La persona che doveva essere il tutore e amministratore di sostegno dell’attore genovese Paolo Calissano, stroncato a Roma il 29 dicembre 2021 da un mix di farmaci antidepressivi, non avrebbe in realtà, secondo la procura di Genova, fatto gli interessi del noto attore, ma a quanto sembra avrebbe fatto sparire negli anni dai conti di Calissano almeno 1 milione di Euro. L’amministratore, avvocato genovese, è indagato per peculato e circonvenzione di incapace dalla procura di Genova.
Paolo Calissano, sparito 1 milione di euro dai suoi conti: indagato il suo amministratore e tutore
L’inchiesta del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore Francesco Cardona Albini e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, era partita dopo un esposto dei familiari di Paolo Calissano che si erano accorti degli ammanchi e avevano presentato una denuncia per peculato. A dicembre, quando la procura di Roma ha archiviato le indagini sulla morte dell’attore, ha integrato la querela ipotizzando anche la circonvenzione d’incapace.
L’ammanco di 1 milione di Euro dai conti di Paolo Calissano
Le indagini della Guardia di Finanza si concentrano su un ammanco di circa 1 milione di Euro dai conti di Paolo Calissano. Soldi che l’attore avrebbe guadagnato attraverso la partecipazione in diverse società. Una di queste è stata la Autopark V maggio srl, poi liquidata.
Come riportato dall’ANSA, l’avvocato Santina Ierardi che assiste i familiari dell’attore spiega: “È una fase delicata delle indagini e non commentiamo nulla”. Tra le operazioni al vaglio degli inquirenti ci sono circa una decina di bonifici partiti nel 2019 da un conto intestato a Paolo Calissano e destinati a Minna, per spese e finanziamenti della Autopark. Ma a fronte di questi bonifici nella contabilità della società risulterebbero stanziamenti molto inferiori provenienti da Calissano.
La vicenda che cambiò la vita di Paolo Calissano
Paolo Calissano, attore famosissimo negli anni 90 perché protagonista di alcune serie tv e di film di grande successo, vide una brusca frenata della sua carriera nel settembre 2005 quando nella sua casa di Genova morì per overdose da cocaina la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra. L’inchiesta segnò terribilmente una svolta lavorativa per l’attore che patteggiò quattro anni e entrò in una comunità. Nel 2006 il tribunale nominò l’avvocato Matteo Minna amministratore di sostegno dell’attore.
Successivamente, nella vita di Paolo Calissano arrivò la depressione. Una malattia che non lo ha più lasciato come più volte ricordato dal fratello Roberto, che in una intervista, dopo la chiusura delle indagini dei magistrati disse: “Vorrei liberare la memoria di Paolo dallo stigma della tossicodipendenza. Il pm che ha indagato per undici mesi sulla sua morte aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi”.