The Avengers, i motivi per i quali è un film da vedere a cura di Christian Fregoni

The Avengers, una scena del film

L’ambizioso progetto denominato “Fase Uno” del Marvel Cinematic Universe (MCU), ovvero quello di creare una serie di film collegati tra loro che si focalizzassero sull’introduzione al grande schermo di tutta la compagine supereroistica che poi andrà a riunirsi nel gruppo dei Vendicatori, trova la sua degna chiusura in questo film blockbuster dall’immenso potere corale “The Avengers”.

Riunire in un solo film personaggi del calibro di Iron Man (Robert Downey Jr.), Captain America (Chris Evans), Thor (Chris Hemsworth), Hulk (Mark Ruffalo), Vedova Nera (Scarlett Johansson), Occhio di Falco (Jeremy Renner), sotto la severa guida di Nick Fury (Samuel L. Jackson), per combattere il nemico comune Loki (Tom Hiddleston), non è affatto impresa facile!

Affidandosi alla regia e sceneggiatura del talentuoso Joss Whedon, l’allegra brigata trova il suo naturale teatro dell’azione, in cui potersi esibire liberamente, senza alcun tipo di eclissamento vicendevole, andando quindi a creare un “’superhero movie” forte di uno squisito gusto pop, nell’etimologico senso della parola.

Avengers è pura esaltazione della cultura popolare, debitrice verso la nutrita schiera di cultori fumettistici e cinematografici che non aspettavano altro per vedere i propri beniamini in azione.

I motivi per i quali “The Avengers” è un film da vedere

Forte di un successo al lancio senza precedenti, nella stagione 2012/2013, con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo e mezzo di dollari, vediamo più in dettaglio i motivi per cui questo cinecomic va visto per meglio comprendere l’ottica generale in cui è stato inserito.

1. Vendicatori Unitevi!

Il MCU è nato con il primo film di “Iron Man” (2008), e nonostante questo già nel 2005 si era abbozzato un primo progetto di creazione del film Avengers. La data di lavorazione e rilascio è stata poi spostata al 2012, per meglio dare spazio all’introduzione personale dei vari supereroi che poi andranno a formare il gruppo dei Vendicatori.

L’essere riusciti a portare un’idea simile sul grande schermo ha dato modo di creare un’opera prima senza alcun precedente, con un utilizzo di mezzi impressionante e il coinvolgimento di una compagine attoriale di tale calibro mai vista prima. Il meccanismo è oliato alla perfezione, gli attori recitano in maniera impeccabile, ciascuno facendo trasparire esattamente la propria natura, senza scalzarsi ed entrando quasi in simbiosi tra loro.

Il film vive di due momenti: una prima parte dedicata al reclutamento dei vari supereroi e una seconda in cui viene messa in scena la battaglia finale in cui dovranno vedersela con il nemico comune.

2. Crossover

Il film è una perfetta opera corale. Nasce come naturale conseguenza di tutte le opere precedenti, create con l’intento di presentare nel dettaglio i vari supereroi, riunendoli in un progetto comune senza la necessità di dover dare troppe spiegazioni.

Gli eroi sono già noti e codificati, con l’eccezione di Occhio di Falco e Vedova Nera, e per questo scevri di ogni esigenza di chiarimento. Il film è intrattenimento puro, dall’inizio alla fine, riuscita messinscena di personalità eccentriche ed estremamente variegate, ma non per questo fenomeni isolati.

Anzi, sono proprio le differenze sostanziali delle varie parti a comporre l’armonica unione della totalità. Non può esistere “Avengers” senza l’interezza dei suoi straordinari interpreti. Lo dimostra l’incredibile successo ricevuto al botteghino e la conseguente necessità di espandere ulteriormente questo multiforme universo cinematografico, popolato di surreali figure di cui il mondo ha estremo bisogno.

3. Cast

Inutile parlare di “Avengers” senza menzionare l’eccellente lavoro attoriale che lo caratterizza. Un reclutamento di pezzi da novanta di tale portata normalmente necessiterebbe di un film di lunghezza spropositata per dare libero sfogo delle potenzialità dei suoi interpreti. Ci troviamo qui, invece, ad assistere a un’opera in cui gli attori sono padroni sin dall’inizio dei propri ruoli.

Ottimo teatro delle parti e gradevole padronanza del mezzo, danno vita a sequenze memorabili dettate dall’enorme carisma dell’Iron Man di Downey Jr. con la sua sardonica verve comica, il Captain America di Evans fin troppo umanizzato e ricco di conflitti interiori che lo portano più volte a dubitare di essere realmente elemento fondamentale ai fini della permanenza nel gruppo, l’amichevole rivalità tra Hulk e Thor entrambi personaggi sopra le righe e perfetti complici di un licenzioso tentativo di primeggiare sugli altri.

Lodevole poi la presenza del Loki di Hiddleston a far da nemesi comune al supergruppo, nemico senza il quale il film avrebbe poco senso di esistere. Il lavoro di Whedon trova il suo punto di forza proprio nella mancanza di necessità di prendersi troppo sul serio: i supereroi si trovano a dover collaborare per il semplice motivo che ciascuno di loro, preso singolarmente, non è strettamente essenziale alla lotta contro il male, mentre, andandosi a coalizzare in un gruppo eterogeneo, si viene a creare l’armonia ideale necessaria per poter esprimere al meglio le singole potenzialità.

4. Joss Whedon

Affidare un lavoro di tale entità a un artista conosciuto fino ad allora principalmente per lavori più televisivi che cinematografici, rappresentava sicuramente una potenziale lama a doppio taglio. L’impresa si è invece rivelata sicuramente vincente: Whedon confeziona un lavoro solido ed equilibrato.

La macchina da presa non fa alcun tipo di favoritismo nel presentare le azioni dei supereroi, dando ad ognuno il tempo necessario di agire ed esprimersi. Come già accennato in precedenza, la fase iniziale del film tende ad incentrarsi sui vari personaggi presi individualmente, in quanto comunque necessitano di una contestualizzazione ai fini dello svolgimento della trama, per cui vive di alcune lungaggini che appesantiscono il prodotto finale.

Queste piccole carenze vengono invece perdonate durante la seconda metà della pellicola, in cui siamo testimoni di un dispiegamento di effetti speciali mastodontico e l’azione si focalizza sulle gesta dei Vendicatori ormai riuniti in una vera e propria squadra. La battaglia di New York è pura gioia per gli occhi, tripudio di spettacolarità ed intrattenimento, con la mano del regista che si sposta fluida e sinuosa tra i vari combattimenti proposti all’interno di un palcoscenico urbano allargato adatto a contenere una sequenza di tale impatto visivo.

Davanti a un lavoro corale del genere, Whedon è abile a rimanere super partes nel mettere in scena le gesta degli Avengers, non incappando in pericolose imparzialità che avrebbero inquinato eccessivamente l’opera finita. Riassumendo, il regista è stato in grado di portare ordine ed equilibrio in quello che altrimenti avrebbe rischiato di essere uno sceneggiato sopra le righe, un supereroistico teatro dell’assurdo.

5. Pop Culture

Cosa c’è di più mainstream e fruibile al grande pubblico di un film come “Avengers”? In tale senso, l’opera può anche essere inquadrata come furba trovata commerciale per portare al cinema il maggior numero possibile di persone, e tale fine è sicuramente indubbio, visto l’enorme investimento intrapreso da Marvel Studios per la produzione di questo titolo.

Scostandosi dalla più materialistica ottica del puro guadagno economico, è doveroso puntualizzare che “The Avengers” è la summa di un’intera sottocultura pop (nel senso di “popolare), ammiccando leziosamente a chi è cresciuto leggendo avidamente le avventure dei suoi supereroi preferiti. Figlio di una necessità di trasferire sul grande schermo le originali fonti fumettistiche, che hanno vissuto un vero e proprio revival in epoca contemporanea, il film si fa carico di una voglia di creare una forma di intrattenimento blockbuster meno carica di ispirazione artistica, e più vicina a un tipo di cultura massmediatica che va ad interessare le più svariate frange della comunità.

In questo senso il mezzo cinematografico perde la sua componente di “settima arte”, a favore di una valenza invece più pratica e consumistica. D’altronde non ci si può aspettare che un cinecomic sia strumento adeguato di espressione artistica, se non come conseguente richiamo della sua fonte d’ispirazione originaria.

Il voto per la pellicola The Avengers

  • Voto: 7

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Articolo scritto e Curato da Christian Fregoni

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