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Star Wars: Visions, recensione – no spoiler – della serie animata in streaming su Disney+

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Nell’animazione l’universo di Star Wars ha trovato ampio sfogo. Star Wars: The Clone Wars, Star Wars: Rebels, Star Wars: The Bad Batch sono solo alcune delle serie animate che negli ultimi anni hanno saputo donare incredibile spessore con vicende e personaggi capaci di far affezionare i fan – pensiamo ad Ashoka Tano. Star Wars: Visions si inserisce su questa scia, ma fa qualcosa di un poco diverso. Prodotta sempre dalla Lucasfilm Animation per Disney+, piattaforma sulla quale è in streaming, fa un passo laterale rispetto a quello che è il canone di Star Wars e introduce racconti che raccolgono l’eredità e il pensiero della saga dando però libero sfogo alla creatività, non dovendo quindi rispondere alla continuità narrativa.

La trama di Star Wars: Visions

Star Wars: Visions è una raccolta di cortometraggi animati che offre una prospettiva nuova e diversificata su Guerre stellari. Creati al di fuori dei vincoli del canone tradizionale del franchise, i cortometraggi, tutti autoconclusivi e quindi antologici, offrono libertà creativa ad ogni regista e studio di produzione, pur mantenendo la fedeltà ai temi e all’identità emotiva della saga di Star Wars.

Composta al momento da due stagioni, la prima accoglie opere nate dall’iniziativa di diversi studi d’animazione anime: Kamikaze Douga, Studio Colorido, Geno Studio, Studio Trigger, Kinema Citrus, Production I.G, Science Saru. La seconda, invece, allarga un po’ l’orizzonte dello stile d’animazione e accoglie racconti provenienti da studi di diverse parti del mondo; tra questi ci sono: D’Art Shtaijo (assieme a Lucasfilm), El Guiri, Cartoon Saloon, Punkrobot, Aardman, Studio Mir, Studio La Cachette, 88 Pictures, Triggerfish.

Star Wars: Visions, perché guardare la serie

Distanziandosi dallo stile d’animazione interno alla Lucasfilm Animation, proprio delle serie TV di cui si faceva cenno a inizio articolo, Star Wars: Visions esiste per permettere di approcciare con un nuovo spirito un universo fantasy e sci-fi estremamente ricco. Più che sul lato narrativo, comunque in grado di brillare in differenti occasioni con soluzioni semplici ma efficaci, gli episodi della serie sono piccole opere d’arte da ammirare.

E’ impossibile descrivere una per una le puntate, ma basti sapere che spaziano nella maniera più disparata tra stili, toni e target. C’è il racconto più spensierato e gioioso, ma c’è anche il racconto oscuro e senza speranza. Alcuni sono forse più riusciti di altri, ma è nella voglia di perdersi in questa variopinta tavolozza che risiede il vero potenziale di Star Wars: Visions. E’ un invito ad abbandonare le certezze di un immaginario consolidato senza distaziarsi del tutto da alcuni temi portanti (la Forza, le spade laser, i Jedi, i Sith), che vengono poi rimescolati e offerti con un approccio inedito.

Perché non guardare Star Wars: Visions

Star Wars: Visions è di certo pensata, come in più occasioni accade alle serie animate del cosmo di Guerre stellari, come un prodotto dedicato ai fan. Dopo i tanti eventi interconnessi che si è avuto modo di esplorare soprattutto con l’avvento degli originali di Disney+, questa serie arriva come un momento di pausa. Ferma per qualche istante il flusso narrativo senza rinunciare alla qualità espressiva, qui davvero posta nella condizione di slanciarsi a piacimento.

Quindi questo suo essere dentro una certa tipologia di mondo e allo stesso tempo senza esserne direttamente vincolata, permette a Star Wars: Visions anche di aprirsi a un pubblico magari affascinato dall’idea ma distante dall’intricato racconto di Star Wars. E’ un’opera atipica ed estemporanea che merita una chance, una boccata d’aria fresca ispirata ed efficace.

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