La nuova miniserie “Senna” in arrivo dal 29 novembre su Netflix offre un ritratto inedito e coinvolgente di Ayrton Senna, leggendario pilota di Formula 1 e icona dello sport mondiale morto a seguito di un tragico incidente sulla pista di Imola il 1 maggio del 1994. Attraverso sei episodi il pubblico può rivivere l’inizio di una carriera leggendaria, ma anche il percorso umano e la vita privata di Ayrton interpretato dal talentuoso Gabriel Leone. Si tratta di una serie che arriva a 30 anni dalla morte di quello che ancora oggi viene universalmente riconosciuto come il pilota più spettacolare nella storia della Formula 1.
Senna su Netflix, la recensione
Gli episodi della serie sono una vera scarica di adrenalina, sin dal primo che mostra subito chi fosse davvero Ayrton Senna: lui non voleva fare il pilota, lui era un pilota. Un legame viscerale con l’auto, che arrivava anche nel rituale a cui aveva abituato gli appassionati di Formula 1 di percorrere a piedi la pista per scoprirne ogni dettaglio dell’asfalto e che era già presente nei campionati di Formula Ford. Le sequenze girate sotto l’acqua, quel grande furto della prima vittoria in Formula 1 con la Toleman al Gran Premio di Montecarlo hanno rappresentato forse le più belle dal punto di vista visivo.
Ayrton Senna era il pilota più grande di tutti perché sotto l’acqua si annulla la differenza tra le auto ed è il pilota a prendere il sopravvento, come dimostra un altro mago del bagnato come Lewis Hamilton. Il britannico per molti è stato l’erede naturale di Ayrton Senna, che tuttavia ha vissuto nella sua vita una peculiarità che è evidente nella serie: lui correva rischiando la vita, andando oltre ogni limite perché guidare era l’unica cosa che contava. Un pilota sensazionale in tutto e per tutto che qui ci viene restituito anche nel suo lato più umano compresi i sacrifici per diventare da Ayrton il Senna che tutti abbiamo ammirato in pista.
Gli episodi degli anni nella Formula 1 dimostrano l’umanità di Senna, con gli avversari che diventano amici rispettati. Nel vedere la serie emerge la consapevolezza di essere davanti ad un prodotto bello e coinvolgente, forse necessario perché è incredibile ci siano voluti 30 anni per raccontare Ayrton in una serie tv. Netflix lo fa e lo porta in tutto il mondo, con un omaggio sentito forse perché chi lo ha diretto è brasiliano come lo era il pilota. Senna è stato capace di rappresentare il popolo del Brasile forse anche più di Pelé, nonostante lo avesse abbandonato oquel paese per inseguire il sogno che aveva sempre voluto accarezzare. Dalla serie tutto questo emerge e restituisce un ragazzo e uomo iconico.
La regia e il ruolo della famiglia Senna
La serie Netflix è diretta da Vicente Amorim, che ricopre anche il ruolo di showrunner, affiancato da Julia Rezende. Da segnalare come la produzione sia datata realizzata in stretta collaborazione con Senna Brands e la famiglia del pilota, il che ha contribuito a restituire autenticità alle vicende del campione. In sei episodi intensi il racconto prende il via dai suoi primi passi nel karting, passando per il trasferimento in Inghilterra per competere in Formula Ford, fino ad arrivare al tragico epilogo a Imola, durante il Gran Premio di San Marino.
Il cast della serie
Oltre al protagonista la serie può contare su un ampio cast con la cantante e conduttrice Xuxa (Pâmela Tomé), il rivale Alain Prost (Matt Mella), il team principal della McLaren Ron Dennis (Patrick Kennedy), e l’immancabile Galvão Bueno (Gabriel Louchard). La presenza del cast e di questi particolari personaggi permette di mostrare al pubblico per la prima volta il privato del campione, compreso il rapporto con i genitori e con le relazioni sentimentali che ne hanno segnato la crescita umana.
Giudizio complessivo su “Senna”: da non perdere
Senna non è solo una celebrazione di un mito sportivo, ma anche un racconto umano che svela i sogni, le paure e i sacrifici di un uomo che ha segnato la storia della Formula 1 e dello sport moderno in generale. Con un equilibrio tra azione adrenalinica e profondità emotiva, la serie promette di emozionare tanto gli appassionati di motori quanto chi scorrendo sulla home abbia voglia di scoprire chi era quel brasiliano che ancora oggi, a 30 anni di distanza, resta indimenticato ed indimenticabile.