Thelma l’unicorno, recensione (no spoiler) del film d’animazione

Thelma l'unicorno

Thelma è una piccola pony che vive in una fattoria ma sogna di sfondare nel mondo della musica insieme ai suoi amici, nonché compagni di band, Otis l’asino e Reggie il lama: il loro gruppo, ancora sconosciuto, si chiama The Rusty Buckets. Dopo l’umiliazione subita durante un’audizione cittadina per un popolare talent show, Thelma pensa di abbandonare per sempre le sue ambizioni almeno fino a quando un goffo camionista non la sporca accidentalmente con della vernice rosa. Con una carota sulla fronte a mo’ di scherzo, la protagonista fa colpo su alcuni passanti e decide di esibirsi davanti a loro, che la riprendono con lo smartphone. Il video diventa virale e Thelma, che viene scambiata da tutti per un unicorno, entra nelle mire delle grandi case discografiche, rischiando però di perdere se stessa.

Thelma l’unicorno: cantare per un sogno – recensione (no spoiler)

La scala per il successo è costellata di imprevisti e anche la bizzarra protagonista di Thelma l’unicorno lo scoprirà presto a proprie spese, con tutti i pro e i contro del caso. Un film d’animazione pop e colorato, che richiama l’immaginario degli animali non solo parlanti ma anche cantanti, che già tanta fortuna ha dato all’omologo franchise di Sing, cercando di replicarne il successo tra gli abbonati di Netflix, che hanno già premiato l’operazione con un buon numero di visualizzazioni.

Certo l’ora e mezzo, scarsa, di visione non può contare sullo sforzo produttivo di Illumination Entertainment e a livello di canzoni e varietà perde nettamente il confronto con il titolo sopracitato. Qua la colonna sonora e la scelta delle potenziali hit non è mai travolgente, a cominciare da testi che sembrano fortemente indirizzati a un un pubblico giovane, all’insegna del più classico – ma anche più banale – racconto di formazione.

È nata una stella

Diretto da Jared e Jerusha Hess, marito e moglie autori tra gli altri dei dissacranti Napoleon Dynamite (2004) e Nacho Libre (2006), Thelma l’unicorno è l’adattamento di un romanzo per ragazzi e proprio nella base vanno riscontrate certe scelte narrative e di relativa messa in scena. Non ha d’altronde l’ambizione di competere per grossi premi, ma soltanto di divertire il principale target di riferimento con il suo mix di immagini variopinte e sonorità cool e commerciali,di facile presa sul grande pubblico.

L’animazione si rivela maggiormente ispirata quando si tratta del character design delle figure animali, con un buon numero di specie antropomorfi in questo mondo dove convivono tranquillamente con gli esseri umani. Quest’ultimi invece sono tratteggiati con uno stile non sempre convincente, così come alcune gag e siparietti che risentono di poca ispirazione, finendo per scimmiottare produzioni ben più famose senza una distintiva personalità.

Poco male perché i più piccoli difficilmente avranno da lamentarsi mentre i grandi forse avrebbero potuto aspettarsi qualcosa di più rispetto a un compitino che sembra il classico more of the same.

Conclusioni finali

Una pony che ha il sogno di diventare una star musicale diventa famosa da un momento all’altro dopo essere stata casualmente scambiata per un unicorno. Ma fama e denaro rischiano di farle perdere il contatto con la realtà e con le persone a lei più care, in un viaggio andata – ritorno nelle controversie dello star system.

Un film d’animazione privo di malizia, indirizzato a un target composto soprattutto da giovanissimi, che ci accompagna nel tipico coming-of-age a prova di grande pubblico. Tecnicamente discreto ma mai eccellente e poco originale, Thelma l’unicorno intrattiene coi suoi colori accesi e con le sue canzoni di facile presa, ma si dimentica assai in fretta a fine visione.

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