Teo Mammucari: “Lo Spaesato mostra realtà vicine all’umanità. Giudice di Ballando? Mi hanno chiamato per un altro ruolo. Ci sto pensando”

Teo-Mammucari

Nuova avventura per Teo Mammucari al timone de ‘Lo Spaesato’. Il people comedy show racconta l’Italia attraverso la comicità. Durante la conferenza stampa di presentazione del programma, abbiamo intervistato il presentatore che ci ha rivelato cosa ha provato a girare in estate in diversi paesi.

Intervista al presentatore Teo Mammucari

Dopo aver vinto ‘Il Cantante Mascherato‘, essere stato un concorrente di ‘Ballando con le Stelle‘, aver preso parte a ‘L’Acchiappatalenti‘, ora Teo Mammucari è alla guida di un programma tutto suo. Appuntamento da non perdere con ‘Lo spaesato‘, in onda dal 16 settembre in prima serata su Rai2. In questo programma, il conduttore si mette alla prova in un viaggio attraverso luoghi sconosciuti e situazioni imprevedibili, dove dovrà affrontare sfide che lo porteranno fuori dalla sua zona di comfort. L’obiettivo è di esplorare le reazioni spontanee e autentiche dell’attore e conduttore, mettendolo in situazioni che richiedono ingegno, umorismo e capacità di adattamento.

Come è stato condurre ‘Lo Spaesato’?

È stato faticoso. Abbiamo preso le temperature in paese di 50 gradi nel mese di luglio e agosto, non siamo andati a giare sul mare e in barca. Peccato che non abbiamo fatto cinque puntate perché il materiale è per farne dieci ma loro vogliano fare puntate di 100 minuti. Forse hanno ragione perché quel montaggio lì, dà sequenza e ritmo. Io spero di rifarlo non perché il programma deve avere successo, ho 60 anni e i soldi li ho guadagnati altrimenti stavo seduto sulla poltrona e facevo quello famoso che firmava autografi. Lo vorrei rifare perché è un programma che può far dire alla gente: ‘Finalmente, bravo Teo. Hai rischiato’.

Chi abita in paese, hai detto non ha nulla ma è felice.

Sì, qui c’è troppo stress. Ve ne siete accorti anche dalle domande dei giornalisti, perché bisogna essere negativi sempre. Tu vai nei paesi e ti accorgi che la serata è a casa di qualcuno, si gioca a burraco e mangia le cose preparate da loro. Uno può pensare: ‘Che palle’ ma non è così. Noi che facciamo di meglio? Facciamo le feste, ci mettiamo il rolex, l’abitino, facciamo i fighetti e raccontiamo cosa abbiamo fatto. Siamo lo stress, lo smog, le ambulanze. Poi non trovi un parcheggio, non trovi nulla. La gente ha paura di andare a vivere nei paesi perché pensa che ci si annoia e non c’è niente. Io dico sempre ma voi che fate nel paese? Non ci siete voi, ma il paese c’è. Loro sono comici, sono divertenti, sono forti e sono fighi, sinceri.

Se fossi cresciuto in un paese, chi saresti oggi?

Non lo so. Lo stesso non puoi esserlo, purtroppo io sono inquinato dalla città, è normale. Tu stai tre giorni al paese, tre in città e quando vai lì dici che bello. Molte persone, anche se tanti non lo dicono, stanno in città e poi nel weekend vanno al paese. Poi se gli chiedi che hanno fatto, ti dicono che sono stati fuori col marito in un posto bellissimo: ‘Abbiamo fatto il giro della Toscana’. Dicono str**zate, basta dire che sono andati al paese di origine dove sono nati, sono andati a prendersi l’energia perché ne hanno bisogno e altrimenti non riescono ad andare avanti. Siamo spaesati, penso questo anche io.

Questa esperienza ti ha rigenerato?

Mi sono riavvicinato alle cose che pensavo non ci fossero più. Uno pensa che l’Italia è Roma, Milano, Palermo, Napoli, non è così. Tu vai ad Agropoli e pensavo chi lo sa come è, che gente c’è. Invece è bellissima, fighissima. Siamo andati a Sonnino che sta ad un’ora e mezza da Roma ed è un altro mondo, un altro linguaggio: hanno proprio un altro modo di parlare, un dialetto comico. Poi c’è il paese di Altobelli, lui mi ha raccontato che quando giocava a Milano e non riusciva a fare gol, tornava al paese e andava sotto un albero in cima alla collina. Lì si rigenerava, tornava a Milano e faceva gol. Gli mancava la sua terra, mi ha fatto vedere dove è nato, dove è nata la mamma che è rimasta lì, nell’umiltà di quel posto. Non sto dicendo andiamo tutti al paese ma è una realtà molto lontana da noi ma molto più vicina all’umanità.

C’erano state voci che tu potessi essere un nuovo giurato di Ballando con le Stelle.

Non era uno scherzo. Però ringrazio Milly, con cui ho fatto ‘Il Cantante Mascherato’, ‘L’acchiappatalenti’, ‘Ballando’ che è andato benissimo. Io la amo, è una grane lavoratrice, ci mette passione. Mi hanno fatto una proposta molto bella, che non è il giurato, e io ho risposto grazie col cuore in mano e che di dovevo pensare. Non è che non la voglio fare ma mi piacerebbe in questo momento staccarmi un attimo e fare altre cose. Però non vi nascondo che ci sto ancora pensando, il programma inizia tra poco e io devo dargli una risposta. Ti faccio sentire il messaggio? No, non si può ma lei è stata carina. Mi voglio confrontare con altre cose, parlare col manager, vedere come va questo programma e capire perché i tempi sono molto stretti. Però per quello che mi hanno chiesto di fare posso entrare anche all’ultimo secondo.

Ti è arrivato qualche in bocca al lupo particolare?

I nomi non li faccio, giuro su mia figlia che Tony Renis mi ha chiamato per caso, no nel senso che sapeva che c’era ‘Quando, quando’ nel programma. Ogni tanto lo sento, secondo me gli ha fatto molto piacere non perché voleva i diritti. Mi ha fatto i complimenti veri, io sono il conduttore non quello che mette canzoni.

Ti è capitata più libertà in Rai rispetto ad altre aziende?

No, ho ricevuto maggiore fiducia. La gente mi diceva: ‘tu lasci Maria de Filippi, Mediaset, Le Iene, tutti questi soldi’. E io rispondevo che erano cinque, dieci anni che facevo sempre le stesse cose e le ho fatte col cuore perché mi hanno dato grandi esperienze e mi è dispiaciuto andarmene. Quando mi hanno proposto Ballando io non avevo mai ballato in vita mia e ho detto che volevo ballare, anche perché sapevo che avrei dato altri contenuti perché ballavo tre minuti e poi facevo un casino di trenta. Ho detto che volevo fare solo cose nuove, la gente ha bisogno di quello. Sento gente che fa bei contratti, pesanti, con tanti soldi però ci fanno rivedere le stesse cose. Ok, in bocca al lupo. Ma tanto oggi si può vivere con poco, non con troppo poco, ma non è vero che si deve vivere con i miliardi. Quanto altro vuoi vivere? A Roma si dice che la bara con le tasche non esiste, accumuli e poi dopo? Li lasci ai figli e li rimbambisci, anche loro invece devono tirarsi su le maniche.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here