La Notte della Taranta 2023 ha infiammato Melpignano, il comune italiano della provincia di Lecce in Puglia. Una serata che ha visto alternarsi sul palcoscenico grandi nomi della musica italiana tra cui Tananai e Fiorella Mannoia protagonisti di un messaggio contro la violenza di genere.
Tananai a La Notte della Taranta 2023: il suo messaggio contro la violenza di genere
L’appello di Tananai a La Notte della Taranta 2023 non è passato inosservato. Il cantautore di “Tango” si è presentato sul palco con un segno rosso sotto l’occhio destro e una camicia dal colore azzurro cielo. Sulla schiena una scritta che, a fine esibizione, è diventato il suo corale appello contro la violenza sulle donne e la violenza di genere. “Adesso basta, nessun’altra” – ha detto a gran voce il cantante tra i protagonisti indiscussi della ventiseiesima edizione della Notte della Taranta a Melpignano. Un appello arrivato dopo i ripetuti femminicidi delle ultime settimane.
Un appello che ha trovato voce anche in Fiorella Mannoia, la maestra concertatrice dell’evento che aveva anticipato di voler “utilizzare” il palcoscenico del festival popolare salentino per lanciare un messaggio forte e chiaro contro ogni tipo di violenza.
Fiorella Mannoia a La Notte della Taranta 26: “L’amore è stare bene insieme”
E’ così ha fatto. Fiorella Mannoia durante la 26esima edizione de La Notte della Taranta 2023 ha lanciato un messaggio contro la violenza sulle donne e la violenza di genere. Un discorso in cui ha parlato anche di amore omaggiando il collega Fabrizio De André:
L’amore deve essere condiviso, consenziente. L’amore è stare bene, è avere il piacere di stare insieme, desiderarsi l’un l’altro. Niente di più.
Poi la raffinata interprete ha parlato della condizione femminile sulle note del brano “Fimmine fimmine” in cui si racconta della tabacchine, quelle donne che lavoravano il tabacco. “Erano brave, erano veloci ed erano donne quindi potevano essere pagate meno anche lavorando di più. Potevano essere sfruttate, sfruttate dagli uomini ed erano alla mercé dei padroni che le usavano per i propri piaceri” – ha raccontato la Mannoia. Sul finale la cantautrice ha aggiunto: “oddio tante cose non sono cambiate, anche oggi molte storie sono simili e questa canzone è un inno, un grido. È il nostro grido, la nostra canzone: fimmine cantatela con noi“.