Ha trionfato nell‘edizione 2024 di “Tu Si Que Vales“. Matteo Fraziano, classe 2001, ha messo d’accordo tutti, pubblico e giuria grazie all’arte delle ombre cinesi. Il giovane è riuscito a portarsi a casa un montepremi da 100 mila euro con il quale potrò finanziare la sua formazione. Noi di SuperGuida TV abbiamo intervistato in esclusiva Matteo Fraziano che ha ripercorso la sua esperienza nel talent di Canale 5 raccontando quali sono state le emozioni che ha provato nel corso della finale.
Parlando dei giudici, ha dichiarato di essere rimasto colpito da tutti, nessuno escluso. Su Maria De Filippi in particolare ha dichiarato: “Tutti e quattro mi hanno accolto a braccia aperte fin da quando ho messo piede nello studio e sono stati incredibilmente calorosi e accoglienti, soprattutto Maria De Filippi che ringrazio tantissimo sia per tutte le belle parole che ha speso nei miei confronti durante la trasmissione sia per avermi dato la clessidra in fase di audizione dandomi un’altra possibilità per arrivare direttamente alla finale. A mio parere non sono diversi rispetto a come si vedono in tv, sono esattamente come li vedi con l’unica differenza che non c’è uno schermo a fare da tramite tra loro”.
Una passione quella per le ombre cinesi nata dopo aver assistito dal vivo ad uno spettacolo di Arturo Brachetti circa due anni fa: “Tornato a casa, rimango per due settimane senza pensarci troppo e un giorno mentre stavo cercando un libro di magia nella libreria che ho in camera mi ritrovo un libro di ombre cinesi scritto proprio da Arturo Brachetti che i miei genitori mi avevano regato quando ero piccolo. Da lì prendo questo libro e inizio a studiare le prime orme”. Ora dopo la vittoria nel programma, Matteo pensa però al futuro: “Dal punto di vista pratico sto prendendo il flusso che mi ha dato la vittoria di “Tu Si Que Vales” per realizzare degli spettacoli per mostrare ancora una volta quello che faccio, questa volta non attraverso uno schermo ma dal vivo, cosa che secondo me regala emozioni incredibili”.
Matteo Fraziano, intervista al vincitore di Tu Si Que Vales 2024
Matteo, ti aspettavi di vincere Tu si que vales 2024? Quali emozioni hai provato durante la Finale del programma di Canale 5?
Non mi aspettavo assolutamente di vincere Tu Si Que Vales, è stato una sorpresa avendo visto in trasmissione quali sarebbero stati gli altri finalisti. Il livello era molto alto quindi non mi aspettavo di riuscire a vincere. Sono stato contento di aver portato l’arte delle ombre cinesi e averle fatte arrivare al pubblico a casa. Sono passati nove giorni dalla finale, ancora adesso se ci ripenso vivo ancora tutta l’emozione e l’adrenalina del momento che mi rimarrà impresso nella memoria per anni.
Come è nata l’idea di partecipare al programma?
L’idea nasce da un’esigenza ma soprattutto dalla voglia di condividere con quante più persone possibili la mia arte, quella delle ombre cinesi e della magia. Sono contento che sin da subito il responso a casa sia stato così alto. Dopo aver vinto mi hanno scritto moltissime persone che si sono appassionate a quello che facevo. Questo significa esattamente aver raggiunto l’idea e l’obiettivo che mi era prefissato.
Durante le varie puntate a cui hai preso parte, hai avuto modo di dialogare con altri artisti? Se sì, cosa ti hanno raccontato?
Si ho avuto modo di conoscere la maggior parte degli artisti dietro le quinte e si sono rivelati delle persone bellissime. Parlando della finale i primi che mi vengono in mente sono The Phobias, il duo di clown con uno stile molto particolare e delle idee molto innovative. Ricordo quando il giorno delle prove generali, ho avuto un problema a una torcia che non funzionava più e uno di loro, essendo appassionato ed esperto di elettronica si è seduto al tavolo e mi l’ha riparata. Ancora oggi lo ringrazio tantissimo. Oltre a loro mi viene in mente Geneviève Côté, artista canadese bravissima con una personalità fortissima, divertente e spiritosa.
Non potendo votare per te stesso, chi degli artisti giunti in Finale ti ha colpito di più e chi, secondo te, si poteva meritare la vittoria?
La finale si è suddivisa in due fasi e alla fine del primo quartetto -di cui facevo parte- ero certo e sicuro che sarebbe passata Geneviève Côté, stimando tantissimo la sua personalità sul palco. Arrivato poi all’ultimo quartetto gli artisti che temevo maggiormente erano i The Phobias proprio perché avevano portato delle idee molto interessanti e adatte ad un numero per la finale.
Chi dei giudici ti ha colpito maggiormente? Sono molto diversi rispetto a come si vedono in tv?
Tutti e quattro mi hanno accolto a braccia aperte fin da quando ho messo piede nello studio e sono stati incredibilmente calorosi e accoglienti, soprattutto Maria De Filippi che ringrazio tantissimo sia per tutte le belle parole che ha speso nei miei confronti durante la trasmissione sia per avermi dato la clessidra in fase di audizione dandomi un’altra possibilità per arrivare direttamente alla finale. A mio parere non sono diversi rispetto a come si vedono in tv, sono esattamente come li vedi con l’unica differenza che non c’è uno schermo a fare da tramite tra loro.
Quando è nata la tua passione per le ombre cinesi?
La mia passione nasce 2-3 anni fa, a febbraio-marzo 2022 dopo aver visto al teatro Sistina uno spettacolo di Arturo Brachetti. Io nasco come illusionista e prestigiatore, ho iniziato a studiare l’arte della magia a 12 anni quindi inizialmente sono andato a teatro solo con l’idea di vedere uno spettacolo di magia e trasformismo e, invece ne sono uscito rapito e stregato dalle ombre cinesi. Tornato a casa, rimango per due settimane senza pensarci troppo e un giorno mentre stavo cercando un libro di magia nella libreria che ho in camera mi ritrovo un libro di ombre cinesi scritto proprio da Arturo Brachetti che i miei genitori mi avevano regato quando ero piccolo. Da lì prendo questo libro e inizio a studiare le prime orme.
C’è qualcuno a cui ti ispiri? Un mentore o qualcuno di cui vorresti ripercorrere le orme?
In generale sia per l’illusionismo che per le ombre non ho mai avuto solamente una persona come punto di riferimento, ho sempre spaziato molto e ho appreso il più possibile da quanti più differenti influenze. Se dovessi fare dei nomi Arturo Brachetti che è colui che mi ha trasmesso la passione per le ombre cinesi e se dovessi andare a citare artisti meno noti stimo tantissimo Antonio Garsini, artista di ombre italiano e a livello internazionale Raymond Crowe, artista illusionista australiano.
Quante ore ti alleni al giorno?
Ogni giorno dedico dalle 2 alle 3 ore circa di allenamento principalmente di notte sia per l’assenza di luce ma anche perché mi sono sempre trovato bene.
Che progetti hai adesso?
Dal punto di vista artistico sto cercando di creare nuove cose, nuovi atti che possano unire ombre cinesi e magia assieme, in parte come è avvenuto durante la finale. Dal punto di vista pratico sto prendendo il flusso che mi ha dato la vittoria di “Tu Si Que Vales” per realizzare degli spettacoli per mostrare ancora una volta quello che faccio, questa volta non attraverso uno schermo ma dal vivo, cosa che secondo me regala emozioni incredibili.
Sogni nel cassetto?
Quando si parla di sogni è sempre molto difficile perché significa mettere nero su bianco quelli che sono i tuoi obiettivi e se fallirai tutti lo sapranno. Mi sento di dire che non ho un obiettivo preciso, so che però tutti i micro sogni, i micro obiettivi che ho, convogliano tutti in un unico comun denominatore ossia di fare ed esibirmi con la mia arte, appassionare tante persone a ciò che faccio e far sognare gli spettatori e mostrare loro quanto altro c’è dietro quest’arte.