Francesca Fagnani al Festival di Sanremo 2023 ha portato un monologo scritto in collaborazione con alcuni ragazzi detenuti nel carcere minorile di Nisida, Napoli, in cui si è soffermata sul loro futuro e sul ruolo dello Stato e della scuola.
Il monologo di Francesca Fagnani a Sanremo 2023
Francesca Fagnani al Festival di Sanremo 2023 ha raccontato la sua esperienza personale nel carcere minorile di Nisida dove ha incontrato alcuni ragazzi detenuti per far sentire la loro voce. La giornalista e conduttrice di Belve ha precisato “questi ragazzi non cercano la nostra pena, perché della nostra pena non se ne fanno niente“.
“Non tutte le parole sono uguali e non tutte arrivano a noi con facilità. Ci sono parole che per arrivare qui devono abbattere muri e cancelli a triple mandata” – esordisce la giornalista che sul palcoscenico del Teatro Ariston ha deciso di dar voce ai detenuti del carcere di Nisida, istituto penale per i minorenni.
“Ci sono parole che per arrivare sul palco di Sanremo devono abbattere muri, pareti, grate e cancelli chiusi a tripla mandata. Parole come queste.”@francescafagnan #Sanremo2023 pic.twitter.com/ubI6buVUKs
— RaiPlay (@RaiPlay) February 8, 2023
La Fagnani prosegue dicendo:
Vogliamo che la gente sappia che non sia bestie o killer, vogliamo ci conoscano. Hanno picchiato, rapinato, ucciso e alla domanda perché l’hai fatto non trovano una risposta che vorrebbero avere. Ma la risposta non escono. Bisogna andare al giorno prima, al mese prima, alla vita prima. Hanno occhi che chiedono aiuto, senza sapere quale aiuto e a chi chiedere aiuto. La scuola l’hanno abbandonata, ma nessuno li ha mai cercati.
Francesca Fagnani a Sanremo parla dello Stato: “dovrebbe essere più attraente sexy dell’illegalità”
Il monologo di Francesca Fagnani al Festival di Sanremo 2023 affronta un tema importante e di cui si è parlato troppo poco in tv. La giornalista e conduttrice di Belve per l’occasione ha incontrato alcuni giovani detenuti del carcere minorile di Nisida per condividere con il grande pubblico di Rai1 uno spaccato di vita di cui non si parla quasi mai. Vite a volte dimenticate, ma che invece sognano ancora un futuro.
“Quando ho intervistato detenuti in carcere per reati gravissimi ho chiesto loro: cosa cambieresti della tua vita? Tutti mi hanno risposto: sarei andato a scuola. E’ solo tra i banchi che puoi intravedere una vita diversa da quella che gli altri hanno scelto per te” – ha detto la giornalista che ha sottolineato l’importanza della scuola. Sul finale ha poi parlato di Stato: “dovrebbe combattere la dispersione scolastica e garantire pari opportunità ai più giovani perché è una questione di democrazia e uguaglianza. Lo Stato dovrebbe essere più sexy e attraente dell’illegalità“.