“Porta a Porta 2024-2025”, Bruno Vespa cambia tutto: “Meno ospiti, l’orario di collocazione ci penalizza”

Porta a Porta 2019 con Bruno Vespa su Rai1

Ripartono il 10 settembre i due programmi di approfondimento giornalistici condotti da Bruno Vespa su Raiuno: “Cinque minuti” alla sua terza stagione e “Porta a porta”, alla sua 30esima stagione.

“Porta a Porta 2024-2025”, le parole di Bruno Vespa

In conferenza stampa, Vespa ha annunciato delle importanti novità: “Ci saranno più faccia a faccia e anche con me le interlocuzioni aumenteranno. Via quadri e cornici, una grafica migliore, realtà aumentata, e il piccolo televisore sarà sostituito da un ledwall importante. Ma soprattutto, visto che quando arriviamo noi tutti sanno tutto, il nostro obiettivo è aiutare la gente a capire quello che succede”.

Ospiti della prima puntata Giovanni Costantino, presidente di The Italian Sea Group, la holding che detiene dal dicembre 2021 il marchio Perini Navi, per cercare di ricostruire quanto accaduto al Bayesan, il veliero affondato lo scorso 19 agosto davanti alle coste palermitane durante una tempesta e in cui sono morte sette persone.

Nel corso della stessa puntata verrà ricordato Mike Bongiorno e ci sarà anche Stefano De Martino, attuale conduttore di “Affari tuoi”. La politica sarà sempre presente tra i temi del programma tanto che Vespa auspica di poter accogliere in studio Giorgia Meloni ma anche Elly Shlein, Matteo Renzi e Giuseppe Conte.

Nel corso della conferenza stampa, a Bruno Vespa è stata fatta anche una domanda sul caso Sangiuliano. Il giornalista ha dichiarato che non ospiterà Maria Rosaria Boccia: “Non voglio essere uno dei suoi strumenti”.

Sull’ormai ex ministro della Cultura si è invece limitato a dire: “Spero che prima o poi abbia un lavoro adeguato alle sue capacità”. Nella scorsa stagione televisiva, “Porta a porta” ha registrato degli ascolti disastrosi.

Sicuramente l’orario di collocazione non aiuta ma Vespa ha focalizzato l’attenzione su un altro dato interessante: “Cosa chiedere ai vertici della Rai? Io sono sempre stato un uomo di azienda… mio auspicio che ci siano buoni film che facciano da traino. Il gioco di palinsesto è un gioco perverso e meraviglioso”.

Il giornalista ha poi lanciato un affondo sulla par condicio: “Siamo riusciti a sopravvivere ad una legge infernale sulla par condicio. Invidio molto le tv commerciali perché se ne fottono. Noi ci siamo dovuti scontrare fisicamente al tavolo autorale per un secondo in più o in meno di presenza in tv. Stiamo scherzando, è questo il mestiere? Mi auguro che il legislatore provveda immediatamente”. 

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