Paradise Road è un film drammatico perfettamente interpretato da un eccellente cast tutto al femminile. La pellicola diretta da Bruce Beresford è la trasposizione cinematografica di una storia vera accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale. La musica come mezzo d’elezione per trarre forza nei momenti più bui è, riducendolo all’osso, il suo senso più profondo. Ripercorriamone brevemente la trama e vediamo qual è il fatto reale che il film racconta.
Paradise Road: la trama
Singapore, 1942. Una bomba esplode fuori dall’edificio di un cricket club in cui alcune signore della colonia britannica stanno ballando. Nel caos generale scatenato dal panico, un gruppo di donne, nel tentativo di fuggire, sale su una nave. Purtroppo, subito dopo aver lasciato il porto, un missile affonda il mezzo e le passeggere restano in acqua. Solo tre di loro, mostrando una forza e un coraggio fuori dal comune, riescono a raggiungere la costa di Sumatra, ovvero Adrienne (Glenn Close), Susan (Cate Blanchett) e Rosemary (Jennifer Ehle). Raggiunte da un ufficiale giapponese, le donne vengono portate in un campo di prigionia.
Qui ritrovano le compagne che avevano perduto ma anche condizioni di vita miserevoli. Tutte subiscono terribili violenze fisiche e psicologiche, ma non dandosi mai per vinte, un giorno riescono a trovare una via di salvezza. Adrienne, aiutata dalla missionaria Margaret Drummond (Pauline Collins), fonda un coro musicale che riesce ad affascinare persino i loro carnefici. La musica e il canto alleviano le sofferenze delle prigioniere, che però devono attendere la fine del conflitto per ritrovare libertà, pace e un po’ di serenità.
La storia vera dietro al film
Paradise Road è tratto principalmente da White Coolies, il libro di memorie scritto e pubblicato da Betty Jeffrey nel 1954. La scrittrice, infermiera australiana, faceva parte del gruppo di donne fatto prigioniero dai giapponesi.
Per onorare il personale medico ed infermieristico impegnato nella guerra ed anche le compagne che morirono di stenti durante quei durissimi due anni di prigionia, la Jeffrey creò un centro in loro ricordo. La pellicola si ispira inoltre, al libro di Helen Olijn, anche lei sopravvissuta alla stessa esperienza di Betty.
Le donne che fecero parte di quel disperato ma bellissimo coro carico di amore e di speranza, fu capace di adattare più di una trentina di opere di “mostri sacri” quali Debussy, Chopin e Beethoven (è scritto anche nei titoli di coda del film). La stessa colonna sonora di Paradise Road, in molti tratti, riprende alcune trascrizioni musicali ideate da loro stesse. Betty Jeffrey è morta nel 2000 a Melbourne, dove risiedeva.