Tinto alias Nicola Prudente e Roberta Morise saranno i volti dell’estate di Rai1 con “Camper”, il nuovo programma Tv in onda da lunedì 6 giugno 2022 alle ore 12.00 in punto. I due conduttori insieme ai loro inviati ci accompagneranno in lungo e in largo per l’Italia alla scoperta di luoghi incantati dal fascino irresistibile. Un format nuovo pronto a sbarcare in una fascia oraria che per anni, durante il periodo estivo, è sempre rimasta spenta. Ad accenderla ci penseranno loro e la bellezza del nostro paese. Alla vigilia del debutto del nuovo programma Tv del mezzogiorno di Rai 1, noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Tinto. Con lui abbiamo parlato della nuova avventura con “Camper”, della sua compagna di viaggio Roberta Morise e dei suoi progetti lavorativi.
Tinto, intervista esclusiva al conduttore di “Camper”, da lunedì 6 giugno su Rai1
Tinto sta per iniziare questa nuova avventura con “Camper”, quali sono le emozioni a questo debutto?
«La prima emozione è quella di grandissima gioia, qualcuno mi dice: hai paura? Io rispondo no, paura no, è un sentimento di gioia quello che provo. È comunque un debutto importante, con una trasmissione in diretta quotidiana dal lunedì al venerdì in uno studio televisivo e con uno staff di cinquanta persone. Ho una grande responsabilità: quella di portare gli italiani in vacanza attraverso la televisione. Io per scherzare lo definisco il “teletrasporto”, ci sono tante persone che in vacanza con ci possono andare e io le porterò in vacanza insieme a Roberta Morise».
Ti preoccupa il fatto che comunque andrai a prendere il posto nella fascia oraria televisiva di Antonella Clerici? Che rapporto hai con ascolti Tv e percentuali di share?
«Antonella è una carissima amica, con lei ci ho lavorato quando faceva “La Prova del Cuoco”. Sono andato ultimamente ospite da lei per promuovere il programma, mi ha dato molti consigli, è stata carinissima. Avendo lavorato con lei è tutto più semplice. All’epoca c’era l’idea di fare qualcosa d’estate proprio in quella fascia oraria. Solitamente è una fascia che d’estate è sempre stata spenta o c’erano delle repliche come “Don Matteo”, lei mi ha detto: “meglio che sia accesa e se è accesa è meglio che ci sia tu Tinto”».
«Gli ascolti Tv non sono la nostra prima preoccupazione. C’è molta voglia di sperimentare. Si parla sempre di sperimentare, di dare la possibilità ai nuovi volti di esprimersi, poi se vai a vedere ci sono sempre gli stessi volti, sempre gli stessi programmi o format internazionali. “Camper” è un progetto che va verso la sperimentazione, poi fare un programma sul turismo in Italia direi che è tutto. Anzi mi domando come mai non ci ha pensato nessuno prima. Abbiamo tutti riscoperto il nostro Paese dopo due anni di pandemia. Il programma parte lunedì 6 giugno e molte persone ancora devono prenotare le vacanze, quindi faremo anche servizio pubblico perchè qualcuno può prendere spunto dai luoghi che mostreremo. Parleremo dei borghi, dei cammini con i vari sentieri in mezzo ai boschi, parleremo di mare, dove si va anche solo per una gita fuori porta e non solo per le vacanze principali».
Con te ci sarà Roberta Morise, cosa vi accomuna?
«Ci accomuna il sorriso. Sono una persona che prima di pensare cosa indossare pensa a indossare il sorriso. Sono papà di due figli, sono un giocherellone. Provo sempre a sdrammatizzare qualsiasi problematica, poi è chiaro che sono serio in determinate situazioni. Il sorriso è il capo di abbigliamento fondamentale, quasi come l’intimo. Anche Roberta è una ragazza solare, sorridente, spensierata. Non è mai impostata, è una ragazza spontanea, è molto intelligente e per di più è mediterranea, una bellezza mozzafiato che ti lascia senza parole. C’è sia l’immagine ma anche la testa, c’è una sintonia mentale, sembra che ci conosciamo da tanti anni. Io l’ho conosciuta tempo fa, sono andato ospite a “I fatti vostri”, una volta venne come ospite in una mia trasmissione che si chiamava “Frigo” e già quella volta mi colpì».
La Morise è reduce dall’esperienza all’Isola dei Famosi, l’hai seguita? Parteciperesti a un reality come l’Isola oppure a uno come il GfVip?
«Dei reality quello che farei è “Pechino Express”, inteso come road, tempo fa feci anche un provino. I reality che ti possono insegnare qualcosa li farei. Anche l’Isola ad esempio è sicuramente un’esperienza con te stesso. Ci sono dei reality che ti possono lasciare qualcosa proprio a livello di insegnamento. Esperienza che senza la televisione non avresti mai fatto, come “Pechino Express”».
Cosa dobbiamo aspettarci da “Camper”, quali sono i posti che ci mostrerete?
«La prima settimana saremo in Campania, spalancheremo la finestra su una regione molto solare: la canzone “‘O sole mio” non poteva essere composta in Lombardia. La seconda settimana saremo dalle mie parti, in Toscana, altra regione dove il buon vivere e il buon cibo sono innati. Questi saranno i primi due territori. Ogni settimana ci sarà anche una sfide ai fornelli dove si sfideranno altre due regioni, che non necessariamente saranno quelle dove il camper va in giro. La prima settimana ad esempio con la presenza della nostra giudice Federico De Denaro si sfideranno l’Abruzzo e l’Emilia Romagna. Quello che è importante di “Camper” è lo spirito di gruppo, noi vogliamo parlare di bellezze italiane e di turismo in tutte le sue forme. Mostreremo quello che si cerca quando si va in vacanza, ci sarà il buon cibo, dove passeggiare per fare lo shopping, le spiagge, i borghi. Ci sarà la musica con Samuel Peron e i suoi balli».
Sei esperto di enogastronomia e di agricoltura. Come nasce questa passione?
«Nasce dalle mie origini, io sono nato in Puglia a Mesagne e sono cresciuto in Toscana a Pistoia. Una persona che nasce e vive in determinati territori non può non essere appassionato di gastronomia, di vino e della buona tavola. Sono sposato con una venezuelana, quindi posso dire di avere una cultura internazionale. Poi sono curioso per natura e una persona curiosa va a cercare i piatti tipici dei vari luoghi».
Si è da poco conclusa la prima stagione di “Citofonare Rai2” con Simona Ventura e Paola Perego, dove hai curato la rubrica il Frigo dei vip. Quale personaggio ti ha incuriosito e come ti sei trovato con Simona e Paola? Ti rivedremo anche nella prossima stagione?
«Con Simona e Paola mi sono trovato benissimo. Non conoscevo Simona così tanto, sono andato qualche volta ospite a “Quelli che il calcio” quando lei conduceva la trasmissione. Ho avuto modo di approfondire la conoscenza con lei, che è una grandissima professionista da cui ho solo da imparare. Con Paola ho avuto molto più a che fare negli anni precedenti, è stata ospite a “Frigo”, quindi la conoscevo molto di più dal punto di vista professionale e dal punto di vista umano. Anche lei una signora della tv.
«Ho avuto il pacere di confrontarmi con due persone con molti anni di esperienza più di me e che hanno fatto Tv probabilmente anche in un periodo in cui la televisione era diversa, dove non c’erano i social. Quando ti trovi a lavorare con persone come loro, ti porti a casa una ricchezza che non ha prezzo. Non esistono master o corsi per poter apprendere determinati segreti. Io sono laureato in Scienze della Comunicazione, quello del conduttore radiofonico e televisivo è un mettere che si impara sul campo, non esiste un professore che ti insegna. Anche a “Citofonare Rai2” siamo un gruppo di persone con la voglia di divertirsi e lavorare a un progetto comune: quello di entrare nelle case delle persone. Se tornerò il prossimo anno? Certo tornerò anche il prossimo anno. Ho anche il programma alla radio “Decanter”, poi tutto dipende anche da come andrà il programma “Camper”».
«La persona che mi ha colpito durante la mia rubrica a “Citofonare Rai2” è stata Patrizia Pellegrino. Una persona solare, sorridente, appassionata di musical. Ha una cucina ben curata, lei è una persona molto attenta. Nel suo frigo ricordo c’era una treccia di Bufala arrivata dalla Campania, ed è finita a tarallucci, vino e treccia».
Hai un seguito di oltre 30mila follower sul tuo profilo Instagram. Che rapporto hai con i tuoi follower e con i social?
«I social sono una fonte di grande ispirazione, io stesso creo dei video, non posso però definirmi influencer. È un canale diretto con i tuoi fan che oggi si chiamano follower. A rispondere sono io ai messaggi dei miei follower, mi piace interagire con loro. Oggi un programma Tv non può essere solo in Tv, deve essere anche sui social con magari dei contenuti nuovi. Oggi bisogna pensare anche digitale».
Nasci come conduttore radiofonico insieme a Federico Quaranta, poi sei approdato in tv e sei diventato anche scrittore. Quando hai capito che nella tua vita ci poteva essere anche la tv oltre alla radio? E in quale di questi tre ambienti: radio, tv ed editoria, ti trovi più a tuo agio?
«La radio è come il primo amore, non si scorda mai. Sei tu, il pubblico e la musica. In radio conta la personalità, non ci sono sovrastrutture. Io reputo che la radio sia simile alla scrittura perchè lascia al pubblico l’immaginazione. Se io parlo dei vicoli di Napoli e del profumo di pizza fritta, ognuno può immaginarlo in modo soggettivo, la tv invece manda in onda delle immagini in maniera oggettiva e tu non completi nulla».
«Credo che una persona che ha fatto il conduttore radiofonico, ad esempio Carlo Conti e Gerry Scotti, quando poi va in tv ha una marcia in più perché conosce i tempi e ha la capacità di gestire la diretta e di non trovarsi mai spiazzato. In radio un silenzio è un errore in tv un silenzio puoi riempirlo con delle immagini. È molto più difficile fare radio che televisione, poi se hai nelle tue esperienze tutte e due allora ancora meglio».
«Il libro è simile alla radio, perchè tu leggi un libro e immagini. Fai un viaggio mentale con quello che dice lo scrittore. Il Covid è stato un momento per me per distrarmi, avevo da tempo in testa di scrivere il mio primo romanzo e con il Covid ho avuto il tempo di scrivere “Il collo della bottiglia, storie di vite”. La tv è un completamento, è un arricchimento, è la possibilità di confrontarsi con due mezzi. Forse sarebbe stato difficile il percorso inverso. Come quando porti la macchina e conosci già i segnali stradali perchè portavi il motorino».
Devi rubare un programma televisivo a qualcuno, a chi e quale?
«A David Letterman ruberei volentieri il “David Letterman Show”. Mi piacerebbe fare un “Kitchen Late Night”, un programma dove la cucina sia presente. Hai presente la spaghettata di mezzanotte? Quando da studente tornavi a casa e ti fai la spaghettata? Ecco qualcosa del genere. Potrebbe essere un bel mix tra radio e tv, un “Late Night Cooking Show”. Un programma della tv italiana invece che mi piacerebbe fare è “Affari Tuoi”, dove c’è sia la componente games ma anche l’intrattenimento. Mi piaceva molto quando a presentarlo era Paolo Bonolis».
Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Attualmente sono concentrato su questa grande opportunità con “Camper”, spero che mi dia quella preparazione per condurre programmi della tv generalista e non solo di cucina come quelli che ho fatto in passato. “Camper” è un programma importante, in diretta, per me è innanzitutto un confronto e un apprendimento. Un po’ come quando si è un direttore d’orchestra, ecco se dovessi usare una metafora mi piacerebbe essere un direttore d’orchestra capace di suonare diversi generi, perchè ad oggi ho fatto solo la musica sinfonica. Mi aspetto di fare un percorso, cosa che ultimamente manca soprattutto nella mia generazione».
«Se bisogna trovare il futuro conduttore del Festival di Sanremo, devi comunque lavorarci già oggi. Amadeus e Carlo Conti, anche loro hanno iniziato con programmi estivi, per arrivare a condurre Sanremo devi comunque fare un percorso. Negli ultimi anni credo si sia fatta una scelta ben precisa. Penso che la Rai ha voluto puntare su nuovi volti che siano già preparati, “Mamma Rai” li prende per mano e fa fare loro un percorso che porterà poi un giorno i suoi frutti. Anche il voler puntare su di me credo sposi questa scelta. Non si può mettere una persona che non sia preparata alla conduzione di un programma. Io ho sempre voluto fare televisione, il mio mito televisivo era Corrado, ricordo che lo guardavo con mia nonna, io da piccolo dicevo che volevo essere Corrado».
Secondo te “Camper” può essere un format adatto anche per la stagione televisiva invernale?
«Essendo un programma che ti mostra l’Italia con le sue bellezze, le sue eccellenze e quindi ti parla di turismo in tutte le sue forme, credo di si. Tu viaggi tutto l’anno, quindi perchè no. Poi è chiaro ci sono dei periodi di punta legati chiaramente all’estate, alle vacanze di Pasqua, a quelle invernali, Penso potrebbe essere un buon format per andare a sostituire le repliche che solitamente si mettono. Poi con il camper si va anche sulla neve, durante il turismo invernale. È un programma attuale poi fatto in Italia con il patrimonio che abbiamo figurati».
Una curiosità: da dove nasce il tuo nome d’arte Tinto?
«Tinto nasce da “Vino Tinto”, quindi legato al rapporto con l’enogastronomia. Nicola Prudente mi sembrava più adatto per una scuola guida».