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Senio Bonini: “Approdare al Tg1 Mattina è stato importante. Fiorello e Viva Rai2? Una soluzione su Rai1 si sarebbe potuta trovare. In tv non mi piace la spettacolarizzazione del dolore” | INTERVISTA

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Senio Bonini, giornalista Rai, nonché volto noto del Tg1 Mattinaconduttore di Agorà Extra. Nato a Portoferraio, in provincia di Livorno, vive a Roma. Laureato in Scienze politiche a Firenze, si è poi iscritto alla Scuola di Giornalismo Rai di Perugia. Un lungo percorso di studi che ha dato i suoi frutti. Lavorando per Rai News Studio 24 è stato per ben 10 anni corrispondente da Palazzo Chigi. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato il noto e amato volto del Tg1 Mattina e con lui abbiamo parlato di Rai, di giornalismo, di vita privata e del caso che per mesi è stato sulla bocca di tutti: la questione del passaggio di Fiorello da Rai 1 a Rai 2 con Viva Rai 2.

Senio Bonini, intervista al giornalista del Tg1 Mattin

Senio Bonini volto del Tg1 Mattina, tutti i giorni in diretta dalle 7.30 su Rai1, iniziamo da una domanda che sembrerebbe banale ma non lo è: a che ora si sveglia un giornalista che conduce un programma di questo tipo? 

“Ahimè all’alba. Prestissimo, alle 5. Poi di corsa in redazione, a Saxa Rubra. Rivedo il copione, leggo i giornali, trucco e parrucco e via, pronti per la diretta. Nonostante il sonno e i molti caffè”.

Oltre 200 puntate del Tg1 Mattina, ricorda l’emozione della prima? 

“Il 6 giugno scorso. Appena chiusa l’edizione invernale di Agorà Extra, un fine settimana nel mezzo e il grande salto da Rai3 a Rai1. Molta emozione perché ero conscio di un passaggio importante, della responsabilità di approdare al Tg1”.

Giornalista Rai e conduttore di Agorà Extra: cosa ha provato quando è arrivato questo programma? 

“Tanta responsabilità. Sono stato scelto perchè dovevo “contaminare” il tg con un linguaggio e uno stile meno formale, più diretto, senza però stravolgere il rigore e l’equilibrio del primo tg italiano. Di questo devo ringraziare Monica Maggioni che mi ha chiamato per un prodotto nuovo, un ibrido tra il tg e il programma, da cui appunto provenivo. E di questo le sarò sempre grato”.

Per Rai News ha condotto Studio 24, ed è stato per dieci anni il corrispondente da Palazzo Chigi: mi racconta il momento più bello di questa esperienza e quello più difficile? 

“Parto dal periodo più difficile, quello del Covid. Ero l’unico cronista fisicamente a Palazzo Chigi durante il lockdown insieme al collega dell’Ansa. In una Roma spettrale, tramortita come ognuno di noi. Non sapevamo a cosa saremmo andati incontro, lavoravamo tra paura e incertezza. Ma era importante esserci, e continuare a informare cercando di rassicurare fornendo tutte le informazioni di cui chi stava a casa aveva bisogno”.

“Il momento più bello, ricordo con particolare emozione la domanda che feci a Obama alla Casa Bianca nel 2016. Mi tremava la voce, temo se ne sia accorto, ma con un mezzo sorriso mi mise a mio agio. Per fortuna, se no sai che figuraccia…”

Con la notorietà arrivata con il programma Agorà Extra è cambiato il rapporto con il pubblico?

“Qualcuno in più ti riconosce per strada, c’è chi mi chiama per nome e ogni volta sgrano gli occhi e mi sorprendo. E poi in molti scrivono, magari sui social. Io cerco sempre di rispondere con un sorriso a tutti. Anche a chi critica, ma purché sia costruttivamente. Mai darsi per scontati, sempre pronto a riflettere”.

Lei lavorava al programma già da ben prima che Luisella Costamagna ne prendesse le redini nel 2020. Faceva infatti già parte del team di collaboratori di Agorà ai tempi della conduzione di Serena Bortone. Le descriva in breve? Facciamo i cattivi: con chi ha lavorato meglio? Non faccia il diplomatico!

“Era il 2017 e conducevo il Moviolone di Agorà. Serena era alla sua prima “invernale” importante. Istintiva e genuina, vulcanica e preparata. Siamo diventati complici e amici. Con Luisella ho diviso lo studio, era di fatto un passaggio di testimone tra la prima e la seconda parte del programma. Per cui abbiamo avuto molte meno occasioni per coltivare un rapporto più diretto. Rigorosa e puntuale, austera come i torinesi sanno essere. Una donna sempre coerente con le sue idee. Tra noi c’è sempre stato grande rispetto”.

Una domanda sulla Luisella ballerina a Ballando con le Stelle non posso non farla: ha avuto modo di vederla? Le dia un voto come ballerina. (Non sia buono)

“L’ho vista e mi ha davvero sorpreso. Si è messa in gioco e fino in fondo, anche quando era infortunata. Ha liberato una parte di sé che era celata. Le darei un bel 7 e mezzo”.

Lei farebbe più la scelta di Luisella e andando a Ballando o di Romita al GFVIP? Ne scelga uno, oppure un altro programma.

“Attilio è arrivato al GFVIP a conclusione di una carriera lunga e di successo. E dopo il reality non è tornato a fare il giornalista. Ecco, vedo complicato vivere un’esperienza del genere – così totalizzante con un privato che diventa molto pubblico – e poi tornare al giornalismo. Nel caso di Luisella è stata una parentesi più circoscritta. Ha dimostrato di poter ballare divertendosi senza tradire o per questo contraddire se stessa, il suo profilo di professionista. Per cui tra i due sceglierei Ballando”.

L’8 settembre 2017 ha sposato suo marito Rosario. A Gaynews.it: “È stata un’emozione unica, che non avrei mai pensato di provare”. Cosa ha significato per lei coronare questo sogno? 

“Stiamo insieme da 15 anni, è la mia vita. L’unione civile ha rappresentato in primo luogo il traguardo naturale di un grande amore. Ma anche, per noi, una conquista. Un riconoscimento pubblico. Al nostro fianco c’erano tutti i nostri familiari e amici più cari. Erano in quel momento parte di quel legame che volevamo formalizzare. Ma c’era anche lo Stato che ci riconosceva un diritto che per troppo tempo ci era stato precluso. Fermo restando che manca ancora un tassello, un ultimo passo da compiere, quello del matrimonio egualitario”.

Mi apre il cassetto dei suoi sogni professionali? Cosa sogna a livello televisivo? 

“Sogno di continuare a fare il mio lavoro di conduttore, divertendomi come ho fatto in questi anni. Credo che il mio ambiente naturale sia il talk, in diretta, ma credo anche di poter liberare una parte di me più ironica, battutista, scanzonata. Per cui non mi precludo altre esperienze televisive più leggere. L’importante è continuare a crescere”.

Diversi suoi colleghi dal Tg1 sono passati a condurre programmi del day-time. Le piacerebbe condurre un programma di rete? 

“L’ho fatto con Agorà Extra e non escludo di tornare a farlo. Credo di saper passare dai toni più rigorosi del Tg a quelli meno paludati dei programmi, sono chiavi che mi porto dietro. Ed è bello capire quando usare un registro rispetto a un altro, è come giocare sport diversi, ma la polivalenza non mi ha mai dispiaciuto”.

Si è parlato molto della questione Fiorello, dicono che sia tutta colpa del Tg1… C’è lei dietro lo spostamento a Rai2 del programma? (scherzo) Mi racconta come sono andate le cose realmente?

“Sono stato semplice spettatore della genesi di Viva Rai2, giuro. Fiorello è il più grande mattatore italiano, una risorsa impareggiabile. E un orgoglio Rai al quale certe frasi non andavano indirizzate. Detto questo credo che una soluzione si sarebbe potuta trovare anche su Rai1, e sarebbe stato bellissimo e divertentissimo magari interfacciarsi con lui da “vicini di casa””.

Cosa non le piace della tv? E cosa manca alla tv di oggi? 

“Non mi piace la spettacolarizzazione del dolore, della cronaca più nera. A cui si prestano alcuni colleghi. Non mi piace la tv urlata, quella che mette sullo stesso piano esperti e agitatori. Che usa un linguaggio non inclusivo, che offende con troppa facilità. Alla tv di oggi manca la capacità di parlare ai giovanissimi. E salvo rare eccezioni, programmi che indaghino nel profondo la società italiana di oggi, i nostri problemi più profondi, il contatto diretto con il sentire popolare”.

Le piacerebbe la direzione del Tg1?

“Esagerato. E chi ci pensa? La direzione del Tg1, per la sua storia e per ciò che ha incarnato nel racconto del Paese, è il ruolo più ambito. E quello con la responsabilità maggiore. Per cui è giusto che a correre per quel ruolo siano i fuoriclasse. Per crescere, per maturare e per continuare a divertirsi in questa Rai c’è sempre posto e tempo. È un grande privilegio. Per il quale ringrazio ogni giorno che entro in redazione”.

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