È stato il tormentone estivo, degno del miglior Neymar, ma ora finalmente tutto è stato stabilito. Parliamo ovviamente del futuro televisivo di Massimo Giletti, rimasto incerto fino a ieri e che ora ha trovato collocazione.
Ieri pomeriggio si era diffusa la notizia che Giletti avesse scelto La7, preferendola a Mediaset.
La rete di proprietà della famiglia Berlusconi gli aveva offerto la conduzione abbinata della domenica pomeriggio con Barbara D’Urso, in una staffetta nel corso di Domenica Live.
Giletti ha preferito Urbano Cairo, con cui tra l’altro era stato visto a pranzare più volte.
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Ora dopo che la vicenda si è conclusa, è lo stesso Massimo Giletti a parlare ed a spiegare i motivi che lo hanno portato verso La7.
In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, il conduttore ha detto la sua verità, non risparmiando nessuno. Vediamo insieme i punti salienti dell’intervista.
Mai abdicare alla dignità
Non è il denaro il motore principale della scelta di Giletti, ma è una questione di principio. Giletti non ha voluto rinunciare alla sua dignità personale, punto cardine della sua vita, e fare altri programmi che non fossero l’Arena avrebbe significato il contrario.
In questa storia, il criterio del denaro è all’ultimo posto. La mia è una scelta di libertà. Con mio padre ho avuto un rapporto tempestoso ma mi ha insegnato una cosa: mai abdicare alla dignità. Per me chiudere L’Arena sarebbe stato abdicare alla dignità. Fare altri programmi voleva dire comprare il mio silenzio. Con grande dolore, non ho potuto accettarlo».
Giletti non si fa comprare, dunque. Se avesse accettato l’offerta fattagli da Mario Orfeo, avrebbe significato per lui vendersi, abbassare la testa. Ma il conduttore non si fa mettere le redini, lui è un uomo libero.
io sono un uomo libero… Non ho mai avuto padroni, la mia forza è sempre stata quella di essere super partes.Mai avuto alcun mandato politico, ed è stata la mia identità. Credevo bastasse per una tv pubblica avere questi risultati come garanzia. Evidentemente non è così».
Nessun orientamento politico, anche se spesso è stato tacciato di tendere al centrodestra (forse perché Salvini e Meloni lo hanno spesso difeso). Ciò non è stato sufficiente per rimanere alla Rai e condurre un programma complicato come l’Arena.
Un motivo c’è e lapidario lo svela Giletti:
evidentemente L’Arena è un programma scomodo.
L’arrivo a La7
Alla fine, dopo tante trattative e tanto parlare dei media, Giletti ha optato per la rete di Urbano Cairo. L’editore ha giocato bene le sue carte, in un corteggiamento ben eseguito e serrato che ha avuto la meglio sui rivali di Mediaset. Parlando proprio di Cairo, Giletti afferma:
ho parlato a lungo con lui. Mi ha convinto, è stato bravissimo, deciso, determinato, sembrava uno della Juventus… Ma non ho visto solo lui. Sono state settimane di incontri e di trattative.
Alla domanda se rifarà finalmente l’Arena, la risposta di Giletti è quella che i suoi seguaci si aspettano.
rifarò L’Arena. La mia Arena… Qualcuno sperava che non andasse più in onda perché, dicono, dava molto fastidio. Ma L’Arena è la mia creatura professionale, l’ho fatta nascere, l’ho modellata. Ho scelto La7 perché ho capito che era lì la strada per dare continuità a questa esperienza.
La7 è la rete giusta per continuare il suo obbiettivo: dar voce alla gente e continuare a denunciare ciò che non va della nostra Italia. Questo il vero motivo dell’approdo sul canale numero 7.
l’arena continuerà a esistere, a dar voce all’Italia che ha scoperto e capito. La ragione per cui ho deciso per un simile passo è stata proprio la continuità del programma.
Ma quando tornerà l’Arena? Non subito, precisa Giletti, bisogna prima definire e programmare tutto. Ma tornerà, rassicura Giletti.
Il doloroso addio alla Rai
Martedì 2 agosto è stato il giorno in cui si è concluso definitivamente il rapporto con Mamma Rai. Non è stata certo una passeggiata per il conduttore che aveva riversato sogni e speranze nella tv pubblica. Non avrebbe mai immaginato un simile epilogo, spiega, ma era inevitabile.
È stato inevitabile uscire dalla Rai e provare tristezza. Anzi, molta amarezza perché Viale Mazzini è casa mia.. Non avrei mai pensato che nel 2017 mi sarei ritrovato nelle condizioni di dover lasciare quel posto così pieno di significati per me.
L’Arena portava ascolti e successo, in una fascia pomeridiana di cui era la padrona: esattamente quattro milioni di spettatori, con oltre il 22% di share dalle 14 alle 15, ha precisato Giletti. Il conduttore credeva che bastasse per essere riconfermato, ma si sbagliava.
Tra l’altro ha appreso la notizia della chiusura della trasmissione su internet e dopo averla classificata come un fake new, ha dovuto con amarezza constatare che invece era tutto vero. È stato il silenzio da parte della Rai a confermarglielo, eloquentissimo.
Ma ancora peggiore è stata la motivazione addotta da Mario Orfeo, una volta che Giletti ed il direttore si sono incontrati faccia a faccia.
mi ha detto: chiudo L’Arena, e basta, così ho deciso. Adducendo una scusa che mi fa sorridere: cioè che la gente, la domenica pomeriggio, deve rimanere tranquilla.
La verità la sappiamo, Giletti ce l’ha snocciolata apertamente. In tv (soprattutto quella di stato) come nella vita funziona spesso così: chi dice la verità risulta scomodo e paga.
Lo stesso trattamento è toccato a Giletti, ma ora una nuova vita lavorativa gli si è aperta. Tranquilli, il conduttore continuerà a dar voce alle ingiustizie ed alle oscenità della nostra Italia, solo lo farà un po’ più in lì, sei tasti dopo sul telecomando.