Giorni fa vi abbiamo comunicato la notizia della morte dell’attore Paolo Villaggio che ha fatto ridere intere generazioni con il suo personaggio più popolare Ragionier Ugo Fantozzi.
L’attore secondo i più soprattutto degli addetti ai lavori era un uomo molto intelligente al contrario del suo personaggio “Fantozzi” che metteva in luce i difetti dell’italiano medio esasperandoli al punto di diventare una macchietta.
Paolo Villaggio: piangiamo l’artista ma l’uomo non era molto amato
Il valore professionale dell’attore Villaggio è indubbio anche perché ha fatto dell’inappropriato, sciocco, ignorante Fantozzi un affresco cinematografico dell’impiegato medio succube e per niente coraggioso.
Un valore aggiunto per il cinema tricolore perchè è stato senz’altro uno degli interpreti migliori della commedia italiana.
In questi giorni i social network pullulano di link, gif, e messaggi rivolti all’attore ma le sue idee come uomo non sempre sono state apprezzate e a volte risultavano persino antipatiche.
Purtroppo non è morto il ragionier Ugo Fantozzi, ma l’uomo Paolo Villaggio e l’uomo Paolo Villaggio, come tutti gli uomini reali, aveva opinioni e idee politiche e sociali.
Le sue opinioni e le sue posizioni spesso spiazzavano e non erano il linea, per così dire, con il sentire comune.
Eccone alcune che potrete trovare online ma soprattutto condensate in molti post.
Sul razzismo:
“La Kyenge io la chiamo negra. Altrimenti come vuoi chiamarli? Non è oltraggioso, è la solita ipocrisia. Non ha nemmeno il passaporto italiano (…) 38 fratelli? Colpa del padre e della sua attività sfrenata. Da quelle parti è l’unico divertimento, altrimenti sarebbe un pazzo, un maniaco sessuale. Per carità”.
“La nostra cultura non ha ancora accettato una cultura inferiore come quella che viene dall’Africa (…) noi buonisti, noi europei, noi sacerdoti, noi santi: tutti abbiamo sempre finto di essere più buoni di quello che in realtà siamo (…) I rapporti con la gente di colore oggi, tranne forse con Obama, sono ancora improntati a una leggera ipocrisia”.
Sull’omosessualità:
– “E’ un’anomalia genetica che va compresa fino in fondo (…) E’ un incidente, se si ha veramente amore per il prossimo bisogna avere comprensione per una deviazione che non è desiderata”.
– “Da ragazzi – raccontando dell’amicizia con Fabrizio De Andrè ndr – tormentavamo due omosessuali, uno dichiarato e l’altro no. Li prendevamo a pietrate, solo per il gusto di farlo”.
Sui giochi paralimpici:
– “Le Paralimpiadi di Londra fanno molta tristezza, non sono entusiasmanti, sono la rappresentazione di alcune disgrazie e non si dovrebbero fare perché sembra una specie di riconoscenza o di esaltazione della disgrazia. La mia non è crudeltà, ma è crudele esaltare una finta pietà. Questo è ipocrita. Sembrano Olimpiadi organizzate da De Amicis con dei ‘personaggini‘. Non fa ridere una partita di pallacanestro di gente seduta in sedia a rotelle, io non le guardo, fa tristezza vedere gente che si trascina sulla sedia con arti artificiali. Mi sembra un po’ fastidioso, non è divertente”.
Considerazioni
Non so quale possa essere il pensiero dei molti che leggeranno queste frasi e che non assoceranno il personaggio sfortunato e buffo di Fantozzi all’uomo Paolo che le ha pronunciate, tuttavia aldilà delle idee differenti io apprezzo moltissimo la sua sincerità nell’esprimerle.
Non si nascondeva dietro buonismi inutili e non era ipocrita. L’ipocrisia imperante della nostra società è qualcosa che aborro.
Tutto il giro di parole inutili per non offendere questo o quell’altro lo trovo inopportuno. Ma questa certo è la mia opinione!
E voi che ne pensate?