The Adam Project, la recensione (no spoiler) del film su Netflix

The Adam Project

The Adam Project è un film che ha attraversato anni di turbolenze produttive. Diretto da Shawn Levy, ha inifine trovato la sua casa nel catalogo di Netflix, adattandosi ad una dimensione ludica e giocosa in cui si trova a suo agio. Infatti da questo film qui, coperto da un mantello action e fantascientifico, a emergere sono più che altro i momenti di rilascio, i siparietti, un non prendersi troppo sul serio che aiuta anche negli istanti fatti di emotività.

Recensione film The Adam Project

La premessa di The Adam Project è in fondo molto semplice. Nei primi momenti del film siamo nel 2050, ma come ci avverte una didascalia qui esiste il viaggio nel tempo e quindi nemmeno due minuti dopo ci ritroviamo subito catapultati indietro nel 2022. Qui troviamo Adam Reed, un Ryan Reynolds che come al solito è quasi sempre nei panni dell’irresistibile se stesso, ma che ad onor del vero mette stavolta un pizzico di sforzo recitativo in più. E’ un pilota di caccia interstellari fiondato in un pianeta Terra – tutto sommato marginale – per sventare le catastrofi del futuro e, soprattutto, ritrovare l’amore della sua vita.

Un viaggio nelle pieghe dello spaziotempo i cui paradossi e complicazioni vengono di fondo solo evocate e liquidate, giustamente, in modo ironico (qualcuno commenta: «Abbiamo visto troppi film»), in una sorta di piccola reunion in salsa Marvel dove Reynolds finisce per ritrovare anche Zoe Saldaña e Mark Ruffalo. Soprattutto, Adam incontra il suo mini-sé, un giovanissimo Walker Scobell nei panni di un Adam Reed dodicenne con il quale è subito chimica. E i due fanno faville, sono la vera colonna portante di un film che alcuni personaggi li incontra per poi lasciarli con coraggio quasi subito dopo (c’è anche una dolce Jennifer Garner nel ruolo della mamma).

Scobell e Reynolds si intendono alla meraviglia e sanno dialogare alla grande anche con l’utilizzo del corpo e dei tempi comici, nel condividere gli spazi assieme in quei momenti che non fanno da intermezzo tra una scena action e l’altra ma piuttosto sono l’anima del progetto – letteralmente – Adam. Per rimanere nei dintorni Marvel (il target di riferimento del film è dopotutto quello), sembra di trovarsi di fronte a una versione di Guardiani della galassia in miniatura e più intimista.

Opinione sul film The Adam Project

Certo, è fisiologico che quindi nello script di una affollatissima writing room (Jonathan Tropper, T.S. Nowlin, Jennifer Flackett, Mark Levin) venga un po’ meno la caratura del villain (che sarebbe Catherine Keener) o il senso di urgenza che circonda il tutto, nonostante alcune discrete sequenze d’azione coadiuviate da una buona CGI. Il cuore però non sta lì, come dimostra il minutaggio affidato ai confronti e agli ottimi input comici ai quali sono chiamati i personaggi. Più che in prodotti in superficie dello stesso stampo, qui si avverte un approccio genuino e onesto attorno alla tematica di un sentimento venato dalla malinconia, condito poi con una spruzzatina di immancabili riferimenti pop.

The Adam Project si presenta con le grandi star e strizza l’occhio al cinema d’intrattenimento contemporaneo, ma il budget, i viaggi nel tempo e le astronavi non sono altro che una cortina di fumo attorno a una giostra di sentimenti mozzati e inespressi. La breve scena del bar, semplice, pulita, emozionante, è la chiave per decifrare tutto il senso del film. Nulla più, nulla meno.

Curiosità relative alla pellicola

Quando Louis Reed (Mark Ruffalo) dice che “prende” una maglietta da studente durante una lezione, sulla maglietta c’è una foto di Nicolas Cage, ma sotto c’è il nome John Travolta. Questo è un riferimento al film di John Woo Face/Off (1997) in cui i due attori interpretavano i rispettivi personaggi. Cage e Ruffalo avevano anche collaborato a Windtalkers di Woo (2002).

Catherine Keener (Maya Sorian) interpreta se stessa da giovane e da vecchia attraverso l’uso della tecnologia deepfake invece del ringiovanimento CGI, che in genere viene utilizzato nei film/serie ad alto budget. Walker Scobell indossa lenti a contatto marroni nel ruolo di Adam. In realtà l’attore ha gli occhi azzurri.

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