Nastri d’Argento 2024, intervista esclusiva a Michele Riondino: “L’indifferenza della politica nei confronti dei morti sul lavoro mi ferisce. All’inizio avevo paura che il film non venisse compreso”

michele riondino

Dopo i David di Donatello, Michele Riondino è stato uno dei protagonisti della cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento che si è svolta a Roma il 27 giugno presso il Maxxi. Il suo esordio alla regia con “Palazzina Laf” è stato premiato con ben cinque Nastri: sceneggiatura (di Riondino con Maurizio Braucci), miglior attore protagonista sempre Riondino, miglior attore non protagonista (Elio Germano) e la migliore canzone originale, (La mia terra – musica, testo e interpretazione di Diodato).

Nastri d’Argento 2024, intervista esclusiva a Michele Riondino

Noi di SuperGuida TV abbiamo intervistato in esclusiva Michele Riondino. Sul successo di questo film, Riondino ha detto: “Era un sogno, un desiderio, una speranza ma ricevere tutta questa attenzione ha un significato particolare perché vuol dire che il tema del film è vivo, attuale. Il mio incubo peggiore è che non venisse capito fino in fondo, che la storia non avesse il giusto appeal per i produttori, distributori e che avesse problemi per la distribuzione. Così non è stato e quindi sono colmo di gioia”. Durante la cerimonia di premiazione è andata in scena anche la protesta dei lavoratori dello spettacolo. L’intento della protesta è di far comprendere che il cinema non gode di ottima salute e che più si va avanti senza concrete soluzioni più saranno i lavoratori che si troveranno a far fronte a gravi difficoltà economiche assieme alle loro famiglie. Riondino è uno di quegli artisti che sostiene la loro causa: “Difendo la loro lotta e la loro battaglia. Sono loro che danno lavoro a noi che ci mettiamo solo la faccia. Tra loro ci sono anche padri di famiglia. Il cinema è un’industria molto importante soprattutto per la tradizione e per mantenerlo vivo c’è bisogno di leggi che ne permettano la sopravvivenza. Non si può usare il lavoro come arma di ricatto per ridurre al silenzio chi attraverso il cinema racconta delle storie”. “Palazzina Laf” è un film più che mai attuale anche alla luce dei numerosi morti sul lavoro di questi giorni. Il pensiero va subito al bracciante morto a Latina ma anche agli operati deceduti sul lavoro a La Spezia e a Venezia. Chiediamo a Riondino quanto lo ferisca l’indifferenza della politica: “Mi delude profondamente. Il mio personaggio ad inizio del film accusa l’operaio dicendo “E’ colpa tua se muori e se non sei buono a lavorare stai a casa”. Ed è quello che ha detto l’imprenditore, il padrone del bracciante a Latina. Il lavoratore ha la colpa non solo della sua morte ma anche di aver rovinato la vita agli altri. Questo è un paradosso. Quando abbiamo scritto con Braucci questa scena pensavamo di esagerare, di dire qualcosa di sconvolgente ma la realtà ci stupisce sempre di più”. Michele Riondino ha poi commentato l’inchiesta di fanpage.it su Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. L’attore si è scagliato contro i toni che richiamano il fascismo e l’antisemitismo manifestato da alcuni componenti: “A me non sorprende affatto. Diciamo che chi di dovere dovrebbe prenderne atto e dichiarare per lo meno. A me la cosa che colpisce di più è l’ipocrisia. Loro dicono sfacciatamente che davanti alle telecamere sono in un modo e dietro in un altro. E lo dicono chiaramente, non c’era neanche bisogno di Fanpage. Lo si vede quando picchiano o bastonano qualcuno perché ha una bandiera di sinistra o di un sindacato”. 

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