Il ritorno di Michele Santoro in Rai ostacolato dalla Lega? Il giornalista ha scritto una lettera indirizzata ai Presidenti di Camera, Rai e Vigilanza
Il ritorno in Rai di Michele Santoro sarebbe in forse per via di un quesito richiesto da parte dei parlamentari della Lega? In queste ore il giornalista e conduttore di “Annozero” e “Servizio Pubblico” ha fatto sentire la sua voce inviando una lettera ai Presidenti di Camera, Rai e Vigilanza.
Michele Santoro: “iniziativa senza precedenti”
Ecco cosa ha scritto Michele Santoro nella missiva inviata ai Presidenti di Camera, Rai e Vigilanza:
Ho deciso di sollecitare la vostra attenzione perché si tratta di un’iniziativa senza precedenti. Non solleva, infatti, obiezioni di merito su fatti, accordi reali o (cosa che sarebbe comunque grave) trattative in corso. In assenza di qualsiasi notizia di stampa sull’argomento, utilizza voci di corridoio per diffondere falsi allarmi e costringere la Rai a chiudermi la porta in faccia. A scanso di equivoci, voglio precisare che discutere della conformità dei contratti e dei contenuti delle trasmissioni agli indirizzi parlamentari rientra perfettamente nelle prerogative della Commissione; ma ciò non può permettere di interferire sui diritti individuali e sulla libertà d’informazione che, fino a prova contraria, restano principi costituzionalmente garantiti.
Senza mezzi termini Santoro ha puntato il dito contro le richieste dei parlamentari della Lega che avrebbero avanzato delle richieste e domande su un suo ipotetico ritorno in Rai. Non solo, i leghisti avrebbero richiesto anche dati precisi sul possibile compenso del giornalista e conduttore.
Michele Santoro: “sento messi in discussione princìpi fondamentali”
Richieste che Santoro ha definito “improponibili”, in quanto “”ledono il diritto privato e impediscono a un professionista di svolgere liberamente la sua attività”. Non solo Santoro ha chiamato in causa la Costituzione dicendo: “la Costituzione Italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Il giornalista e conduttore pertanto si augura un intervento istituzionale utile a ristabilire non solo un clima di rispetto, ma anche a scoraggiare possibili altre iniziative inopportune precisando:
Ho ritenuto di sollevare la questione non per me stesso ma perché sento messi in discussione princìpi fondamentali. Noi giornalisti, in particolare quelli che lavorano o collaborano con la Rai, siamo sempre richiamati al rispetto di regole e regolamenti elaborati dai parlamentari in quanto espressione del popolo. Ma nemmeno il popolo può conferire loro l’autorità di agire offendendo i principi fondamentali a cui si ispira la nostra Repubblica. Almeno fino a quando resteremo una democrazia.