Povere Creature! la recensione del film di Yorgos Lanthimos

Povere Creature!

Povere Creature!, titolo originale Poor Things, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Alasdair Gray, e penultimo film di Yorgos Lanthimos, acclamato regista greco. Disponibile su Disney+ e vincitore di quattro premi Oscar all’ultima edizione, questo film è diviso in capitoli che seguono il percorso di crescita, consapevolezza e scoperta della protagonista Bella Baxter, verso la propria identità e il mondo circostante.

Ambientata nella Londra vittoriana, la storia narra le vicende di una giovane donna incinta che, dopo essersi suicidata gettandosi da un ponte, viene riportata in vita dal Dottor Godwin Baxter. Quest’ultimo, col suo corpo, decide di compiere un esperimento impiantandole il cervello del neonato che portava in grembo, ribattezzandola Bella Baxter.

Bella inizia subito a riscoprire le proprie funzioni vitali e, per monitorare i suoi progressi, Godwin si avvale dell’aiuto di Max McCandles, un suo giovane studente, che inizia a osservare quotidianamente i suoi comportamenti. Grazie ai suoi rapidi sviluppi, la protagonista manifesta ben presto una crescente curiosità verso il proprio corpo e ciò che la circonda, rivelando un forte desiderio di esplorare il mondo e se stessa.

Povere Creature! La recensione dell’acclamata pellicola

Povere Creature! è un film che fonde elementi surrealisti, fantastici e grotteschi, richiamando alla mente il capolavoro letterario di Frankenstein di Mary Shelley. Anche in questo caso, il legame tra il Dottore e la sua creatura è davvero cruciale, ma, a differenza del romanzo ottocentesco, il processo evolutivo qui è completamente diverso.

La pellicola si presenta innanzitutto come un racconto di formazione e emancipazione femminile, esplorando la vita di una donna che sfugge alle convenzioni sociali. L’uso di numerosi effetti fish-eye, zoom sui volti e frequenti piani sequenza, in cui la camera segue i personaggi tra le strade, nei corridoi e negli spazi interni, è fondamentale per il regista, ed approfondiscono il processo di consapevolezza interiore di Bella e la sua esplorazione del mondo circostante, guidando gli spettatori in questa scoperta graduale insieme alla protagonista.

Un processo ulteriormente sottolineato dai cambiamenti di colore: all’inizio, quando rinasce, le sue vicende sono presentate in bianco e nero, ma man mano che Bella acquisisce una maggiore comprensione del mondo e dei suoi abitanti, il film si colora sempre di più.

Bella Baxter: tra emancipazione femminile e scoperta del mondo

L’esplorazione di Bella verso se stessa e ciò che la circonda rappresenta uno dei cardini di questa pellicola. Attraverso un viaggio che tocca Lisbona, dove scopre con curiosità il cibo e balla senza timori di giudizio, Alessandria, dove affronta l’orrore e comprende l’ingiustizia, e Parigi, dove sperimenta i piaceri della sesso senza freni, la giovane donna vive esperienze che le conferiscono consapevolezza sulla natura umana. Queste avventure infatti le rivelano dinamiche malsane che governano il mondo e l’ambiguità dei rapporti interpersonali, in particolare con gli uomini.

Bella è infatti circondata da uomini che la manipolano continuamente, e cercano di prendere decisioni al suo posto e di dominare la sua vita, il suo corpo e la sua mente. A partire dal Dottor Godwin, che considera un padre, ma che non rispetta la sua volontà di suicidarsi riportandola in vita e trasformandola in un suo esperimento, decidendo anche per lei chi deve sposare. O, Duncan, un avvocato meschino e autoritario, che cerca di sottometterla, limitando la sua libertà e le sue scelte.

L’interpretazione di Emma Stone in questo ruolo complesso e sfaccettato è straordinaria; riesce a rappresentare le diverse fasi di crescita di una donna, dalla sua rinascita, in cui è una neonata con il corpo di un’adulta, alla maturità, in cui scopre i piaceri della sessualità senza tabù e cerca la propria strada personale senza limiti e senza timore del giudizio altrui. Bella è infatti una donna curiosa e priva di filtri, in continua scoperta di se stessa e degli altri, forte simbolo di emancipazione e libertà.

Conclusioni

In conclusione, Povere Creature! è un film ricco di sfaccettature sui rapporti umani e sul mondo, che mette in evidenza, con ironia, le dinamiche malsane che governano la società e il potere patriarcale esercitato da alcuni uomini sulle donne.

Il regista Yorgos Lanthimos, sempre attento a evidenziare i vizi e le complessità dell’animo umano, presenta qui personaggi grotteschi e pieni di vitalità, invitando a riflettere sulla condizione umana e sulle dinamiche che regolano i rapporti sociali.

Particolare rilevanza hanno anche i costumi, che evidenziano il percorso di crescita della protagonista, e la colonna sonora, fondamentale nel sottolineare momenti di pathos e nell’aggiungere focus in alcune delle scene più salienti.

Una visione imperdibile, apprezzata non solo dai fan di Lanthimos, ma anche da coloro che desiderano approfondire la sua visione e scoprire uno dei film più chiacchierati dell’anno!

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