Giornalista, conduttore e autore. Massimo Giletti è uno dei volti noti del piccolo schermo a cui i telespettatori si rivolgono in cerca di verità, di notizie certe e di approfondimenti legati all’attualità politica, economia e sociale. L’abbiamo intervistato in esclusiva per capire come sia cambiata la sua vita professionale a causa del Coronavirus e per comprendere cosa dovremo aspettarci. Ecco anche cosa ci ha detto sul suo futuro su La7.
Massimo Giletti, intervista esclusiva: Non è L’Arena
Come è cambiata la sua vita professionale in questo periodo così difficile per tutti a causa del Covid-19?
Io lotto più di prima perché la prima vittima della guerra è la verità e siccome stiamo vivendo una guerra sanitaria lotto per una informazione libera e indispensabile per superare questa prova. Per questo motivo lotto ancora di più.
Quali accorgimenti avete dovuto adottare in studio per poter continuare ad andare in onda?
Beh abbiamo dovuto salutare il pubblico. Non c’è più nessuno così come negli altri studi. E’ tutto vuoto come sono vuote le nostre città. Il silenzio fa un rumore sordido.
Io ho raccontato Roma di notte in una puntata speciale di Non è l’Arena facendo vedere vari luoghi simbolo della città ed incontrando: Veltroni, la Raggi e Amendola. Da lì penso sia emerso perfettamente quel vuoto che fa rumore, quel silenzio che diventa assordante. L’ho fatto perché ritengo che ci sia la necessità di inventarsi ogni tanto dei racconti anche diversi. L’obiettivo era quello di raccontare il virus in un modo diverso.
Mi sembra però che questo vuoto racconti anche la debolezza del mondo occidentale. Pensavamo che la scienza dominasse tutto, ma in realtà non siamo pronti a combattere. Siamo deboli. L’unica cosa che ci hanno fatto fare è chiuderci in casa come l’uomo delle caverne. Sinceramente lo trovo troppo poco. Il mondo penso abbia mostrato tutti i suoi limiti.
C’è un opera di Bruegel che si chiama Il trionfo della morte il cui titolo mi ha fatto riflettere e pensare al trionfo dell’incompetenza del mondo occidentale in toto, non del nostro Governo. E’ il mondo occidentale che ha fallito. Non è stato in grado di preparasi alla pandemia, di predisporre piani e metterli in pratica. Si è fatto cogliere impreparato, di sorpresa, e questo lo trovo inammissibile. Poi ormai siamo sotto “una dittatura” della scienza. Io trovo che la politica debba dettare i tempi.
Ci vuole qualcuno che prenda qualche decisione in più?
Non è facile prendere decisioni. Siamo oltretutto pronti al varco a dire: “ecco avessimo fatto un’altra cosa…”. Siamo tutti bravi profeti DOPO. Capisco che non sia facile decidere, ma il compito della politica è proprio quello di decidere. Ciascuno ha le sue responsabilità?
Ci può dare qualche piccola anticipazione sulla prossima puntata?
Continuiamo il viaggio nelle nostre inchieste sugli sprechi negli ospedali italiani, sulle cattedrali costruite nel deserto da Sud a Nord e non usate. Ci occuperemo anche del rischio di esplosione nelle periferie e degli errori nelle divulgazioni degli esperti scientifici. Siamo poi in trattativa per avere come ospite in collegamento un politico importante … .
Massimo Giletti e le critiche: “Accetto quelle costruttive”
A proposito di politici importanti. Settimana scorsa ci sono state polemiche sui social per la presenza di Salvini. Ha avuto modo di leggere i commenti? Cosa ne pensa e che rapporto ha con i social?
Ci sta che ci sia criticità e io la rispetto sempre. Io leggo tutto e ascolto tutto ed accetto le critiche quando sono costruttive.
Partiamo da un presupposto: nessuno è perfetto, però ultimamente vedo che ci sono tanti Bernando Gui. Quest’ultimo era un inquisitore molto noto che mise al rogo streghe e quant’altro. C’è insomma questa voglia di colpire a prescindere, ideologicamente, qualsiasi cosa uno faccia anche a priori. Io ascolto, leggo, ma vado avanti per la mia strada. Punto !
Ricordo a tutti che a Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, la settimana precedente, avevo posto una domanda in grado di metterlo di fronte alla mancata chiusura della Val Seriana e ai gravi problemi del Pio Albergo Trivulzio facendo riferimento una intervista che aveva fatto Gad Lerner su Repubblica. Da lì è nato tutto il caos. In quel momento ho fatto vedere a Gallera anche le affermazioni del Presidente della Campania, De Luca, in cui sostiene che le zone rosse se le fa da solo. Non è che ho taciuto cose.
C’è un ospite che vorrebbe nella sua trasmissione e che non è ancora riuscito a raggiungere?
Qui entriamo in una galleria infinita di personaggi …
Ci possono essere i prossimi obiettivi?
Io sono un battitore libero, non ho procuratori, non ho … lavoro da solo in una beata solitudine quindi è tutto più complesso. Il mio è un percorso sempre in salita … . Diciamo però che per me è davvero importante ogni singolo sconosciuto. Loro contano nella mia vita più che i grandi nomi. Tant’è che domenica continuerà la battaglia per il dottor Rizzuto che era il direttore del teatro Greco di Siracusa che è stato ucciso dall’incapacità di chi doveva salvagli la vita dal Covid-19 a Siracusa. Sarà una grossa battaglia domenica e quello è sicuramente uno dei momenti da non perdere.
La televisione al tempo del Covid-19
Una domanda sulla tv anche in base alla percezione dei nostri lettori e dei tanti telespettatori che scrivono sui social. C’è l’impressione che La7 non si sia mai spenta, non abbia mai abbandonato il suo pubblico, al contrario forse di altre Reti. Secondo lei come mai?
La7 è una televisione all news ormai e il suo quadro è diverso da chi propone varietà. Quest’ultimo è più complesso da fare in certi momenti. Da un certo punto di vista era impensabile, anzi Cairo ha spronato tutti ad andare avanti. Ha avuto un ruolo importante nella decisione di non spegnere mai la Rete, però noi siamo, come dicevo poco fa, una all news e quindi è più facile combattere e riuscire ad andare avanti anche con mille difficoltà.
Ci sono stati però anche programmi legati all’informazione che si sono fermati
Non ho memoria di chi è stato sospeso… . No forse: Vespa e Le Iene, se non ricordo male. In fondo mi sono mancate molto Le Iene, non ho mai capito perché abbiano smesso di andare in onda siano state sospese più a lungo dei quindici giorni di quarantena o delle due settimane … . E’ una voce che è mancata molto.
Come potrà ripartire la televisione? Siamo destinate a continuare ad essere informati h24?
Sinceramente non lo so. Posso dire solo quello che penso io. In generale forse non abbiamo ben capito cosa ci sta succedendo. Basterebbe affacciarsi alle finestre delle case e guardare il vuoto che c’è intorno. Da quel vuoto dobbiamo partire. La democrazia è un bene importante, ma non un bene per sempre. Io son preoccupato perché la democrazia è a rischio. Se non dà delle risposte: veloci, rapide e decise, è a rischio! O reagisce in velocità o c’è una massa di persone che andranno in grande crisi.
E’ inoltre evidente che questa tragedia della pandemia rimette al centro la parola competenza. Non credo che 1 valga 1. Proprio l’emergenza ci fa capire come un medico valga più di me.
Il futuro di Massimo Giletti: Rai 1 o La7?
Si fa di nuovo sempre più insistente la voce che la vede conduttore, nel prossimo autunno, di un programma su Rai 1. E’ vero?
La rete ha delle informazioni che incrocia con le variabili del possibile. Forse sono rimasti ai grandi successi che avevamo fatto in coppia con Ganmarco Mazzi su Rai 1 occupandoci di personaggi del calibro di Zucchero, Battisti e Mia Martini. Racconti del mondo della musica che fecero il 25% di share contro un avversario molto forte come Maria De Filippi. Sono dei bei ricordi, ma io oggi ho un legame molto profondo con il Presidente Cairo.
Ricordo che quando è morto mio padre la mattina dei funerali mi son girato e vicino a me ho trovato proprio lui, il Presidente Cairo. La Rai non mi ha mai mandato nemmeno un telegramma. Io metto i rapporti personali prima di tutto e quindi vedere che il Presidente Cairo, che la notte prima era a Roma, ha preso un aereo ed è corso da me per mettermi una mano sulla spalla in un momento durissimo, è stato sicuramente molto importante.