Era il 6 giugno 2021 quando Michele Merlo ha lasciato i suoi genitori e i suoi fan. La notizia sconvolse tutti e oggi, a distanza di poco più di un anno, assistiamo ad una quasi certezza: Michele Merlo poteva essere ancora tra noi. Avrebbe potuto continuare a scrivere le sue canzoni, a studiare, a vivere la vita di un ragazzo che rincorre il suo sogno tra alti e bassi. Invece, no. Qualcuno ha sbagliato. Siamo vicini alla famiglia e agli amici che lo ricordano con le sue canzoni e in manifestazioni come “Michele tra le righe” dello scorso giugno organizzata dall’Associazione Romantico Ribelle.
Michele Merlo: vittima di un errore di valutazione, poteva essere salvato
Il gip di Vicenza, dopo aver effettuato un ulteriore perizia secondo l’incidente probatorio, ha dichiarato che Michele Merlo poteva essere salvato dalla leucemia fulminante tra il 79% e l’86%. L’errore fatale è stato commesso dal medico di base a cui Merlo si era rivolto dal momento che non ha intercettato la gravità e i sintomi della malattia citata.
Inoltre, la morte del giovane artista molto probabilmente non sarebbe potuta essere evitata dal 2 giugno in poi poiché le terapie per la leucemia non hanno effetto immediato. Di conseguenza, il secondo specialista che ha visitato Michele Merlo non poteva, secondo la perizia voluta dalla Procura di Bologna, evitare gli sviluppi successivi. Il tempismo, in questi casi, è necessario.
Il medico di base di Rosà, dal canto suo, ha sostenuto che le dichiarazioni di Michele Merlo circa una contusione alla coscia l’avrebbero tratto in errore. La documentazione su quanto emerso sino ad oggi è stata depositata e verrà approfondita e discussa il 29 settembre.
Michele Merlo: il romantico ribelle dall’anima fragile
Michele Merlo era un’artista giovane con un mondo da raccontare. Nei giorni che poi, hanno visto svolgersi la tragedia stava lavorando al suo nuovo progetto musicale. Dopo la partecipazione al talent show di Canale 5 e ai no di Sanremo Giovani, non si era arreso e voleva più che mai dimostrare la sua cifra artistica. Michele Merlo aveva imparato a mostrarsi nella sua fragilità anche attraverso i social network e aveva creato un rapporto di verità con il suo pubblico.
Già all’interno della scuola di Amici di Maria De Filippi aveva dimostrato di essere un ribelle. Un ribelle però romantico. Un ragazzo con le proprie idee che voleva fare musica per lanciare messaggi a chi come lui aveva un’anima fragile. In un mondo dove i ragazzi partecipano, spesso, ai talent per il successo immediato era uno dei pochi che aveva un’aura diversa. La passione per la musica lo ha portato a chiamarsi Mike Bird, poi Cinemaboy e infine Michele Merlo perché bisogna conoscersi, sbagliare e avere il coraggio di essere sé stessi per concedersi ad un pubblico. Michele Merlo, questo, lo stava facendo.