Il “coraggio” di due uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma anche quello dei testimoni di giustizia, arriva sul palco del Teatro Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo 2022 grazie al monologo di Roberto Saviano. Un grande momento di responsabilità questo voleva essere e questo è stato l’intervento dell’autore di “Gomorra” a Sanremo. Saviano racconta a modo suo le stragi di Capaci e via D’Amelio, dove persero la vita i giudici Falcone e Borsellino, diversi uomini delle loro scorte e la moglie di Falcone.
Roberto Saviano a Sanremo 2022 con il monologo dedicato a Falcone e Borsellino
Roberto Saviano racconta queste due storiche stragi che hanno cambiato radicalmente la storia del nostro paese a 30 anni di distanza. Racconta anche dei testimoni di giustizia, storie di chi ha fatto una scelta, e ha scelto di prendere parte al cambiamento, di assumere su di sé la responsabilità di questo importante cambiamento. Gente che si è esposta per la cosiddetta “rivoluzione civile”. Ricordare due grandi italiani come Falcone e Borsellino che hanno fatto la storia del nostro paese e farlo dal palco più importante d’Italia è stato qualcosa di veramente unico.
Il monologo di Roberto Saviano al Festival di Sanremo 2022
“Ricordare non è un atto passivo, ricordare significa mettere nel cuore, riportare al cuore. Significa rimetterli in vita”. Con queste parole Roberto Saviano inizia il suo monologo dedicato ai giudici Falcone e Borsellino.
“La loro storia è parte della memoria collettiva, – continua lo scrittore – per tutti noi sono simboli di coraggio. Il coraggio è sempre una scelta. Loro hanno scelto sapendo di rischiare”. Saviano cita i tanti uomini uccisi sotto i colpi delle mafie prima delle stragi di Capaci e via D’Amelio e dice: “Oggi vengono celebrati come eroi ma quando erano in vita non era così. Il fango non è riuscito a sporcare il loro esempio”.
Saviano racconta anche di chi si è messo contro la propria famiglia ed è diventato testimone di giustizia. Lo scrittore porta sul palco dell’Ariston la storia di Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia, che si uccise a 17 anni una settimana dopo la strage di via D’Amelio perché, proprio per la fiducia che riponeva nel magistrato italiano Paolo Borsellino, si era decisa a collaborare con gli inquirenti.
Video monologo di Roberto Saviano a Sanremo 2022
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Non l’ho visto, ma credo fuori posto In un festival di musica appunto leggera si va per distrarsi, allontanarsi dai problemi del quotidiano
Da applaudir di certo ma in altre occasioni, altre manifestazioni Fuori posto