Roberto Lipari racconta ‘E ho detto tutto’: ”È un viaggio, ci sono ospiti e fa riflettere. Mi definisco un giocatore e la comicità è come un’armatura”

intervista a Roberto Lipari

Dai monologhi di tre minuti a quelli di due ore, Roberto Lipari approda in prima serata con ‘E ho detto tutto‘. Lo spettacolo rientra nel format Italia 1 On Stage e prevede tante risate ma anche molte riflessioni su argomenti di attualità. Vediamo insieme cosa ci ha anticipato sulla trasmissione, sul suo rapporto con la comicità e il suo amico Friscia.

Intervista al comico Roberto Lipari

Attore, comico, regista e conduttore. Roberto Lipari è il protagonista del one man show dal titolo ‘E ho detto tutto‘ che andrà in onda in prima serata il 15 settembre 2024 su Italia 1 alle ore 21.20. Dopo aver vinto il talent “Eccezionale veramente” su La7, il comico ne è stato anche co-conduttore. Poi sono arrivate le esperienze di ‘Colorado‘, ‘OnlyFun‘ e ‘Striscia La Notizia‘ dove è inviato e conduttore. Inoltre è stato sceneggiatore e protagonista del film “TuttAPPosto” e regista e attore di ‘So tutto di te‘.

Sei protagonista di ‘Roberto Lipari… E ho detto tutto’. Che cosa provi prima del debutto?

Ho iniziato con i monologhi da tre minuti perché quando sono arrivato in tv il monologhista aveva poco tempo. Poi negli anni ho conquistato un minuto dietro l’altro e ora avrò due ore su Italia 1. Posso dire che è il massimo della conquista. Sono felicissimo, lo vedo come un bellissimo percorso o almeno per me perché magari c’è chi preferiva che facevo solo tre minuti (ride, ndr).

Cosa vedremo in ‘E ho detto tutto’. E poi, hai veramente detto tutto…?

È difficile dire se ho detto tutto o meno, è proprio la domanda che mi faccio durante lo spettacolo. Faccio un lavoro fatto di parole e le parole possono creare o distruggere tutto, possono voler dire niente come tutto. Quindi bisogna ad un certo punto domandarsi se si sta dicendo qualcosa o niente. La frase, secondo me perfetta, è proprio ‘e ho detto tutto’, perché è una frase magica. Messa alla fine di qualunque discorso, dà sempre la sensazione che si è detto qualcosa. Tipo tu dici: ‘ah il traffico, le tasse. E ho detto tutto’. Quello che ti ascolta, pensa che si è perso qualcosa. Prendendo questa frase rubata da Totò ho voluto dare il tono allo spettacolo. Spero di dire ancora tanto altro, per tanto tempo.

Cosa cambia rispetto allo spettacolo teatrale?

Ci sono delle cose inedite fatte solo per la tv, degli ospiti e dei momenti che ho creato ad hoc. Ci saranno durante lo spettacolo dei saluti in video della mia dolce tre/quarti Sergio Friscia perché non è metà, è tre/quarti come minimo. E poi i miei sosia: Nicola Savino, Corrado Fortuna e Fabrizio Biggio coadiuvato da Fiorello. Poi ci saranno momenti che vedranno un mix di comicità e informazione con Lirio Abbate, un giornalista anti-mafia che ha scritto ‘U siccu’, libro da cui è ispirato il film ‘Iddu’ con Elio Germano e Tony Servillo. Poi ci sarà anche Davide Santacolomba, un pianista sordo, faremo un pezzo insieme molto bello e un pittore, Fabio Ingrassia, che dipinge al contrario. Sono cose che quando mi esibisco in giro per l’Italia non posso portare ma per l’occasione televisiva sì.

Bello, bravo e intelligente secondo tua mamma, (descrizione presente nella bio sul suo sito). Invece tu come ti definisci? 

Per mia mamma sarò sempre bello, bravo, intelligente e bimbo. Perché agli occhi della mamma sono sempre ‘o picciriddu’, come dice sempre da buona palermitana. Io mi definisco un giocatore, qualunque cosa faccio nella vita voglio essere uno che ci gioca. La comicità ti permette di giocare con tutte le cose belle e anche con quelle brutte. Sono un amante dei giochi da tavola, è proprio una mia grande passione. C’è una frase non mia che dico sempre: ‘si invecchia perché si smette di giocare, non il contrario’. Non è che uno smette di giocare perché invecchia, bisogna giocare sempre.

C’è una situazione in cui la comicità ti ha salvato da una situazione difficile?

Sempre in realtà perché la comicità e l’ironia sono una specie di armatura. Come tutte le armature ti difendono e a volte rischiano anche di isolarti nel senso che è difficile far vedere la vera parte di te perché la comicità crea una grande barriera. Non sono mai stato il più più figo della scuola, anzi avevo molti chili in più, si può dire che ero molto più Friscia di Lipari, e tutto questo non aiutava. La comicità mi ha salvato anche da situazioni un po’ più difficili da gestire perché essendo un insicuro ho trovato nell’ironia il mio modo di riuscire a vincere qualsiasi battaglia. Questa armatura mi ha salvato tante volte.

Cosa pensi del politically correct soprattutto in chi deve far ridere?

È questo fantasma che esiste solo quando se ne parla, nelle interviste. In realtà noi comici un po’ c’è ne freghiamo, se tu decidi di non fare una battuta, è perché a te non va di farla non perché pensi che non sia politically correct. In realtà questa cosa è un’onda, che poi è diventata una moda. Ma nella pratica, io che vivo e parlo con i comici, noi c’è ne freghiamo. Ovviamente quando vai in tv, e parlo di me che ora vado in onda in prima serata, devo considerare che mi vede anche un bambino o una nonna. E allora sei tu stesso a decidere se fare o meno una battuta.

Ma quando sei a teatro e la gente ha pagato un biglietto per vederti e ti conosce, nessuno si pone il problema del politicamente corretto. Semplicemente è che il main stream, parlare con tutti, ha i suoi pro e i suoi contro. Il contro è che non puoi fare delle battute che potrebbero non essere comprese e il bello è che parli con una massa infinita. Io penso che il politicamente corretto non esista, lo abbiamo creato questo fantasma che in realtà per noi comici non c’è.

Hai raccontato che Massimo Troisi ti ha cambiato la vita. Hai un modello di riferimento come comico e c’è una caratteristica che avresti voluto avere dei tuoi colleghi?

Troisi mi ha cambiato perché non esiste un altro come lui, metteva la poesia nella comicità insieme alla denuncia. Quello che sicuramente ruberei da Troisi è questo e poi era comico per una maschera vivente. Io non sono una maschera, sono una persona che fa ridere. Friscia per esempio ha una faccia da comico, pure se sta zitto fa ridere. Io invece ho altre caratteristiche forse l’opposta, cioè il fatto di non sembrare un comico sembro spiazzante quando dico le cose simpatiche. Quello che ruberei a volte è la vena poetica da quelli come Troisi, che sono pochissimi, e la comicità innata che hanno alcuni che basta una camera fissa, li guardi e ti fanno ridere.

Sei molto seguito sui social, in un video abbiamo visto una gag tra te e Sergio Friscia per promuovere il tuo spettacolo. Sei inviato di Striscia e hai condotto insieme a lui il tg satirico. Che rapporto c’è tra voi? 

Il nostro rapporto è di due amici che si vedono all’ultimo banco della classe, perché quello per noi non è un bancone, e approfittano che la professoressa è girata per fare gli ‘scemi’. Questa cosa ci diverte. Noi abbiamo la fortuna di non essere una coppia sempre, facciamo i film insieme, facciamo Striscia insieme ma non abbiamo tutta la vita insieme. Lui è a Rds con la Pettinelli, io sto facendo la mia tournée da solo. Quindi quando ci rincontriamo abbiamo l’effetto di due che sono tornati a scuola, hanno fatto la propria vita, e si ritrovano su quel bancone proprio per fare gli ‘scemi’, nel senso più buono del termine.

Noi siamo così, giochiamo, ci divertiamo tanto ed è un rapporto che non so neanche se esiste di simile nel mondo dello spettacolo. Io sono felice di vivere questo rapporto con Sergio perché non ci stanchiamo mai e questo è il bello, come ci stacchiamo abbiamo voglia di rivederci ed è bello così. Tra poco ci sarà la conferenza stampa di Striscia la Notizia dove si diranno tutte le nuove conduzioni. Non posso dire se ci saremo anche noi.

Ti piacerebbe partecipare ad un reality? Una volta hai dichiarato che ti piace il trash e c’è una logica nei vip che partono da un programma e finiscono in un altro.

In realtà no, per un semplice motivo. Il reality ti costringe a far venire fuori quella parte di te vera perché inevitabilmente con una telecamere puntata addosso h24, per quanto puoi fingere, prima o poi farai te stesso. Io penso che quel me stesso è bello che lo conceda solo alle persone a me vicine, è un bel regalo che posso fare a mia moglie, ai miei genitori, ai mie amici. Mi dispiacerebbe prendere quella cosa così intima e darla anche a degli sconosciuti.

Quello che si vede di me in tv, è la parte che voglio far vedere di me in tv ma non è tutto Roberto Lipari. In un mondo pieno di telecamere, è molto più facile vedere i difetti. A me in un certo senso piace vivere nell’illusione, voglio pensare che Totò è sempre Totò. Poi se nella vita non era quello che ho visto non mi interessa, deve valere come artista. 

Sei stato anche regista di ‘So tutto di te’ dove hai trattato un tema molto delicato su che fine fanno i dati privati di ognuno di noi. Come è nata l’idea e che esperienza è stata?

È stata un’esperienza bellissima perché ho avuto l’onore di recitare con Leo Gullotta che è un grandissimo artista. Ho fatto il primo film “TuttAPPosto” che era sull’università e dovevo scrivere il secondo. Stavamo parlando con gli sceneggiatori di molte idee e quando sono tornato a casa, aprendo il cellulare mi sono comparse diverse pubblicità. Ti faccio un esempio, avevamo parlato di scarpe e a tutti noi erano comparse pubblicità di scarpe senza che avevamo digitato nulla. Ci siamo detti che forse era questo il tema: oggi sa più di noi un algoritmo di quanto ne sa un migliore amico.

E da questa storia nasce ‘So tutto di te’ che nasce dall’idea che abbiamo concesso tutto noi stessi a uno sconosciuto (l’algoritmo) e il rischio è quello di prendere decisioni non nostre ma prese dall’algoritmo. Siamo in un mondo in cui ci stiamo disabituando a scegliere ed è un vero peccato perché la scelta è uno dei più grandi doni che abbiamo e dobbiamo difenderla a tutti i costi.

Qual è il tuo sogno più grande?

Quello che avevo quando ho iniziato. Volevo in qualche modo vivere di comicità, non so in che forma, e fare una ‘carrettata’ di figli. Tanti figli e comicità.

Perché vedere ‘E ho detto tutto’?

Perché è un viaggio, il bello dei viaggi è che si parte da un punto e si arriva in un altro punto. Non è uno spettacolo fermo, vedrete che si ride, si pensa, c’è poesia, ci sono due momenti in particolari dove ci si emoziona. È un bel viaggio che vorrei fare con tutti voi e… Ho detto tutto“.

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