ADV

Intervista a Cristina Donadio alla Mostra del Cinema di Venezia: “Napoli è abituata alle polemiche. È una Nazione in una Nazione”

ADV

Cristina Donadio ha raccontato alla Mostra del Cinema di Venezia di cosa parla ‘Dadapolis – Caleidoscopio Napoletano‘. Il documentario di Carlo Luglio e Fabio Gargano ha debuttato alla 81esima edizione della Biennale nelle Giornate degli Autori. Vediamo insieme cosa ha detto ai nostri microfoni l’attrice conosciuta al grande pubblico per il ruolo di Scianel nella serie Gomorra.

Intervista all’attrice Cristina Donadio

La Mostra del Cinema di Venezia è iniziata il 28 agosto con il film di apertura ‘Beetlejuice Beetlejuice’ di Tim Burton. Poi è stata la volta della cerimonia condotta dalla madrina Sveva Alviti con la consegna del Leone d’Oro alla Carriera a Sigourney Weaver. Nella Giornata degli autori, spazio a ‘Dadapolis – Caleidoscopio Napoletano‘ prodotto da Bronx Film con Movies Event in collaborazione con La Scuola di Cinema Fotografia e Audiovisivo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Cristina Donadio, qual è l’originalità di Dadapolis?

È un film originale che raggruppa 60 e più artisti che raccontano ognuno il loro punto di vista su questa città che è Napoli. Il titolo Dadapolis è perché è una Napoli un po’ dadaista, surreale che racconta lo stato dell’arte, l’incanto e il disincanto. Da un lato c’è l’incanto: la bellezza di Napoli, una città che incanta che è come una sirena incantatrice. Dall’altro il disincanto degli artisti che nonostante la bellezza della città che in questo momento storico è la più amata, ricercata e visitata al mondo, hanno difficoltà a trovare chi si mette in ascolto realmente. Si tratta di artisti a tutto campo: dal teatro alla musica, passando per il cinema, l’arte, la scrittura, la scultura. Napoli è una città che ribolle di artisti eppure in questo momento è come se stesse vivendo più uno stereotipo che l’archetipo che conserva dentro di sé.

Tutti arrivano in città perché qui si mangia bene, si vive bene, tutti sono allegri, si canta e si suona, oltre che per la bellezza del luogo. Ma chi ci rimane sa che ci sono le stratificazione e che se uno volesse realmente conoscere Napoli, ammesso che ci si possa riuscire, Bisogna andare a scavare. Napoli è come diceva Pasolini ‘una Nazione in una Nazione’, bisogna andare sempre più giù perché si trova di tutto.

È Napoli-mania. Ad oggi i pregiudizi su Napoli sono superati? Si è parlato tanto di Geolier e la città è un set di molte fiction.

Sarebbe un lungo discorso. Napoli è abituata alle polemiche. Ci sono passata per tanti anni con Gomorra dove a volte siamo stati additati come se fossimo la causa di tutto e non un effetto. Magari bastasse cancellare Gomorra dai palinsesti per diventare più buoni. Magari bastasse convincere Geolier a scrivere in italiano per risolvere i problemi. Sono tutti falsi problemi ma Napoli è abituata a farsi attraversare da tutto questo. La Napoli mania ha molte cose positive, l’unica negativa è che a volte la gente viene a Napoli e si accontenta di quello che vede e non di quello che può trovare andando a curiosare nei posti più nascosti.

Tu sei stata un volto di Gomorra. Ci sarà un prequel, ci sarei? Cosa ci puoi dire?

Si è parlato tanto di questo prequel. Credo che se si farà non ci sarà nessuno di noi, nel senso che ci saranno i nostri personaggi ma non noi. Questo potrebbe essere l’unica nota un po’ così perché il pubblico che ci ha amato, ama noi, le nostre facce, la nostra voce. Ma se vogliamo raccontare quello che c’è prima bisogna andare su attori molto giovani che raccontano come si è arrivati ad avere queste facce, queste voci, queste gestualità. Sta ancora tutto navigando, è nell’idea di qualcuno il prequel ma Gomorra è sempre molto visto, dagli appassionati almeno una volta all’anno. Mi capita ancora che mi fermino e mi dicono che mi hanno appena visto.

Io so che Scianel è ormai uno stato d’animo, non è più un personaggio, la chiamo scianelitudine. Racconto un aneddoto. L’altro giorno ero a Procida a fare una lettura e mi si è avvicinata una bambina di sei anni chiedendomi un selfie perché si chiamava Scianel. Non ho approfondito sul perché ma adesso c’è su Now tv un gioco che stanno facendo e tra i nomi maschili da dare ai figli c’è Ciro, Gennarino mentre alle bimbe Scianel. Si continua a giocare perché è una cosa che tutti amano, anche i detrattori di Gomorra non riescono a non dire che era fatto bene.

ADV