Special Forces – Liberate l’ostaggio è un film del 2011 di genere Azione/Guerra diretto da Stéphane Rybojad, con protagonisti Diane Kruger, Djimon Hounsou, Benoît Magimel, Denis Menochet, Raphaël Personnaz, Raz Degan. Il film ha una durata di circa 107 minuti. Ecco la nostra opinione e recensione sul film.
La Trama del film Special Forces – Liberate l’ostaggio
Elsa Casanova, bella giornalista francese che lavora come corrispondente da Kabul, ha appena scritto un articolo sul potente signore della guerra locale Zaief, dove lo ha soprannominato con il poco piacevole epiteto di Macellaio. La sua informatrice Maina la informa che Zaief è ora in cerca di vendetta per quelle che ritiene infamanti accuse.
Nel tentativo di liberare Maina, nel frattempo catturata dal criminale, Elsa stessa viene arrestata in compagnia degli amici Amen e Salemani, quest’ultimo brutalmente ucciso dal terrorista: il filmato dell’esecuzione arriva al governo francese, che decide così di organizzare una missione di recupero della donna, ormai diventata una sorta di ostaggio.
Un team di forze speciali composto dai soldati Kovax, Lucas, Tic Tac, Marius, Victor ed Elias viene così inviato prima a scopo di ricognizione e in seguito quale squadra di salvataggio ma, dopo la momentanea liberazione di Elsa, i militari si trovano di fronte ad inaspettate difficoltà.
L’elicottero di soccorso sul quale sarebbero dovuti fuggire infatti viene gravemente danneggiato durante il conflitto a fuoco con i talebani, lasciando il team e la giornalista in territorio ostile: una vera e propria lotta per la sopravvivenza tra le aspre montagne dell’Hindu Kush contro un numero di avversari di gran lunga superiore.
La recensione del Film Special Forces – Liberate l’ostaggio
Una solida produzione di genere proveniente da Oltralpe che strizza l’occhio a coeve pellicole hollywoodiane e riesce ad intrattenere con un buon mix di azione e tensione drammatica nel corso dei suoi cento minuti di visione. Special Forces – Liberate l’ostaggio non va troppo per il sottile dal punto di vista narrativo, ma pone comunque delle basi solide sul quale mettere in scena uno spettacolo a sfondo bellico dal gradevole appeal stilistico.
Il buon numero di personaggi in gioco, tutti discretamente sfumati, riesce a garantire una certa varietà nelle dinamiche interpersonali e il suggestivo sfondo paesaggistico, arido e brullo ma non privo di fascino, è il palcoscenico perfetto per l’approccio da survival movie che il film prende nella seconda metà, il tutto impreziosito da una colonna sonora che imprime ulteriori picchi emotivi alla vicenda.
E pur al netto di alcuni cliché l’insieme avvince e convince anche grazie alla solida regia di Stéphane Rybojad, produttore al suo esordio dietro la macchina da presa in un lungometraggio per il grande schermo ma già capace di tenere sotto controllo le diverse anime del racconto. Merito anche dell’eterogeneo e affiatato cast che vanta nei ruoli principali nomi del calibro di Diane Krueger, Djimon Hounsou e Benoît Magimel, con il “nostro” Raz Degan più che a suo agio nei panni dell’arcigno villain.