Nicole Kidman e Antonio Banderas a Venezia 81 con “Babygirl”: bagno di folla per loro

Nicole Kidman Antonio Banderas

Nicole Kidman e Antonio Banderas, entrambi protagonisti del film Babygirl firmato dalla olandese Halina Rejin, sono sbarcati in laguna alla conquista di Venezia 81. L’idea del film è nata quando Rejin ha saputo da un’amica che in venticinque anni di matrimonio non aveva mai avuto un orgasmo con il marito. La prima scena del film infatti, offre un plastico rumoroso amplesso tra i due coniugi, Nicole Kidman e Antonio Banderas. Film a parte, quello che ha colpito è il bagno di folla dei due attori, che a distanza di anni dalla loro partecipazione alla mostra del Cinema di Venezia, sono ancora amati e acclamati dal pubblico.

Nicole Kidman e Antonio Banderas Venezia 81

In conferenza stampa Nicole Kidman dichiara: “Il film parla di sesso, dei nostri desiderio più intimi, di segreti, famiglia. verità consenso: il linguaggio nel sesso è complicato. Vediamo la storia di una donna che spero sia liberatoria. Spero che parli di amore verso sé stessi e di liberazione. E’ stato bello ritrovarsi con questo materiale con una regista donna. Attraverso il suo sguardo. A Cannes qualche tempo fa avevo detto che per bilanciare l’equilibrio avrei voluto girare di più con cineaste”.

Nicole Kidman sull’esposizione del corpo femminile

L’attrice chiede poi quante sono le donne in concorso quest’anno, le dicono “cinque” ed esulta: “Stiamo facendo la differenza”. A chi le chiede come sia stato mettere il suo corpo a disposizione del film, risponde: “Si tratta di una questione di fiducia. Io non penso nei termini del corpo ma di come posso raccontare la storia, aiutare la visione del regista. E io sono sempre stata al servizio del regista, pur con risultati diversi. E ora siamo qui, molto emozionati con questo film in cui credo ad attendere il giudizio”.

Le parole di Antonio Banderas

Interviene Antonio Banderas: “Per molti anni sono venuto a Venezia con film che oggi non si potrebbero più fare, criticati perché non conformi al politicamente corretto. Adesso siamo arrivati a una forma di autocensura. Quando ho letto questa sceneggiatura mi sono detto: c’è ancora qualcuno che pensa in modo diverso, che ha il coraggio di mettere schermo cose che noi tutti pensiamo. Noi siamo prigionieri dei nostri istinti siamo animali, c’è qualcosa nella natura che non è democratico: nessuno chiede di essere umano, animale di nascere. Siamo semplicemente aggrappati a ciò che siamo. Tutti siamo ormai catalogati, l’arte dovrebbe essere altro: perciò sono felice di essere qui”.

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