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Napoleon, la recensione del film director’s cut

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In una Francia ancora sconvolta dai recenti “trambusti” della Rivoluzione Francese, Napoleone Bonaparte inizia la sua scalata al potere. Un’ascesa che lo condurrà da umile capitano d’artiglieria a Imperatore, per un regno di gloriose vittorie e rovinose cadute. In mezzo a intrighi e battaglie, conquiste territoriali e problemi politici, centrale sarà la presenza della sua amata Giuseppina, donna fondamentale dietro le scelte di un uomo sui generis.

Napoleon: per l’onore e per la gloria – la recensione

Non è il Napoleone che uno si aspetta quello raccontato da Ridley Scott o forse è proprio quello che in realtà ci si poteva attendere dal leggendario regista inglese, che abbellisce con la sua tipica verve epica – da I duellanti (1977) a Il gladiatore (2000), da Le crociate (2005) a Robin Hood (2010) e così via – una delle figure più importanti della Storia tutta, un individuo che ha fatto il bello e il cattivo tempo negli anni in cui era al potere, segnando le sorti dell’Europa e del mondo suoi contemporanei.

Non bisogna dunque attendersi fedeltà storica, con imprecisioni assortite anche nell’età del cast – Joaquin Phoenix visibilmente più vecchio del personaggio che interpreta, soprattutto nella prima parte del film – che vanno perdonate al fine di gioire di un blockbuster su larga scala, ancor più potente e magniloquente nella director’s cut recentemente resa disponibile nel catalogo di AppleTv+, dove d’altronde da tempo dimorava già l’originale.

Come prima, più di prima

Un’edizione estesa che vede l’aggiunta di quarantotto minuti in più, raggiungendo la ragguardevole durata di oltre tre ore e venti minuti – comunque ben lontane dalle quattro ore promesse in origine per questa versione – che espandono in maniera ancor più organica e coesa una vicenda complessa e stratificata, completando al meglio questo affresco sontuoso e sfrontato, senza mezze misure.

Un’opera che diventa maestosa nelle scene di massa e nelle battaglie, con in particolar modo quella di Austerlitz, combattuta in mezzo al ghiaccio, che lascia senza fiato per dispendio di uomini e mezzi, tingendo di sangue e di dramma uno scontro che ha visto perire migliaia e migliaia di soldati. Ma anche la stessa resa dei conti finale contro le forze inglesi, guidate da un istrionico Duca di Wellington magnificamente interpretato da Rupert Everett, offre momenti di grande cinema, all’insegna di un puro e piacevolmente vanaglorioso spettacolo a prova di grande pubblico.

Phoenix rischia a tratti di essere schiavo della sua recitazione compassata, un marchio di fabbrica che non si ibrida al meglio ad un personaggio così leggendario, e a convincere di più è allora la controparte femminile di Vanessa Kirby, che ci offre una Giuseppina tormentata e disincantata, perfetta spalla del protagonista: d’altronde si sa che dietro a ogni grande uomo, c’è una grande donna.

L’incalzante colonna sonora, una fotografia che ben si adatta ai suggestivi e imponenti contesti, ottimi effetti speciali e una regia attenta e precisa confezionano un kolossal dal sapore classico che, pur perfettibile, sa come intrattenere una platea eterogenea, riconsegnandoci a un cinema antico troppo spesso surclassato da supereroi e affini.

Conclusioni finali su Napoleon

La storia di Napoleone Bonaparte è ancora più completa ed esaustiva in questa director’s cut che aggiunge quarantotto minuti alla durata originale e poco importa se la fedeltà storica è l’ultimo dei pensieri di Ridley Scott. Lasciare da parte il purismo in favore di un cinema spettacolare, con la vicenda dell’imperatore francese e del suo tormentato amore per Giuseppina che rivive in una messa in scena sfarzosa e affascinante.

Napoleon è un cinema epico che porta ben visibile il marchio del suo regista, che a ottantacinque anni si dimostra ancora in grandissima forma dietro la macchina da presa, realizzando scene di battaglia visibilmente incredibili e sfruttando al meglio il cospicuo budget a disposizione. Joaquin Phoenix offre un’interpretazione forse troppo abbottonata, mentre Vanessa Kirby spicca nel folto cast, comunque eterogeneo e carismatico al punto giusto.

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