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Intervista esclusiva a Milo Infante: “A Generazione giovani sogno di portare come ospiti Giuseppe Conte e Rocco Casalino”

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Dopo alcuni anni di assenza è ora pronto a tornare in TV. Stiamo parlando del giornalista Milo Infante che dal 19 settembre sarà al timone del programma “Generazione giovani” in in onda su Raidue alle 9.55. Una trasmissione che circa un anno fa aveva chiuso i battenti tanto che lo stesso Milo non era riuscito a nascondere il rammarico dicendosi dispiaciuto. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida Tv, Milo si dice soddisfatto e a proposito dei giovani che sono stati criminalizzati quest’estate per i loro comportamenti. Un’intervista che è stata l’occasione per ripercorrere la sua carriera e in particolar modo il successo ottenuto grazie al programma “L’Italia sul Due” condotto assieme a Monica Leofreddi nei cui confronti Milo ha speso parole di stima rivelandoci di aver pensato a lei per “Ore 14”. Milo ci ha fatto anche una inedita rivelazione. Ci ha infatti svelato di essere stato in lizza per la conduzione de “La vita in diretta” e che in questi anni non sono mancate proposte di reality da lui rifiutate. Il suo sogno? Poter fare una bella stagione televisiva.

Milo Infante, intervista esclusiva al conduttore Rai

Milo, da sabato tornerà al timone del programma “Generazione giovani”. Che sapore ha questo ritorno? E’ soddisfatto?

Sono molto soddisfatto. “Generazione giovani” è uno dei programmi di servizio pubblico più importanti perché fa parlare i ragazzi. E’ un progetto che crescerà in futuro e mi auguro che la RAI possa farlo crescere impegnandosi anche a trovargli un’altra collocazione nel palinsesto. All’interno del programma abbiamo dovuto ridimensionare il numero dei giovani presenti per le problematiche legate all’emergenza coronavirus. Siamo passati da 20 ragazzi a 8 al massimo. Mi è dispiaciuto molto quando Freccero cancellò il programma perché non ne capivo il motivo. “Generazione giovani” è molto seguito dai genitori perché affronta delle tematiche di cui non si parla in famiglia. Molti colleghi mi hanno confidato di aver seguito il programma con i loro figli e che questa è stata un’occasione per confrontarsi con loro su alcuni temi come il bullismo. E’ stato bello sapere che quello che si veniva a creare era un rinnovato rapporto con i figli. Oggi purtroppo la televisione fa parlare gli anziani dei giovani senza dare loro la possibilità di replicare. 

Secondo lei, che generazione di giovani è quella di oggi? Pensa che quest’estate i giovani siano stati criminalizzati? Mi riferisco in particolare alla chiusura delle discoteche. 

Come giornalista ho poche certezze ma da cronista posso dire che i giovani non hanno rispettato le regole così come gli adulti. La differenza sta nel fatto che le immagini dei giovanni ammassati nelle discoteche senza le mascherine e senza il il rispetto del distanziamento hanno contribuito a fare notizia. Oggi la virologa Capua ha dichiarato che è più pericoloso il pranzo della domenica con i parenti che prendere gli autobus. Non diamo allora la colpa solo ai giovani. A dispetto del motto “torneremo ad abbracciarci”, ciò che purtroppo ha sorpreso è stata un’escalation di aggressività nei giovani ma anche negli adulti. Sono aumentate le aggressioni alle forze dell’ordine e ogni giorno si verificano fatti di cronaca agghiaccianti. 

A proposito di cronaca, quello che è accaduto giorni fa a Willy Monteiro rappresenta anche una ferita culturale importante. Un sociologo ha definito questo omicidio il prodotto dell’incultura che dilaga sui social. Lei cosa ne pensa?

I social hanno la stessa responsabilità dei media. Se tu guardi i profili social dei giovani quello che ricorre più spesso è il riferimento a serie come “Gomorra” e “Suburra”  che rappresentano lo specchio della realtà. Purtroppo siamo di fronte ad una società che non rispetta la legge. Faccio un esempio. Ci siamo innamorati della mobilità diversa per cui ora prendono tutti la bicicletta o il monopattino. Peccato che non si è spiegato alla gente che il monopattino è un giocattolo e che può andar bene nei piccoli centri ma non nelle grandi città in cui sfrecciano le macchine. A Milano si registrano 8 incidenti al giorno e non mi sembra un dato poco allarmante. Anche la musica ha la sua responsabilità.

In che senso?

Basti guardare il video dei due trapper di Macerata. E’ un rimando continuo alla droga e alla violenza. Ha ragione il procuratore Gratteri quando parla di mafia e di malavita. Bisogna lavorare per cercare di condurre i nostri figli alla conoscenza dei miti positivi. I ragazzi più deboli si lasciano affascinare e sedurre da questi miti deviati che parlano di soldi facili, di droga, di Pablo Escobar. Nella serie “La Piovra” si parlava della mafia però c’era un eroe buono. In “Gomorra” vincono i cattivi. 

Ho letto che nel programma ci sarà spazio anche per interviste a esponenti della cultura, della politica e della società. Ci può anticipare qualche nome? C’è un ospite in particolare che le piacerebbe avere?

Nella prima puntata posso rivelare che avremo ospite Don Gino Rigoldi, il cappellano del carcere minorile Beccaria. Un uomo che da quarant’anni ospita nella sua struttura i ragazzi che hanno sbagliato. Vorrei portare il contributo di chi ci ha messo non solo la faccia ma anche il cuore nella sua professione. Un ospite invece che mi piacerebbe avere nel programma è il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Mi hanno colpito le sue parole quando dopo la morte di Willy ha detto “ora cosa dico a mio figlio?”. E’ lo stesso pensiero che ho avuto anche io e che credo sia stato lo stesso per molti genitori. E poi mi piacerebbe avere come ospiti i due protagonisti della comunicazione di questa stagione, Rocco Casalino e il suo alter ego Luca Morisi considerato l’artefice dell’ascesa di Matteo Salvini. Avevo già provato a contattarlo ma ha rifiutato l’invito. Spero che Rocco Casalino accetti l’invito. Vedremo. Avremo tutti i leader politici perché sono convinto che i giovani debbano riscoprire la fiducia nella politica. 

Crede che oggi la politica sia in grado di parlare ai giovani?

No assolutamente. La politica è fatta da vecchi e spesso da slogan. Oggi ai giovani la politica non pensa e non li mette al centro. Bisognerebbe da un lato imporre regole più severe e dall’altra combattere la disoccupazione. In Italia ancora oggi manca la meritocrazia. Viviamo in un paese in cui chi è bravo ma non è raccomandato da nessuno non riesce a farsi strada. Finché non riusciremo a scardinare questo principio avremo perso la nostra battaglia con i giovani. 

Dal 26 ottobre invece partirà il nuovo programma “Ore 14”. Che programma sarà? Non c’è il rischio di un taglio troppo giornalistico in un daytime già affollato in questo genere? Come affronta la sfida con Serena Bortone?

“Ore 14” nasce con un’esigenza che è quella di creare un punto informativo prendendo spunto dai fatti di cronaca della giornata. Lo faremo con dei collegamenti in diretta e attraverso le interazioni sui social. Non credo che ci sarà sovrapposizione con il programma “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone perché da quello che mi è stato detto lei tende a puntare alla cronaca nella seconda parte scegliendo un tono più leggero nella prima. Se così non dovesse essere penso che uno dei due programmi venga spostato e di fronte a Raiuno spetterà a Raidue fare un passo indietro. Di questo però non ne abbiamo parlato e non ci poniamo al momento il problema. 

Qualche tempo fa si era fatto il suo nome per “La vita in diretta”. Le era stato proposto?

Mi è stato chiesto e avevo dato la mia disponibilità. L’azienda poi ha fatto una scelta diversa. 

In questi anni ha rifiutato proposte che ha reputato non in linea con il suo percorso professionale? Le hanno proposto per caso anche di partecipare a reality?

Nel tempo mi hanno proposto anche reality ma ho rifiutato perché non mi interessano. Mi sono stati proposti anche programmi che erano lontani anni luce dalla mia vocazione. Non posso fare un programma comico perché faccio ridere ma involontariamente. 

Ha condotto per tanti anni “L’Italia sul Due” assieme a Monica Leofreddi. Che esperienza è stata? Ha avuto modo di sentire Monica? Pensa di coinvolgerla in qualche progetto?

Sarei l’uomo più felice del mondo se potessi tornare a lavorare con Monica. Avevo pensato di coinvolgerla per “Ore 14” ma purtroppo io sono a Milano e lei a Roma. Essendo poi un programma di informazione la conduzione deve essere veloce e una doppia conduzione non avrebbe aiutato. Con Monica ci sentiamo spesso e appena possibile ci vediamo. La considero una delle conduttrici più brave della televisione italiana e mi sono chiesto spesso per quale motivo non abbia avuto ruoli importanti negli ultimi anni. Spero di poterglieli dare io un domani. Gli ospiti che abbiamo avuto nel programma “L’Italia sul Due” e che spesso sono stati criticati li ritrovo oggi a distanza di anni nell’80% delle trasmissioni in onda. E vorrei fare anche una piccola polemica ma garbata. 

Dica pure. 

Sono molto legato alla sede di Milano in cui ho trovato un gruppo straordinario di lavoro. Tutte le volte che passo nei corridoi di Corso Sempione mi chiedo per quale ragione tra tutte le fotografie degli studi di tanti programmi storici non ci sia un ricordo del programma “L’Italia sul Due”. Ho provato a chiedere ma senza ottenere risposta nonostante fosse stato un programma che registrava ottimi ascolti. 

Ciò che colpisce è che lei, quando è stato messo da parte, non abbia mai ceduto al risentimento o alla tentazione di rilasciare qualche intervista al vetriolo.

Non mi piace chi si piange addosso. Pur avendo rapporti di cordialità e amicizia, non ho mai chiamato un direttore di giornale o un collega per dirgli di scrivere un articolo su di me. Io ho fatto le mie scelte e le mie battaglie in solitaria senza chiedere niente a nessuno. Quando qualcuno ha voluto scrivere qualcosa l’ha fatto di sua spontanea volontà. Io amo la RAI anche se a volte come in tutte le aziende straordinarie ci si può imbattere in uomini meschini e incapaci che coscientemente o incoscientemente creano un danno. 

Quale sarà la sua prossima sfida? Ha un sogno nel cassetto?

Il sogno nel cassetto è di poter fare una bella stagione televisiva. Non so se vinceremo la sfida negli ascolti. Arriviamo in una fascia pomeridiana difficile e che in questi anni è stata molto “strapazzata”. Sono felice che il direttore Ludovico Di Meo ci stia mettendo l’anima in questa rete per darle una nuova identità. 

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