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The Jester, la recensione dell’horror (no spoiler)

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Un uomo si toglie la vita impiccandosi nei pressi di un ponte. O almeno così è parso alle autorità, in quanto il pubblico dall’inizio sa già bene che quella morte non è stata voluta, ma bensì addebitabile alla presenza di un individuo mascherato che ha costretto la vittima, con la forza del pensiero, a compiere controvoglia quell’estremo gesto. Il funerale porta a conoscersi per la prima volta le due figlie dell’uomo, frutto di diversi matrimoni. La primogenita Emma, che il defunto aveva chiamato la sera stessa del suicidio, è carica di risentimento nei confronti di quel padre che l’ha abbandonata quando era ancora piccola e anche per questo prova un profondo astio nei confronti della pur incolpevole sorellastra, la più giovane Jocelyn. Entrambe riceveranno la visita di quel “giullare” dalle inquietanti fattezze e si ritroveranno loro malgrado protagoniste di una notte da incubo.

The Jester: maschere e pugnali – la recensione del film

Il grande successo della saga di Terrifier, sulla bocca di tutti anche rispetto ai suoi reali meriti, ha riportato in auge tra il grande pubblico la figura del babau ad iconografia clownesca e non sorprende perciò che nella top 10 dei titoli più visti su Amazon Prime Video abbia fatto capolino anche questa pellicola del 2023, un horror a basso budget che difficilmente avrebbe attirato l’attenzione in maniera così incisiva senza le succinte premesse.

The Jester è infatti un b-movie in piena regola, che non riesce a espandere al meglio un paio di spunti originali presenti in sceneggiatura per via di un budget eccessivamente ridotto,che dona all’ora e mezzo di visione un sapore pseudo-amatoriale. La sceneggiatura soffre inoltre di marcate ingenuità nella gestione del rapporto tra le due sorellastre e delle figure di contorno, che diventano carne da macello come nel più canonico degli slasher.

I nuovi mostri

A rendersi invece inaspettatamente accattivante è il vero e proprio villain, quel giullare del titolo che si affida all’eccentrica fisicità del suo interprete, che non vediamo mai in volto sempre coperto da una maschera: Michael Sheffield riesce però a risultare inquietante proprio nel suo nascondersi, con movenze che richiamano al Joker di Batman – e in particolare alla versione di Tim Burton / Jack Nicholson – e un look alquanto peculiare. Oltre alla mostruosa bautta che nasconde i suoi lineamenti, il vistoso completo elegante di color arancione e un cappello in stile anni Cinquanta completano il design di un cattivo più sui generis del previsto.

Il racconto segue alcune soluzioni archetipiche, dalla casa stregata ai mazzi di carte, dal gioco dei tre bicchieri agli omaggi ai classici dell’orrore – in questo caso viene citato il seminale La casa dei fantasmi (1959) con Vincent Price – e la regia di Colin Krawchuk, anche co-autore dello script, fa quel che può con gli scarsi mezzi a disposizione, troppo esigui per dar vita a un qualcosa di effettivamente consigliabile.

Conclusioni finali

Gli onnivori dell’horror potranno forse trovare un paio di spunti potenzialmente accattivanti nell’ora e mezzo di The Jester, ma gli evidenti limiti produttivi che vanno di pari passo con una sceneggiatura ambiziosamente inconcludente impediscono a questo villain, già comparso in alcuni cortometraggi, di diventare una nuova potenziale icona del genere.

Questo moderno giullare che punisce e perseguita, nemico reale o frutto dell’immaginazione, le sue malcapitate vittime ha un insano fascino, imbrigliato nelle maglie di un racconto che si prende pure troppo sul serio nella sua analisi introspettiva di legami familiari incrinati e/o in divenire.

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