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“Mike”, intervista a Claudio Gioè, Valentina Romani, Elia Nuzzolo e il regista Giuseppe Bonito

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Mike Bongiorno è stato per tutti il Garibaldi della televisione. Ha saputo unire l’Italia davanti al piccolo schermo dando alla tv nazionale una ben precisa identità. E proprio per omaggiarlo a cent’anni dalla nascita, la Rai ha deciso di dedicargli una serie tv, “Mike” che andrà in onda il 21 e il 22 ottobre su Raiuno in prima serata e che è stata presentata al Festival del Cinema di Roma. A vestire i panni del re del quiz l’attore Claudio Gioè. Una bella sfida per l’attore palermitano che ha definito quello di Mike il ruolo più significativo della sua carriera. Ad interpretare invece la moglie Daniela Zuccoli, la talentuosa Valentina Romani.

Intervista a Claudio Gioè, Valentina Romani, Elia Nuzzolo e il regista Giuseppe Bonito

Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Claudio Gioè, Valentina Romani, Elia Nuzzolo che veste i panni di Mike da giovane, e il regista Giuseppe Bonito. Una serie che ripercorre la vita pubblica e privata di Mike: dagli orrori della guerra, al rapporto conflittuale con il padre, dagli esordi fino ai grandi successi televisivi con “Rischiatutto” e “La ruota della fortuna”.

A tal proposito, il regista ha dichiarato: “Raccontiamo anche il Mike privato, c’è un racconto anche del Mike pubblico, televisivo e non si poteva prescindere da quello. Il privato è un’astrazione. E’ chiaro che non si può pensare di essere fedele a una qualche realtà per cui è normale che ad un certo punto subentri l’immaginazione. Devo dire che in questo sono stato molto fortunato perché Daniela, la moglie di Mike, è stata una porta di accesso preziosa. Non solo lei ma anche il figlio Niccolò. Ho sentito da loro grande fiducia e da questo punto di vista ho sentito il peso della responsabilità. E’ un racconto che ho cercato di fare con il massimo rispetto possibile. Ci tenevo a comunicare anche la problematicità della fama, del successo”.

Per Claudio Gioè interpretare Mike è stato un onore grandissimo: “E’ una serie che racconta un uomo straordinario, un uomo che ormai fa parte della cultura italiana dal dopoguerra ad oggi. Gli italiani come popolo si sono riuniti per la prima volta il giovedì sera davanti alle sue trasmissioni. Questo ci poneva in una condizione di grande responsabilità perché dovevamo cercare di restituire tutto quello che c’era dietro questo straordinario comunicatore. Sicuramente il segreto del successo sta nella sua chiave empatica, nella capacità di parlare a tutti i ceti sociali”.

Dopo Max Pezzali nella serie degli 883, Elia Nuzzolo si è ritrovato a vestire i panni di Mike Bongiorno da giovane: “E’ stato un onore ma anche una responsabilità. Ho avuto un po’ paura ma ho cercato di lasciare da parte il personaggio che tutti conosciamo per cercare di entrare nella sua vita, nel suo lato umano, capire i sogni che lo muovevano ma anche i timori”.

Valentina Romani è invece la moglie di Mike Bongiorno. Quando lei e Mike si sono rincontrati tra loro c’era una forte differenza d’età. Un ostacolo, se così si può chiamare, che entrambi hanno superato con l’amore: “Non ho incontrato Daniela ma mi sono documentata guardando tante interviste. Quello che mi ha colpito è che c’è un filo invisibile che la tiene legata ancora a Mike e questo mi ha fatto capire quanto fosse profondo e radicato il sentimento. Un amore capitato per caso ma destinato ad esserci. I ricordi legati a Mike Bongiorno sono piuttosto sbiaditi ma vive attraverso i racconti dei miei genitori e della loro generazione”.

Nella serie tv traspare un profondo senso di rispetto nei confronti del lavoro, un’intransigenza molto forte ma anche un pudore per il privato. La lezione di Mike è importante per chiunque: bisogna saper fallire per poter avere successo. Claudio Gioè a tal proposito ha ammesso:

“Ci sono tanti aspetti in cui mi sono sentito somigliante a Mike. Mike ci ha insegnato un atteggiamento stoico nei confronti della vita perché non è sempre tutto facile, il successo non arriva di colpo. In questo senso le giovani generazioni sono un po’ coccolate e hanno l’idea che se non vanno bene è meglio alienarsi dal mondo, trovare vie di fuga. Mike invece lottava in prima persona e questo ha fatto sì che il suo sostrato culturale, il suo vissuto potessero arrivare ad esprimersi in quel grido diventato famoso, “Allegria”. Senza quella conquista faticosa i risultati difficilmente arrivano”. 

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