un servizio a pagamento che fa cose pre-impostate sulla pagina”.

I numeri degli stream vi hanno mai creato ansia?

Claudio: “Per quanto mi riguarda no, sbagliando forse. In realtà non saprei quando dovrebbero mettere ansia: quando stanno calando oppure quando sono troppo alti e non li sai gestire? Non saprei”.

Domenico: “Ad oggi i Tropea con questo primo disco in uscita, questo dei numeri non è stato un parametro importante per noi. Puntiamo a fare qualcosa di qualità. Noi siamo contrari a una valutazione quantitativa e performativa dell’arte”.

Pietro: “Dopodiché mi guardo intorno e vedo dischi d’oro e di platino e mi domando se un giorno anche noi potremmo averne uno”.

Voi siete famosi anche per i live maggiormente: perchè questa scelta? 

Pietro: “Più che una scelta è un’esigenza. La musica la facciamo anche per suonarla davanti a un pubblico. Per noi il live è importante”.

Claudio: “Ciò che ti restituisci un pubblico è inequivocabile, è vero e non è paragonabile a un numero di streaming. Noi lo facciamo per avere la restituzione diretta e vera”.

Voi uscite da X Factor: cosa ha rappresentato per voi quell’esperienza?

Claudio: “Siamo prima entrati, poi siamo usciti. Esistevamo anche prima ed esistiamo ancora. È un’esperienza unica ed incredibile, fuori da ogni normalità. Una grande opportunità di vedere il mondo televisivo, le produzioni. Un’opportunità di apprendimento e di confronto con altri artisti. Quello che facevamo prima e quello che facciamo adesso è rimasto invariato, forse qualche intervista in più”. 

Festival di Sanremo: ci pensate, avete presentato qualche proposta?

Domenico: “Sai che c’è quel meme che dice che si pensa all’Impero Romano almeno una volta al giorno? Forse pensiamo più all’Impero Romano che a Sanremo (Ride ndr). Nel video di Gallipoli c’è una bellissima clip in cui Piso (Lorenzo Pisoni) e Pietro crollano davanti al Teatro Ariston chiuso. Un giorno aprirà e magari loro si alzeranno e li faranno entrare”.

Claudio: “Io ho organizzato un gran bel gruppo d’ascolto per questa edizione. Quest’anno nulla in programma, magari quando ci sarà la canzone giusta”.

Domenico: “Su Sanremo si potrebbero dire tante cose, una volta se consideravi la tua musica contro cultura, non dico che Sanremo era un luogo da evitare, ma c’era sicuramente una sensazione di antagonismo: penso non so a Pino Daniele, Guccini, De André. Ogni percorso è diverso, altri artisti ci hanno flirtato con Sanremo. Ad oggi è una cosa ben diversa, da quella che era venti, trenta anni fa. Anche per come è strutturato il mercato, è un luogo strategico per molti progetti, ma è un passaggio che per quella che è la storia dei Tropea fino ad oggi, come ha ben detto Claudio: se c’è la canzone giusta e l’occasione giusta vale la pena, quindi lo scopriremo solo vivendo”. 

Dovete seguire un cantante per un duetto: quale nome vi viene in mente?

Domenico: “Ci piacerebbe fare un duetto con Marco Castello”.

Lorenzo Pisoni: “Il grande sogno dei primi tempi dei Tropea, quando ascoltavamo Mac DeMarco e Tame Impala, era quello di fare un featuring con loro”.

Claudio: “Già che adesso si può, io lo farei con John Lennon un duetto”

Oltre alla musica quale altra forma d’arte vi appassiona: Cinema, Tv

Pietro: “Personalmente mi piace moto il cinema, le serie tv. Intrattenimento visivo in generale”.

Domenico: “L’arte visiva in generale, la pittura. Non è che abbia molto tempo di coltivare altro oltre alla musica anche se mi piacerebbe”. 

Lorenzo Pisoni: “Anche per me l’arte visiva in generale. Siamo in ottimi rapporti con tanti nostri amici, che performano arti visive e abbiamo anche avuto il piacere di collaborare con dei bravissimi grafici, fotografi, che hanno lavorato per le nostre copertine. Come Giovanni Pagani che ha realizzato la copertina del disco che uscirà a gennaio”.

Claudio: “Arte culinaria”.

Prossimi progetti? Un Tour?

Domenico: “Suonare dal vivo il più possibile il disco. C’è un tour che partirà a febbraio e finirà dopo l’estate. Poi fare altra musica”.

Intervista video

 

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