Paolo Bonolis al BCT Festival: “Tornare a Sanremo? Potrebbe accadere prima o poi” – Intervista Video

PAOLO BONOLIS

Paolo Bonolis conquista il pubblico del BCT, il Festival del Cinema e della televisione di Benevento. Il conduttore tv ha ripercorso i suoi anni di carriera raccontando aneddoti del suo lavoro e non solo. Noi di SuperGuidaTv abbiamo il piacere e l’onore di intervistare Paolo Bonolis e ai nostri microfoni ci ha rivelato se ci sarà una prossima edizione di Ciao Darwin, cosa pensa del Festival di Sanremo e alcuni retroscena sulla sua vita professionale.

Intervista al conduttore Paolo Bonolis

Una carriera straordinaria da protagonista della tv: tornato con Ciao Darwin che anche in questa stagione si è confermato un titolo molto amato. Contento di come è stato accolto dal pubblico? Potrebbe tornare?

“Sono molto contento di come è andato Ciao Darwin. È una trasmissione che è sempre piaciuta, che quest’anno ha avuto dei limiti da dover affrontare perché viviamo in una contemporaneità dove si cammina sulle uova e alcune cose erano un po’ troppo ‘palettate’. Per cui credo che per questa ragione non si farà più”.

Lei ha condotto nel 2005 e nel 2009 il Festival di Sanremo. Oltre ai numeri raggiunti, soprattutto quello del 2005 è stato quello che ha rivoluzionato la manifestazione portandola a quello che è diventata oggi. Il suo nome ogni anno torna a garanzia di una conduzione e una direzione artistica che farebbero bene alla kermesse. Cosa ne pensa?

“Mi fa piacere che ci sia questa considerazione e potrebbe accadere prima o poi. Credo sempre che una manifestazione così importante, nel momento in cui si scrive e si pensa, debba essere preceduta da un pensiero e sostenuta dal pensiero che la sosterrà in tutte le serate. Cioè il racconto non può essere solo una gara canora ma deve essere un contenuto che dia sostanza e specificità a quell’edizione”.

È inoltre uscito che lei ha rinunciato alla conduzione della prossima edizione per una parola data a Pier Silvio Berlusconi, un bel gesto di riconoscenza. Con lei le persone sono riconoscenti in ambito lavorativo?

“C’è chi lo è, e chi non lo è. Io credo che una volta che si dia una parola, questa parola vada rispettata indipendentemente dall’importanza della persona a cui la dai. Se dico a te, domani ci vediamo e ti dò la conferma perché me lo chiedi, sai sicuro che domani ci sono”.

Scrittore (‘Perché parlavo da solo’ e ‘Notte fonda’): Il primo parlava di lei e anche il secondo era riconducibile a lei: in un terzo libro di cosa le piacerebbe parlare?

“Scriverei gli ultimi anni di solitudine, invece di cent’anni (Ride, ndr). Muchos años después, frente al pelotón de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendía había de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevó a conocer el hielo (cita il libro di Gabriel García Márquez, ndr). Non lo so cosa scriverei, al momento non ci penso. Il primo libro è nato casualmente, figlio di una lettura che è stata fatta da alcune persone di cosine che avevo scritto per i fatti miei. Le hanno volute assemblare e fatte seguire da interviste che sviluppassero maggiormente quei pensieri espressi. Il libro è diviso, ogni capitolo c’è una parte in corsivo che è quella che ho scritto io e tutto il resto è l’intervista sviluppata, a capitolo.

Mentre ‘Notte fonda’ è un tentativo che ho fatto di scrittura, non essendo uno scrittore, non mi sono inoltrato nell’approfondimento dei personaggi, non volevo cadere in contraddizioni narrative, quindi ho fatto in realtà una piece teatrale. Lui e lei che in una notte parlano di tante cose, tra cui la gestione non solo della vita quotidiana, del pensiero personale, ma anche la gestione di un figlio che appartiene ad una generazione nuova, catturata dal bidimensionale rispetto ad una analogica che è quella dei suoi genitori.

Lei che telespettatore è: quali film e serie tv le piacciono? E se dovesse tornare a fare del cinema con quale regista le piacerebbe lavorare e in quale ruolo?

“Non sono un attore, se proprio devo fare un film allora è giusto che sogni. Mi piacerebbe far parte dell’ultimo film di Tarantino ma non credo che il regista sia particolarmente interessato e ingolosito da questa mia richiesta. Come serie ho seguito Yellowstone, Baby Reindeer (Piccola renna), ho seguito chiaramente Gomorra, Suburra. Sto aspettando con ansia che esca ‘Cent’anni di Solitudine’ su Netflix”.

Ricorda cosa ha comprato con il suo primissimo guadagno?

“La macchina. Era una Dyane 6 rossa, era un po’ basculante”.

Ci racconta un aneddoto della sua carriera che la diverte o la emoziona particolarmente?

“Ne ho tanti come faccio a ‘piluccare’ nel mazzo, da incontri con persone che per me erano forme di divinità ambulanti come Alberto Sordi, Raimondo Vianello, Corrado Mantoni, Baudo. Ne ho incontrati tanti e ognuno porta una aneddotica con sé di quell’incontro. E poi concorrenti delle trasmissioni, persone con le quali ho avuto la piacevolezza di giocare, di scherzare, di irridere e di farmi irridere. Quella è la bellezza di come mi piace lavorare in televisione, che tutti siano liberi di non prendersi sul serio prendendo sul serio quello che stanno facendo. Ci sono talmente tante trote che non ne abbocca manco una, come faccio a pescare un aneddoto”.

Intervista video a Paolo Bonolis

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here