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Nino D’Angelo presenta il suo concerto ‘I miei meravigliosi anni ’80… e non solo’: “Ho raggiunto il mio sogno, cantare al Maradona”

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Nino D’Angelo festeggia i 52 anni di carriera con un concerto evento dal titolo ‘I miei meravigliosi anni ’80… e non solo!‘. Il cantante napoletano, come ama definirsi, ha preparato una scaletta che lo vedrà come protagonista nello stadio del suo mito, Diego Armando Maradona. Noi di Superguidatv eravamo presenti alla conferenza stampa in cui Nino D’Angelo ha parlato delle difficoltà iniziali a fare musica, di altri artisti napoletani come Geolier, di progetti futuri e di un suo sogno.

Nino D’Angelo, sabato 29 il concerto ‘I miei meravigliosi anni ’80… e non solo’

Sarà uno spettacolo all’insegna della nostalgia e dell’emozione quello che andrà in scena domani, sabato 29 giugno 2024 alle ore 21, allo Stadio Diego Armando Maradona. Nino D’Angelo ha deciso di racchiudere tutti i suoi successi, soprattutto quelli degli anni ’80, in un concerto dal titolo ‘I miei meravigliosi anni ’80… e non solo!“. Un momento significativo per rivivere il percorso di quel ragazzo della curva B, con il caschetto biondo, che ha fatto fatica a farsi largo ma che è stato apprezzato dal pubblico diventando uno di loro. ”Quel ragazzo col caschetto biondo è alla base di tutto quello che ho fatto fino ad ora. Lui è stato colui che negli anni si è preso gli schiaffi e io ora mi godo le carezze. Il vero eroe del mio successo è lui” – spiega Nino D’Angelo.

Sabato alle ore 18 ci sarà anche la partita dell’Italia contro la Svizzera e gli organizzatori del concerto hanno deciso di trasmetterla sui maxischermo consentendo quindi agli oltre 45 mila spettatori di vedere la gara della Nazionale. Durante la serata non ci saranno ospiti perché, come spiegato da Nino D’Angelo, questa deve essere una festa ed ‘è geloso’ di altri. In scaletta ascolteremo sicuramente ‘A’ discoteca’; ‘Jamaica’; ‘Maledetto Treno’; ‘Popcorn e patatine’; e ‘Napoli‘. Ma non mancheranno le sorprese.

Le parole del cantante napoletano

Nino D’Angelo ha poi parlato con i giornalisti dei suoi esordi difficili e della musica napoletana che ora è tornata alla ribalta nelle principali classifiche.

I cantanti italiani possono esserlo tutti, ma napoletani solo noi. Mi sono preso pugni, cazzotti, schiaffi, che si dovevano prendere i ragazzi d’oggi che dovranno continuare una storia forse più facile. La Napoli dove sono nato io, negli anni ’70 era razzista. Io ero il terrone degli italiani. Voglio essere un cantante napoletano e il sogno della mia vita era cantare in quello che allora si chiamava San Paolo e non c’era ancora Maradona. Mi sono sentito sempre sotto esame, sono contento di aver pagato per tutti e che oggi mi viene riconosciuta la mia professionalità. Venivo giudicato all’epoca solo per il caschetto e sotto nessuno ci andava mai a guardare. Dicono che sono stato sdoganato ma questa parola fa schifo, siamo tutti uguali al mondo”.

Non mancano riferimenti a Geolier e al suo sogno di far tornare il Festival di Napoli:

Io non la so scrivere una canzone rap. Loro sono dei poeti incazzati, io sono dolce, ho fatto i musicarelli. Geolier ha riempito lo stadio, è andato a Sanremo. Non è mio figlio, è mio nipote. Posso essere il nonno, sono molto felice di questa nuova canzone napoletana. Napoli deve approfittare di questo, la canzone napoletana sta diventando di nuovo fortissima. Da quando è finito il festival di Napoli, Napoli è stata abbandonata a se stessa. Io sono uno che no doveva vincere e ho vinto, mi dovevano dare il Premio della Critica a Sanremo, lo avevo già in tasca e non l’ho avuto“.

il cantante ricorda con affetto anche Pino Daniele, considerato il più grande di tutti dal dopoguerra ad oggi. Per quanto riguarda i progetti futuri non ha in mente collaborazioni con altri artisti né partecipazioni a programmi tv in qualità di giudice:

Ora le collaborazioni le fanno tutti, magari tra 10 anni. Non sarò mai un re, sono figlio di sudditi che hanno sofferto, e non sarò mai un giudice. Sono figlio del popolo, voglio essere uno che racconta i sentimenti delle persone semplici. Ora mi voglio solo riposare, sono arrivato ad un traguardo con questo spettacolo, il sogno della mia vita: cantare al Maradona, il Maradona tutto mio. Nessuno può dire che si è riempito perché c’erano altri cantanti”. 

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