Amici che ci seguite numerosi, ben trovati!! Oggi vi parlerò di due programmi tv che hanno fatto un po’ la storia della nostra televisione:
- Portobello
- e La Ruota Della Fortuna
Sicuramente in molti ricorderanno il programma condotto dallo straordinario Enzo Tortora, con il pappagallino più famoso dello stivale!!
All’epoca io ero piccola, però ricordo che era un gradevole appuntamento ogni settimana, assistere al mercatino del venerdì con i personaggi più strampalati che andavano a proporre le cose più disparate!
E come dimenticare il fatidico: <Big Ben ha detto stop! > Già, perché Il nome del programma si ispirava a quello di una strada di Londra, Portobello Road, famosa per il suo mercatino dell’antiquariato.
Enzo Tortora, un “eroe” moderno troppo maltrattato dai media e dalla giustizia
Sicuramente la conduzione impeccabile e il garbo di Enzo Tortora sono difficili da trovare nei conduttori di oggi. Uno scempio la sua carcerazione ingiusta, riabilitata nel tempo, quando ahimè è stato troppo tardi per salvarlo dal male incurabile: il cancro.
Si è ammalato di tristezza e di ingiustizia il nostro caro Enzo, e di questo l’unico colpevole è lo Stato.
Novità sul format, la Rai e Mediaset interessati
Come si legge su Dagospia, Giuseppe Candela scrive:
Dal 2008 i diritti di Portobello appartengono alla Corima, società di produzione di Marina Donato (moglie di Corrado), che proprio in questi giorni ha aperto i casting per una nuova edizione in cui si cercano nuovi protagonisti e centraliniste. Il progetto sarebbe ancora in una fase ‘embrionale’ ma capace di attirare le attenzioni sia della Rai che di Mediaset, e sarebbero stati già avvicinati potenziali conduttori. Che succederà nelle prossime settimane?”.
Portobello, nel corso degli anni, ha ispirato format come:
- Chi l’ha visto?
- Carramba che sorpresa
- I cervelloni
La Ruota della Fortuna
Un altro programma cult degli anni 80 che potremmo rivedere in tv è la Ruota della Fortuna.
Gerry Scotti in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, dichiara:
A gennaio farò due puntate in prima serata di Little big show. Poi ho dei mesi relativamente ‘scarichi’. Stiamo già cominciando a pensare ad altre cose. Andrò in Germania, Francia, Inghilterra per provare dei nuovi show.
Ora nel mondo tornano i classici della tv e anch’io sono stuzzicato dall’idea di fare un omaggio a un gioco storico della mia carriera o a quella di Mike Bongiorno. Magari un <La ruota della fortuna> diverso e corretto. Perché no?”
Bene amici seguiteci costantemente e vi terremo aggiornati sui nuovi sviluppi!
Vi lascio con la mitica sigla di Portobello:
Ci sono due programmi televisivi più tristi, commoventi e dimenticati nella storia della TV che nel corso degli ultimi anni, sono stati in onda ed eccoli alcuni:
*Portobello: mercatino del venerdì (1977/83, 1987) – da non confondere la citazione della canzone “Portobello Road” tratta dal film in tecnica mista musicale di Walt Disney Pomi d’Ottone e Manici di Scopa del 1971 diretto da Robert Stevenson – che simboleggia il famoso pappagallo in tutte le edizioni condotte dal grande Enzo Tortora su RAI 2 e che RAI 1 ha avuto la conduzione di Paolo Conticini, Antonella Clerici e Carlotta Mantovan nel remake del 2018 con il titolo di Portobello;
*La Ruota della Fortuna (1987/2009) – Nel biennio 1987/1988 – anno biennale della domenica pomeriggio alle 17 di Parole d’Oro con la conduzione di Mike Bongiorno e Susanna Messaggio su Canale 5 – ha avuto la conduzione di Augusto Mondelli alias Casti su Odeon TV, nel periodo 1989/1996 sulla quinta rete dell’ammiraglia Mediaset e nel periodo 1996/2003 su Rete 4 ha avuto la conduzione di Mike Bongiorno, con la partecipazione di numerose aiutanti-femmina come Ylenia Carrisi, figlia di Albano Carrisi e Romina Power, Paola Barale, Antonella Elia, Claudia Grego, Miriana Trevisan e Nancy Comelli. L’ultima edizione triennale 2007/2009 che è stata trasmessa da Italia 1, ha avuto la conduzione di Enrico Papi e Karin Victoria Silvstedt. Il quiz, insieme ad OK, il Prezzo è Giusto e, nonostante le numerose contro-accuse già scambiate ed affrontate fin’ora, è diventato molto peggio del rattristato, commovente e dimenticato film d’animazione di Walt Disney Alice nel Paese delle Meraviglie del 1951 diretto da Clyde Geronimi, Hamilton Luske e Wilfred Jackson e che, in questa trama del film, si noteranno le alcune scene molto tristi e commoventi:
Sulla riva di un fiume tranquillo, una ragazzina di nome Alice si annoia ascoltando la sorella maggiore che le legge ad alta voce un libro di storia su Guglielmo I d’Inghilterra. Quando sua sorella rimprovera i sogni ad occhi aperti di Alice, la ragazzina racconta al suo gattino Oreste che lei preferirebbe vivere in un mondo dei sogni privo di senso chiamato Paese delle Meraviglie. Alice e Oreste vedono passare Bianconiglio (vestito con un gilet) che dice di essere in ritardo. Alice lo segue in una tana e cade in una voragine. Comincia a galleggiare, grazie alla sua gonna che le fa da paracadute. Alice vede il coniglio bianco scomparire in una piccola porta e, dopo essersi rimpicciolita, riesce a passare attraverso il buco della serratura e ad entrare nel Paese delle Meraviglie. Qui incontra alcuni strani personaggi tra cui il dodo Capitan Libeccio e i gemelli Pinco Panco e Panco Pinco, che le raccontano la storia Il tricheco e il carpentiere.
Alice alla fine trova Bianconiglio nella sua casa, ma prima che possa chiedergli per cosa è in ritardo viene mandata a prendere un paio di guanti, venendo scambiata per la cameriera Marianna. Mangia un biscotto e diventa gigantesca, rimanendo bloccata nella casa del coniglio. Bianconiglio, Capitan Libeccio e lo spazzacamino Biagio Lucertola credono che Alice sia un mostro e progettano di bruciare la casa. La protagonista fugge mangiando una carota e diventando piccola come un insetto. Incontra e canta con dei fiori parlanti, ma poi loro la scacciano accusandola di essere un’erbaccia. Alice viene poi istruita dal fumatore di narghilè, il Brucaliffo, a mangiare un fungo per cambiare dimensione: mangiando un lato si diventa più piccoli; mangiando l’altro, invece, si diventa più grandi. Alice decide di mettere in tasca un pezzo del lato del fungo che fa crescere e un altro pezzo del lato che fa rimpicciolire.
Alice incontra lo Stregatto, che le consiglia di visitare il Cappellaio Matto, il Leprotto Bisestile e il Toperchio. I tre gestiscono una pazza festa del tè e celebrano il “non compleanno” di Alice, una giornata in cui non è il suo compleanno. Appare Bianconiglio, ma il Cappellaio Matto e il Leprotto Bisestile distruggono il suo orologio da taschino staccandogli le componenti meccaniche e imbrattandolo di cibi e bevande, fino a gettare fuori dalla festa il coniglio appena hanno saputo che l’orologio era un regalo di quell’occasione.
Stufa della maleducazione e della pazzia degli abitanti del Paese delle Meraviglie, Alice decide di riprendere l’inseguimento del coniglio e si imbatte nella Foresta di Tulgey: un bosco in cui si trovano strane creature di vario genere. Lo Stregatto appare e conduce Alice in un labirinto di siepi giganti governato dalla terribile, infida e tirannica Regina di Cuori e il marito più piccolo, il Re di Cuori. La regina ordina la decapitazione dei giardinieri-carte pittrici (l’Asso, il Due e il Tre di Fiori), colpevoli di aver dipinto di rosso le rose bianche ed averla fatta infuriare per non aver piantato rose di colore rosso naturale. La sovrana invita poi Alice ad una bizzarra partita a croquet con fenicotteri, ricci e soldati-carte come attrezzatura al posto delle vere mazze, delle vere palline e dei veri archetti; in questo modo Alice, pur giocando secondo il regolamento, perde la partita, mentre la Regina, illecitamente agevolata dai ricci, dai fenicotteri e dai soldati-carte, riesce a vincere immeritatamente.
Lo Stregatto appare nuovamente e, approfittando del suo poter comparire e sparire a suo piacimento senza essere visto, fa uno scherzo alla regina, impigliando nella sua gonna il becco del fenicottero, così la sovrana, dopo essere finita a gambe all’aria, accusa ingiustamente Alice, che evita la decapitazione immediata solo perché il Re di Cuori propone di metterla sotto processo. In esso vengono chiamati a testimoniare il Leprotto Bisestile, il Toperchio e il Cappellaio Matto, i quali, del tutto ignari della faccenda, decidono di festeggiare il non-compleanno della Regina, regalandole pertanto una nuova corona più grande, che però si trasforma nello Stregatto. L’animale parlante, per essere stato nominato da Alice, fa spaventare il Toperchio e questo crea lo scompiglio, che può essere fermato soltanto spalmando la marmellata sul naso del piccolo roditore, ma quest’ultima finisce per sbaglio sulla testa della Regina, che oltretutto riceve una martellata in testa dal Re nel tentativo di placare la bestiola.
La sovrana, infuriata, incolpa nuovamente Alice, ma proprio in quel momento la bambina si ricorda di avere ancora in tasca dei pezzi del fungo del Brucaliffo e li mangia, crescendo ad un’altezza enorme che secondo il regolamento del re è proibito in tribunale. Ora che è gigantesca, Alice si sente libera di dire la sua e, così facendo, insulta apertamente la regina, senza accorgersi che si sta restringendo alla sua dimensione regolare, dal momento che ha mangiato in fretta entrambi i lati del fungo. Alice ritorna così alle dimensioni di prima, dopodiché la regina ordina istericamente alle sue guardie di decapitare la ragazza e l’ordine stavolta viene approvato anche dal Re.
Così Alice è costretta a fuggire e, durante la sua fuga, viene inseguita dalla maggior parte dei personaggi del Paese delle Meraviglie, finché si ricongiunge con la serratura parlante, che le dice che stava dormendo e, aprendo la toppa che funge da bocca, le mostra il suo doppione reale, così lei sollecita la sua alter-ego a svegliarsi per terminare questo sogno. Alice, la sorella e Oreste tornano quindi a casa per il tè.