The Falcon and the Winter Soldier, recensione no spoiler della miniserie Marvel

The Falcon and the Winter Soldier

Dopo il grande successo di pubblico e critica di WandaVision su Disney+, la Marvel di Kevin Feige continua la sua felice esperienza televisiva con altre miniserie dedicate ai suoi eroi con superpoteri. Il 19 marzo 2021 debutta nel catalogo della piattaforma di streaming The Falcon and the Winter Soldier, ideata e scritta da Malcolm Spellman e interamente diretta da Kari Skogland.

La miniserie, costituita da soli sei episodi, segue le vicissitudini dei personaggi interpretati rispettivamente da Sebastian Stan e Anthony Mackie, subito dopo gli eventi epici di Avengers: Endgame. Il successo di pubblico di telespettatori per The Falcon and The Winter Soldier è stato immediato, un po’ meno quello di critica. Vediamo perché.

La trama di The Falcon and The Winter Soldier

Sei mesi dopo il Blip, Sam Wilson (Anthony Mackie) collabora con la US Air Force. Durante una missione in Tunisia Sam salva un soldato preso in ostaggio da Georges Batroc. In seguito si incontra con il suo amico Joaquin Torres, che sta indagando su un gruppo di terroristi chiamati Flag-Smashers, i quali credono che il mondo fosse un posto migliore durante il Blip. Tornato a Washington, D.C., Sam, a cui Steve Rogers ha affidato il ruolo di Captain America, fa fatica ad accettare tale compito e dona lo scudo di Rogers allo Smithsonian Institution.

Nel frattempo a New York, Bucky Barnes (Sebastian Stan), dopo aver ricevuto la grazia dal governo, cerca di fare ammenda per il suo passato come Soldato d’Inverno, aiutato dalla sua psicologa, la dottoressa Raynor. Bucky si incontra con il signor Nakajima, ma non ha il coraggio di dirgli che il Soldato d’Inverno è responsabile per la morte di suo figlio.

The Falcon and The Winter Soldier, perché vederla

Perché recuperare The Falcon and the Winter Soldier? Innanzitutto perché è un tassello fondamentale per la continuità del Marvel Cinematic Universe, puzzle narrativo di grandissimo respiro che, senza aver visto alcuni dei suoi pezzi, è poi difficile da comprendere nella sua interezza. E poi perché la chimica sul set tra i personaggi interpretati rispettivamente da Anthony Mackie e Sebastian Stan è semplicemente sensazionale.

Inoltre, la creatura televisiva ideata da Malcolm Spellman di proprietà di Disney+, in soli sei episodi riesce a mettere in campo riflessioni interessanti sulla situazione geo-politica sia dell’universo di finzione a cui fa riferimento, sia alla nostra realtà quotidiana, affermandosi come uno dei prodotti del Marvel Cinematic Universe più complessi e politici in assoluto. Forse è anche per questo che molti hanno storto il naso alla conclusione di The Falcon and the Winter Soldier.

Perché non vedere The Falcon and The Winter Soldier

Perché c’è sempre un altro lato della medaglia. The Falcon and The Winter Soldier ha una durata piuttosto breve (soli sei episodi), eppure molti sembrano non aver apprezzato la carica seriosa e, come avevamo accennato poco sopra, politica della creatura televisiva creata da Spellman e diretta da Kari Skogland. Il rischio infatti è stato di proporre ad un vastissimo pubblico di telespettatori un prodotto sì appartenente all’universo Marvel, ma anche profondamente contemporaneo ed attuale, se non addirittura violento ed eccessivamente adulto per una audicence di adolescenti.

Per questi motivi The Falcon and The Winter Soldier è stato un po’ messo da parte rispetto ad altre serie televisive del canone Marvel; di certo, arrivare cronologicamente poco dopo il debutto fulminante di WandaVision su Disney+ non gli ha fatto bene, ed ha caricato di aspettative (legittime, ma forse piuttosto irreali) le avventure di Bucky Barnes e di Sam Wilson.

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