Cambio di collocazione per PresaDiretta, il programma condotto da Riccardo Iacona che si sposta dal lunedì al sabato in prima serata su Rai 3
Cambio di programmazione per PresaDiretta, il programma televisivo di approfondimento condotto da Riccardo Iacona si sposta dal lunedì sera al sabato sera su Rai 3. Cambia solo il giorno della settimana, mentre confermata la prima serata per il talk di successo arrivato oramai alla sua quindicesima edizione.
PresaDiretta su Rai 3: quando va in onda?
#AscoltiTv: bene #Presadiretta che ottiene il 5,8% di share (1milione 500mila spettatori) pic.twitter.com/P40F3xWspk
— Ufficio Stampa Rai (@Raiofficialnews) February 6, 2018
Da sabato 17 febbraio PresaDiretta arriva in prima serata su Rai 3. Una grande novità per il contenitore di intrattenimento giornalistico condotto con ottimi risultati d’ascolti da Riccardo Iacona. Gli ultimi quattro appuntamenti previsti per l’edizione 2018 si spostano così dal lunedì sera al sabato sera.
Si tratta di un cambio di collocazione per il programma televisivo che per la prima volta sarà trasmesso di sabato sera peraltro in una fascia oraria non facile e rischiosa. La prima puntata trasmessa il prossimo 17 febbraio alle 21.10 circa su Rai 3 sarà incentrata sul tema dei “lavoratori alla spina“, un’inchiesta realizzata per raccontare come sia cambiato nel corso degli ultimi anni il mondo dei precari.
L’ultimo triennio ha sicuramente rappresentato per il mondo del lavoro un piccolo cambiamento con nuovi posti di lavoro, ma l’aumento dell’offerta di lavoro ha comportato una diminuzione delle ore di lavoro. Cosa significa ciò?
PresaDiretta: anticipazioni nuova puntata
Si da un lato è aumentato il lavoro, ma prettamente in ambiti dove il lavoro è precario e discontinuo. L’inchiesta porta alla luce una realtà davvero agghiacciante: si lavora poco e ad orario assurdi. C’è chi lavora la notte, chi lavora anche durante i giorni festivi e in moltissimi casi anche a titolo gratuito.
Uno spaccato di un’Italia reale dove il lavoro esiste, ma in pochi vogliono pagarlo. Spazio quindi alle esperienze di persone che pur lavorando ricevono stipendi bassi come avvocati che a fine mese riescono a racimolare circa 600 euro oppure professori di università che insegnano per scarsi 4 euro all’ora.
Ma non finisce qui, l’inchiesta racconta anche l’esistenza di una nuova forma di precariato: la Gig Economy. Sono lavoratori on demand o comunemente conosciuti come “lavoratori alla spina”. Un quadro del mondo del lavoro davvero amaro con le giovani generazioni (e non solo) costrette a fare i salti mortali per vivere o in alcuni casi a scappare all’estero alla ricerca di fortuna.
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