That Christmas, la recensione del film d’animazione natalizio

That Christmas

Nel piccolo villaggio inglese di Wellington-on-Sea, Babbo Natale è prossimo a consegnare i regali coadiuvato come sempre dall’inseparabile renna Dasher e con il fondamentale aiuto dell’anziano guardiano del faro locale Bill, ma nota che molti dei piccoli residenti sono alle prese con situazioni problematiche.

Il piccolo Danny, arrivato da poco a scuola, fatica a integrarsi e sente la mancanza della madre, impegnata sempre al lavoro, e del padre invece assente, essendo inoltre troppo timido per dichiararsi alla coetanea Sam. Quest’ultima ha una sorella gemella assai dispettosa, Charlie, che combina un sacco di guai. Nel frattempo, l’adolescente Bernadette si ritrova a occuparsi di un gruppo di bambini quando i loro genitori restano bloccati fuori città per via di una tormenta di neve. Quel 25 dicembre sarà indimenticabile per l’intera comunità, tra rocambolesche disavventure e nuove relazioni sul nascere.

Recensione That Christmas – Un Natale sui generis

Non contento di aver diretto uno dei cult natalizi per eccellenza, ovvero il sempreverde Love Actually – L’amore davvero (2003), il regista Richard Curtis torna sul luogo del delitto – questa volta unicamente in veste di sceneggiatore – per firmare una nuova pellicola animata ambientata proprio nel periodo più festoso dell’anno, ormai vicinissimo. E non è un caso che That Christmas stazioni stabilmente da qualche giorno nella top 10 dei titoli più visti su Netflix, rivolgendosi soprattutto al pubblico dei più piccoli e dei loro genitori.

Un tipico film d’animazione per famiglie, che se dal punto di vista tecnico non riesce a competere con i moderni colossi del settore – gli standard Pixar e Dreamworks sono lontanissimi – trova la giusta lettura in fase prettamente narrativa, proponendo un buon numero di personaggi ognuno di loro alle prese con le proprie personali vicissitudini, per dar vita a un quadro coeso che ci accompagna nella vita di questa piccola cittadina e dei suoi abitanti.

Un vario corollario

Abitanti un po’ imbranati – come quei genitori che rimangono colpevolmente sorpresi da improbe condizioni atmosferiche, proprio nel giorno più importante per i loro figli – ma dal cuore d’oro, come l’arcigna insegnante di scuola che dietro quella scorza da sergente di ferro mette in mostra una sensibilità fuori dal comune. O ancora come la gemella più dispettosa che si rivela altruista oltre misura, tanto da spingere Babbo Natale stesso a rivedere il suo giudizio, per arrivare a quel Danny che affronterà un vero e proprio coming-of-age alla scoperta di se stesso e delle proprie emozioni.

Tra autocitazioni – in televisione trasmettono il già citato Love Actually e nelle battute i personaggi parlano anche di Netflix – e un richiamo ad un immaginario pop contemporaneo, con tanto di canzone inedita di Ed Sheeran realizzata appositamente per il film, l’ora e mezzo di visione è colorata e frizzantina al punto giusto. That Christmas non ha l’ambizione di diventare un nuovo cult di Natale a tutti i costi e proprio nella sua istintiva semplicità trova la sua ragion d’essere.

Conclusioni finali

Un Natale diverso da tutti gli altri per i bambini di Wellington-on-Sea, innevato villaggio inglese che si ritrova a esser teatro di una serie di disavventure che vedono proprio i piccoli residenti quali principali protagonisti. E quando è Santa Claus in persona a metterci lo zampino, la situazione non potrà che prendere derive inaspettate.

Un gradevole film animato, forse non eccellente dal punto di vista tecnico e poco originale nel character design, che può però contare su una sceneggiatura ricca al punto giusto, con situazioni e personaggi con cui è facile entrare in sintonia. Un titolo per famiglie che svolge il suo compito di genuino intrattenimento con amabile efficacia.

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