Con la grandezza che contraddistingue i veri talenti, Meryl Streep è rimasta, almeno in apparenza, sorprendentemente umile. Quando le si ricorda il numero record delle sue candidature all’Oscar, risponde con autoironia: “Sono l’interprete più nominata, ma anche quella che ha perso di più”.
Meryl Streep, Palma D’oro alla Carriera a Cannes 2024
Non stupisce, quindi, che al Festival di Cannes 2024, dove ha ricevuto la Palma d’Oro alla carriera dalle mani di un’emozionata Juliette Binoche—alla quale ha rivolto parole di ammirazione per la sua interpretazione in Il gusto delle cose (nelle sale italiane dal 9 maggio)—si sia presentata alla masterclass in suo onore con un look sobrio, da lei stessa definito “austero”, perché ancora reduce dai festeggiamenti della sera precedente.
Ripercorriamo allora la straordinaria filmografia di Meryl Streep, che attraverso i suoi ruoli non ha solo raccontato se stessa, ma anche l’evoluzione della storia e del cinema degli ultimi 50 anni. Come ha detto Juliette Binoche sul palco di Cannes: “Grazie a te, Meryl, abbiamo cambiato il modo di vedere le donne al cinema.”
Non solo: è una di quelle rare forze della natura sul set, capace di affrontare qualsiasi genere senza mai risultare meno che straordinaria. Dramma, musical, commedia, film in costume, biopic—ha esplorato ogni sfumatura del cinema, lasciando sempre il segno.
Una versatilità che le è valsa il riconoscimento unanime dei suoi colleghi e dell’industria: in quasi 50 anni di carriera, Meryl Streep ha ricevuto ben 21 nomination agli Oscar, conquistando tre statuette per Kramer contro Kramer (1980), La scelta di Sophie (1983) e The Iron Lady (2011).
Meryl Streep ha studiato canto
Se, guardando Mamma Mia!, avete pensato: “Però, Meryl Streep canta davvero bene”, sappiate che non è solo merito della formazione artistica completa tipica degli interpreti anglosassoni. Alle spalle del premio Oscar, infatti, ci sono studi di canto, come lei stessa ha ricordato nella masterclass di Cannes:
“Ho studiato canto lirico, sono un soprano di coloratura. Poi al liceo ho iniziato a fare la cheerleader e a fumare. E me la sono rovinata. Ma comunque l’opera non fa per me: sono più rock’n’roll! Amo la musica e credo che il canto sia un canale diretto verso il cuore. Quando studiavo recitazione, l’insegnante migliore che avessi era quella di canto. Ci ha insegnato che cantare è in linea diretta con le emozioni, senza passare per il cervello: è pura melodia e sentimento. All’inizio del corso ci disse che, alla fine delle lezioni, ognuno di noi avrebbe dovuto cantare una canzone importante davanti agli altri e farli piangere. Io scelsi Lonely at the Top di Randy Newman. Era una scelta ironica, perché all’epoca ero completamente al verde!”.
Il film che gli ha permesso di svoltare
Dopo anni di studi di canto e teatro, Meryl Streep ha finalmente conquistato l’attenzione del pubblico con Il cacciatore di Michael Cimino. Uscito nel 1978, il film ha acceso i riflettori su di lei, segnando una svolta nella sua carriera. Ricordando quell’esperienza, l’attrice ha raccontato:
“Il mio ruolo è legato alla dimensione familiare della storia. Il mio personaggio è una ragazza di una piccola città di provincia, proprio come me. Vengo dal New Jersey e, nella mia città natale, molti ragazzi partirono per il Vietnam senza mai fare ritorno. L’impatto di quella guerra è stato devastante per tante famiglie, e conoscevo bene le sue conseguenze nella vita quotidiana. Quello che non potevo raccontare, invece, era l’esperienza diretta del Vietnam. Michael Cimino mi disse che non sapeva esattamente cosa avrebbe potuto dire il mio personaggio, così mi chiese di aiutarlo a costruirlo.”
Steven Spielberg
Meryl Streep ha collaborato con Steven Spielberg in due occasioni. La prima volta nel 2001, prestando la voce alla Fata Turchina in A.I. – Intelligenza Artificiale, e la seconda nel 2017, quando ha interpretato Katharine Graham, la storica proprietaria del Washington Post, in The Post.
L’attrice non ha che parole di ammirazione per il regista:
“È un genio. Ha una visione assolutamente chiara del film nel suo insieme. Ci sono registi più focalizzati sulle dinamiche tra i personaggi, mentre Spielberg ha un occhio che abbraccia l’intera opera nel suo movimento complessivo. Alcuni aggiungono la colonna sonora e danno ritmo al film in fase di montaggio, ma Steven ha già la musica nella sua testa fin dall’inizio.”