L’attore e regista Marco Bocci protagonista BCT Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento per presentare il suo secondo lungometraggio dal titolo “La Caccia” che vanta nel cast attori del calibro di Laura Chiatti, Filippo Nigro, Paolo Pierobon e Pietro Sermonti. Il film che è un thriller tutto italiano ad alta tensione, ricco di colpi di scena, con una particolare attenzione allo sviluppo dei personaggi, è stato premiato nel corso della serata, durante un incontro a piazza Federico Torre, nel cuore del centro storico della città campana. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Marco Bocci, e con lui abbiamo parlato di questo suo secondo film da regista e di come è nato il ruolo di Silvia, interpretato da sua moglie Laura Chiatti.
Marco Bocci, intervista esclusiva al regista del film “La Caccia”
Qui a Benevento per presentare “La caccia”. Cosa ti è piaciuto di più di questo film, nel realizzarlo, qual è il la caratteristica che non doveva mancare?
“Mi è piaciuta una cosa rara, ovvero la possibilità di avere carta bianca: riuscire ad affrontare alcune tematiche come volevo farlo io, realizzare un film con i toni che piacevano a me per questa storia, naturalmente non in generale, che è una cosa veramente rara. Ho avuto dei produttori che hanno creduto fin dal primo momento in questa storia e in questa mia visione, consapevoli del fatto che è un film molto complicato in un panorama cinematografico italiano”
In questo film recita tua moglie Laura Chiatti: com’è dirigere la propria moglie com’è il vostro rapporto sul set? È cosa portate della vostra vita privata sul set?
“Probabilmente la nostra conoscenza. E l’abbiamo portata senza nemmeno accorgercene, perché io ho iniziato a scrivere il personaggio di Silvia pensando proprio a lei. Quindi automaticamente ti da’ una mano conoscere l’attore o il regista con il quale lavori è sicuramente un valore aggiunto”.
Un ruolo che vorresti interpretare e una storia invece che ti piacerebbe dirigere?
“Questa è una domanda che ha mille conflitti d’interesse, perchè di ruoli ce ne sarebbero a milioni e di storie che mi piacerebbe dirigere altrettante. Sono un creatore continuo di contenuti, di serie, di film, di punti di vista. C’è tanto materiale su cui mi piacerebbe lavorare. Non h una risposta precisa perchè sono abbastanza bipolare su questo. Non mi piace un genere. Mi piace sperimentare, restare aperto, libero. Da un’intuizione, oppure da un’idea mi viene voglia di raccontare una storia. Poi questa storia può andare nel torbido o invece andare nella commedia più totale”.