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Perfect Days, la recensione (no spoiler) dell’ultimo film di Wim Wenders

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Perfect Days, ultimo film di Wim Wenders, è disponibile su NowTV e Sky. Considerato uno dei lungometraggi più apprezzati del 2024 e candidato come Miglior Film Internazionale agli Oscar di quest’anno, Perfect Days è una storia toccante ed emozionante. Ambientato a Tokyo, il film segue Hirayama, un uomo silenzioso e taciturno che lavora nei bagni della capitale e conduce un’esistenza molto tranquilla e ordinaria. In quest’articolo vi raccontiamo perché Perfect Days è un titolo da non perdere assolutamente.

La straordinarietà dell’ordinario in Perfect Days

In un mondo continuamente di corsa, Perfect Days si erge come un inno alla bellezza dell’ordinario, invitando a cogliere piccoli momenti che spesso sfuggono. Hirayama è infatti un uomo tranquillo e ordinario, che lavora con estrema dignità e sembra che nulla possa sconvolgerlo. Wim Wenders, con delicatezza e profonda intimità, disegna il ritratto di una persona serena, che apprezza le piccole cose, come innaffiare le sue piantine o leggere un libro. Eppure, l’incontro con la nipote riporta alla luce alcuni ricordi passati che Hirayama non aveva mai affrontato completamente. La sua routine viene così parzialmente spezzata, provocando nuove emozioni e cambiamenti inaspettati.

Tuttavia, Hirayama affronta la vita godendosi il presente, trovando felicità e serenità nei suoi movimenti precisi e ripetitivi, come l’ascoltare una canzone nel suo furgoncino o l’osservare movimento degli alberi: “Un’altra volta è un’altra volta, adesso è adesso!” dice alla nipote in uno dei momenti più significativi del film.

La straordinarietà dell’ordinario diventa così un messaggio solenne solenne, che invita anche gli spettatori a fermarsi, apprezzare ciò che li circonda e riscoprire la bellezza della semplicità nelle piccole cose della vita.

La musica in Perfect Days

La colonna sonora è un altro elemento distintivo del film. Il titolo stesso del film, Perfect Days, si ispira all’omonima canzone di Lou Red. Sembra infatti quasi sottolineare come Hirayama viva dei “giorni perfetti” lasciandosi affascinare dalla bellezza della quotidianità.

Inoltre, il rapporto che il protagonista ha con la musica riflette il suo legame nostalgico con il passato. Hirayama possiede infatti delle cassette vintage che ascolta nel tragitto verso il lavoro, un rituale che lo collega ad una visione del tempo più autentico e meno frenetico. In contrasto, il suo giovane collega e la fidanzata, gli parlano di Spotify e scoprono con sorpresa che Hirayama non sappia nemmeno cosa sia o come funzioni. Una dicotomia forte, che sottolinea il contrasto generazionale.

Conclusioni

In conclusione, Perfect Days è una pellicola profondamente emozionante che trasmette al pubblico messaggi di speranza e positività.

Con quest’opera, Wim Wenders torna sul grande schermo dopo Submergence del 2017, regalando una storia delicata, intima e profonda. Il film infatti invita a riflettere sulla precarietà e l’immediatezza della vita, sottolineando l’importanza di apprezzare anche ciò che spesso si dà per scontato.

L’interpretazione di Kōji Yakusho nei panni del protagonista è davvero degna di nota. La scena finale, in particolare, è un’esplosione di emozioni capace di toccare le corde più profonde del cuore, lasciando il pubblico facilmente commosso.

Un titolo consigliato ai fan del famoso regista, ma anche a coloro che vogliano immergersi in una storia che celebra la bellezza nascosta nella semplicità della vita quotidiana.

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