This Is Going to Hurt, la recensione (senza spoiler) della serie drammatica su Disney+

This Is Going to Hurt

Arrivata abbastanza in sordina su Disney+, This Is Going to Hurt è una delle visioni più amare e anche crude del 2022. Basata a partire dal libro di stampo autobiografico Le farò un po’ male. Diario tragicomico di un medico alle prime armi di Adam Kay, la serie è stata prodotta e distribuita inizialmente da BBC. Nei panni del protagonista Ben Whishaw, al timone di sette episodi che si destreggiano con sagacia tra dramma e commedia nelle corsie di un ospedale inglese.

La trama di This Is Going to Hurt

Londra, 2006. Adam Kay (Whishaw) è un giovane medico che lavora nel reparto di ostetricia e ginecologia di un ospedale pubblico prossimo al collasso a causa delle continue mancanze di fondi e personale. Le continue difficoltà professionali e personali di Adam riflettono i ritmi disumani e le continue pressioni alle quali sono sottoposti tutti coloro che lavorano in un servizio pubblico insufficiente.

Sotto la sua ala c’è la specializzanda Shruti (Ambika Mod), altrettanto compressa dalla necessità di conciliare lo studio per portare a termine il proprio percorso accademico e i numerosi turni di tirocinio. Le cose finiranno per deragliare fino a un punto di non ritorno in cui Adam dovrà prendere delle fondamentali decisioni per la sua salute mentale e per l’avvenire della sua vita.

Perché guardare This Is Going to Hurt

This Is Going to Hurt non fa nulla per indorare la pillola. Non ha interesse a farlo e soprattutto non avrebbe senso alcuno farlo. E’ una serie che attraverso le peripezie tragicomiche, come recita il titolo dell’opera della quale è adattamento, del protagonista Adam si pone a riflessione dello stato di declino del servizio sanitario pubblico inglese. Turni massacranti di decine e decine di ore, continue mancanze di strumentazioni e disponibilità di personale, pressioni dirigenziali interessate più all’adeguamento del budget che al benessere effettivo dei pazienti.

Quella della serie è una disamina molto cruda che attraverso toni che non sono mai apertamente comici illustra l’illogicità di un ambiente che dovrebbe garantire sicurezza e la migliore possibilità di risoluzione dei problemi. Invece quello dell’ospedale in cui lavora Adam è un luogo dove bisogna farsi la scorza dura e dove si rischia l’esaurimento nervoso, fino ad arrivare a mettere in pericolo chi di cui ci si dovrebbe prendere cura con tatto e delicatezza e anche il proprio benessere personale al di fuori dell’orario di lavoro.

This Is Going to Hurt, perché non guardare la serie

Ribadiamolo: This Is Going to Hurt non è una visione semplice. Tutt’altro. Mette davvero in difficoltà in più di un’occasione per la durezza del suo racconto e anche per il modo in cui decide di cercare di raccontare questo progressivo declino. E’ una visione complicata anche nel suo non risparmiare allo spettatore momenti di sofferenza fisica dei pazienti con cui ha a che fare Adam.

Non è spettacolarizzazione del dolore e la serie non scade mai nel gratuito. Tutto è giustificato nel tratteggiare il clima di confusione e di difficoltà in cui chi sceglie di lavorare nel servizio pubblico si ritrova ad avere a che fare. Un continuo turbinio in cui di necessità si deve sempre far virtù, dare il proprio meglio e forse dare tutto, fino all’ultima goccia che fa traboccare un vaso che può ingurgitare e ingurgitare ancora prima di scoppiare. This Is Going to Hurt è tosta, ma è anche un’opera molto onesta che mette in dubbio molte certezze e riallinea molte prospettive.

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